“Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune. Tutti possono essere artigiani di pace”. Così Papa Francesco concludeva il messaggio per la cinquantesima Giornata Mondiale della Pace. Un invito che non è passato inosservato dall’Azione Cattolica di Roma, che quest’oggi, a conclusione del Mese della Pace, si è data appuntamento a Roma, dove una grande carovana di giovani ha attraversato le strade del centro per poi raggiungere piazza San Pietro.
Il tradizionale incontro ha avuto inizio alle ore 8:00 con la celebrazione della messa nella chiesa di Santa Maria in Vallicella, detta Chiesa Nuova. Al termine della liturgia, nella piazza antistante la basilica barocca che custodisce le spoglie di San Filippo Neri, si è formato un festoso corteo che sotto lo slogan “CIRCOndati di Pace!”, ha raggiunto piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus di Papa Francesco. Dalla finestra dello studio privato del Pontefice, situato al terzo piano del Palazzo Apostolico, accanto al Santo Padre, si sono affacciati anche due bambini dell’Acr. Ad accogliere i partecipanti nel grande abbraccio della piazza, il cardinale vicario Agostino Vallini assieme ai responsabili nazionali dell’associazione.
Le origini della manifestazione
Per trovare le origine di questa manifestazione bisogna fare un salto nel passato di quasi quarant’anni. Come affermano gli organizzatori, la Carovana, infatti, nasce in risposta al periodo buio che la democrazia italiana ha vissuto a cavallo tra gli anni ’70 e ’80. Ideata dai “grandi” dell’Associazione, si pensò tuttavia di mettere al primo posto i bambini e i ragazzi per dimostrare che la pace è un gesto concreto e possibile che nasce nel cuore di ciascuno fin dalla più tenera età. Parole alle quali ha fatto eco, trentasette anni più tardi, Papa Francesco nel suo messaggio sulla non violenza.
Una “Carovana” solidale
A Roma erano presenti oltre tremila persone: giovani e ragazzi dell’Azione Cattolica, provenienti dalla Capitale insieme ai loro genitori ed educatori, hanno dato vita alla “Carovana della Pace”: un pellegrinaggio festoso durante il quale i ragazzi hanno consegnato le offerte raccolte nelle parrocchie e nelle scuole di appartenenza a gennaio, per sostenere due progetti di solidarietà: la “Casa di Cristian” (ideato dalla Caritas di Roma), centro di accoglienza per mamme italiane e straniere, con bambini piccolissimi, che si sono ritrovate per strada, prive di ogni forma di aiuto e sostentamento, quasi sempre portatrici di storie di indigenza, abbandono e, non di rado, violenza. Il secondo progetto è sostenuto da tutta l’Azione Cattolica italiana e consiste in una struttura donata all’associazione “Il tappeto di Iqbal” che opera nel quartiere Barra di Napoli e si occupa di interventi sociali e progettualità educative per minori e famiglie, di politiche e interventi contro la dispersione scolastica, di orientamento ai servizi, di promozione dell’educazione interculturale e ambientale, teatro civile e circo sociale.
Un “pellegrinaggio” a misura di bambino
La “Carovana” rappresenta il culmine di un lungo percorso svolto nei gruppi parrocchiali e incentrato sull’esperienza vissuta dai ragazzi all’interno della comunità cristiana. “L’itinerario formativo di quest’anno – spiegano gli organizzatori – è incentrato sulla gioia e soprattutto sulla gioia che il Signore ci invita a meditare nel brano delle Beatitudini del Vangelo di Matteo. Ognuno è protagonista e portatore di una storia, di un particolare vissuto, magari doloroso; nel paradosso evangelico del discorso della montagna e secondo le parole di Gesù, ognuno di noi può essere ‘operatore di speranza’, promuovendo una conversione del cuore che ci faccia guardare il prossimo con gli stessi occhi di Gesù”.
Simbolica anche la scelta dell’ambientazione: il circo. È questo il tema che accompagnerà per tutto l’anno il cammino dei tanti bambini e ragazzi dell’Acr. Tante sono le figure che compaiono sotto le tende colorate delle compagnie circensi: equilibristi, trapezisti, giocolieri. Sul loro esempio, ogni ragazzo è chiamato a mettersi in gioco, affinando e perfezionando le proprie potenzialità ricevute sin dalla nascita, usandole come arma per superare le paure e le insicurezze che naturalmente sono presenti. In questa prospettiva, il mese di gennaio, ha avuto come obiettivo quello di riconoscere le tante e diverse abilità di ogni persona che, se condivise, possono diventare una ricchezza per tutti, nonché un piccolo gesto per far sì che ciascuno diventi “artigiano di pace”.
Un messaggio di speranza
Anche se è una manifestazione di carattere diocesano, non sono mancati ospiti di fama nazionale che hanno aiutato l’animazione del pellegrinaggio. Inoltre, quest’anno, ad accompagnare i giovani romani anche i ragazzi della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo. Ad allietare la “Carovana”, durante tutto il tragitto, la banda musicale di Castellini.
Chi ha partecipato è stato invitato a portare il suo messaggio. Naturalmente, in stile Acr. Ogni gruppo ha riflettuto su come diventare “Costruttori di Pace” partendo dalla vita di tutti i giorni, così come fanno illusionisti e prestigiatori che servendosi di cose molto semplici e di uso comune riescono a produrre meraviglia e stupore. Il segno scelto è quello della bacchetta magica.
I ragazzi hanno scritto all’interno di un cartoncino nero, poi arrotolato e alle cui estremità sono state aggiunte due strisce bianche per formare proprio una bacchetta magica, il loro augurio. Durante la “Carovana” un momento particolare è stato dedicato allo scambio: ciascuno ha donato la propria bacchetta agli altri. Inoltre, durante la marcia, come da tradizione, agli organizzatori è stato consegnato un salvadanaio decorato che ricordi la forma di qualcosa legato all’ambientazione del circo. Le offerte raccolte saranno usate per finanziare i due progetti già menzionati.
L’incontro con Papa Francesco
A mezzogiorno l’incontro con Papa Bergoglio, culmine della “Carovana”. Due ragazzi dell’Acr, a nome di tutti i membri dell’Ac di Roma, hanno affianato il Pontefice durante l’Angelus. Al termine, mentre centinaia di palloncini colorati da ogni angolo della piazza sono stati lanciati in aria, i due ragazzi di tredici e nove anni, hanno rivolto un messaggio al Papa, un indirizzo di saluto che testimonierà il senso della giornata: “Siamo stanchi di tutta questa violenza“.