Entro giugno 2016 le scorte di siero antiveleno contro il morso dei serpenti si esauriranno completamente, è questo l’allarme lanciato da Medici Senza Frontiere – Msf – in occasione del simposio internazionale di ieri a Basile, in Svizzera. Si stima che ogni anno siano più di 5 milioni le vittime di morsi di serpenti, di queste circa 400.000 rimangono permanentemente sfigurate o disabili e altre 100.000 muoiono. Senza un antidoto queste cifre aumenteranno esponenzialmente.
Al momento l’unico antidoto di provata efficacia e sicurezza è il “FAV-Afrique” della casa farmaceutica Sanofi Pasteur, che però ha smesso di produrlo nel 2014 e può arrivare a costare fino a 500 dollari, l’equivalente di circa quattro anni di salario in molti dei paesi interessati. Lo stock – spiegano da Msf – si esaurirà a breve e i primi sostituti potrebbero arrivare a distanza di più di due anni, causando migliaia di morti e disabilità che si potrebbero benissimo evitare.
“Ci troviamo di fronte a una vera e propria emergenza. Perché i governi, le industrie farmaceutiche e gli organi sanitari globali eludono il problema proprio quando abbiamo più bisogno di loro?” È l’interrogativo che lancia Gabriel Alcoba, esperto di morsi di serpente di Msf. Oltre al problema della produzione è urgente anche trovare una soluzione per assicurarne la diffusione. Le zone più colpite dagli attacchi dei rettili sono quelle rurali, spesso in paesi molto poveri, ed è indispensabile fornire l’antidoto ad un costo sostenibile dalla popolazione. Ma per farlo c’è bisogno dell’aiuto della comunità internazionale, che sembra voltare lo sguardo altrove ignorando il problema.