Nuovo scenario di tensione fra Occidente ed Est Europa. La Nato è in allarme per l’enorme presenza di velivoli militari russi: una trentina di aerei sono stati intercettati sul Baltico dalle forze dei Paesi Bassi, lunedì. Il giorno precedente, inoltre, altri tredici erano stati individuati nello spazio internazionale, molto vicino alle frontiere dell’Alleanza Atlantica.
Un funzionario degli Stati Uniti citato dalla Cnn ha comunicato che, durante lo scorso fine settimana, una dozzina di aerei militari russi sono partiti da Kalinigrad, tra cui bombardieri e aerei cisterne per il rifornimento in volo, e hanno attraversato i cieli del Mar Baltico. Le manovre, ha spiegato il funzionario, sono state seguite molto attentamente da Washington in collaborazione con i suoi alleati svedesi e finlandesi.
Dall’inizio della crisi ucraina, l’organizzazione capitanata dagli Usa ha intercettato circa 400 velivoli militari di Mosca, il 50% in più rispetto a quelli del 2013: la Nato ha definito quanto sta avvenendo un'”attività significativa” del Cremlino. Il portavoce del Pentagono John Kirby sabato ha affermato che ci sono stati “significativi voli russi” nella regione che “non fanno nulla per allentare la tensione” anche se “non fanno suonare le campanelle d’allarme della Nato”. Il suo omologo russo Sergej Lavorv ha ricordato però che il suo Paese risponderà in modo adeguato allo scudo antimissile americano, che sarà dislocato prossimamente in Europa.
Il clima tra Vladimir Putin e l’Occidente è sempre più teso ma potrebbe cambiare in senso positivo anche grazie all’accordo raggiunto da lui col governo di Kiev sullo scambio del gas e del carbone unito: insieme a questa intesa, è stato firmato anche il cessate il fuoco, stipulato tra il presidente Poroshenko e gli attivisti separatisti dell’est dell’Ucraina.