Rappresenteranno il nostro Paese ai mondiali di calcio, ma non hanno uno stipendio da capogiro, tantomeno una casa. Sono gli otto senzatetto che giocheranno per l’Italia alla “Homeless World Cup”. Il torneo di quest’anno si svolgerà a Amsterdam, in Olanda, e vedrà affrontarsi in campo 64 squadre da 49 Paesi del mondo dal 12 al 19 settembre. Le regole sono quelle dello “street-soccer”, una versione del calcetto con il campo da gioco delimitato da sponde o muri, la palla sempre in gioco e senza portieri. Le partite durano 14 minuti con un massimo di quattro giocatori per squadra in campo. Oltre agli uomini è prevista anche una categoria femminile per il torneo, giunto ormai alla sua tredicesima edizione.
Gli atleti della Nazionale Italiana quest’anno, allenati da Emiliano Mondonico, si dividono tra cinque ex-tossicodipendenti in un programma di reinserimento dell’associazione Approdo di Rivolta D’Adda – che lavora all’interno dell’Unità operativa di riabilitazione dalla dipendenze dell’Ospedale Maggiore di Crema – e tre senzatetto ospitati all’ex-dormitorio Jannacci di Milano, seguiti nella preparazione tecnica dall’Asd Dogma.
L’iniziativa, nata nel 2002, mira a favorire l’inserimento sociale dei clochard attraverso lo sport. L’associazione “Homeless World Cup” e i suoi partner operano il 420 città nel mondo, raggiungendo circa 100.000 barboni ogni anno e , grazie allo street-soccer, hanno cambiato la vita di più di un milione di persone senza fissa dimora. Circa il 94% dei giocatori dichiara infatti che partecipare al mondiale ha avuto un impatto positivo sulla loro vita, l’83% dice che grazie allo sport hanno migliorato le loro relazioni con la famiglia e gli amici, mentre il 77% afferma che la loro vita è cambiata in maniera significativa grazie al coinvolgimento nel torneo e continua a giocare tuttora.