A venti anni dal suo lancio e dopo tredici anni passati nella sua orbita, la sonda Cassini si prepara per dire addio a Saturno. Infatti, oggi, la sonda realizzata da Nasa, Agenzia Spaziale Europea e Agenzia Spaziale italiana si è tuffata per l’ultima volta nell’atmosfera del “signore degli anelli” del sistema solare per poi distruggersi.
La “caduta” di Cassini
Durante la sua caduta, Cassini ha continuato a raccogliere dati e inviarceli. Alle 12.31, ora italiana, ha smesso per sempre di comunicare con la Terra. A causa della grande distanza – si trova a 1,5 miliardi di chilometri da noi – l’ultimo segnale è arrivato sul nostro pianeta alle 13.55, quando la sonda non esisterà più da oltre 80 minuti.
Cassini come un meteorite
Dopo anni di discussioni e analisi, gli scienziati hanno deciso di far trasformare la sonda in un “meteorite” che attraverserà l’atmosfera di Saturno perché Cassini a breve finirà il combustibile e quindi non sarà più governabile dalla Terra. Però, la Nasa avrebbe potuto scegliere di portare la sonda in una posizione sicura e lasciarla continuare a gravitare intorno al pianete per cercare di ottenere ulteriori informazioni. Invece si è optato per il “Gran Finale” (questo il nome che hanno dato all’ultimo atto della sonda, ndr) per evitare il rischio che in futuro Cassini potesse cadere su Encelado e Titano, inquinando l’ambiente se mai alcuni batteri terrestri o se il generatore nucleare di bordo avesse rilasciato radioattività.