A seguito del maxi attacco hacker ai computer di tutto il mondo, tenuti letteralmente in ostaggio dal virus “Wanna Cry”, che ha bloccato i pc di strutture sanitarie, aziende e organizzazioni, sullo schermo dei quali apparirebbe una richiesta di riscatto in Bitcoin, torna a farsi largo la domanda: è possibile prevenire i danni di un cyber attacco? Se diamo per scontato che le tutti i nostri dati informatici sono sempre accessibile, e che un evento come il furto della nostra strumentazione, o un danno al dispositivo, o ancora un virus lanciato da un hacker, rischiamo di perdere tutti i nostri lavori e ricordi. Tuttavia, c’è un rimedio per prevenire il peggio: una strategia di backup ben impostata farà in modo che la perdita dei dati diventi un piccolo problema da risolvere in poco tempo.
1. Resettare il pc
La prima cosa da fare è creare un’immagine del nostro sistema operativo. Occorre una semplice chiavetta usb di almeno 8 giga, ma anche un disco rigido esterno va bene. Per chi utilizza Windows 10 basta solo premere su “Start” e digitare “Ripristina”. Quindi, cliccare si “Crea un’immagine di ripristino” e seguire le istruzioni. Per i possessori di un Mac OS, invece, è necessario l’utilizzo di Disk Utility. Il sito di supporto di Apple mette a disposizione l’intera procedura da seguire per realizzare l’immagine del sistema operativo. Una volta creata, è indispensabile scollegarla per conservarla in un luogo sicuro. E’ un’operazione che i tecnici consigliano di fare una volta al mese, questo perché la maggior parte dei dispositivi ha un’area del disco rigido che contiene le impostazioni di fabbrica che rischia di essere contaminata in caso di un attacco hacker. Inoltre, essa non contiene gli aggiornamenti. Dunque, possedere un sistema operativo aggiornato è la principale.
2. Usare strumenti del sistema operativo
Sia il sistema Windows che Mac Os possiedono strumenti che consentono di mettere al sicuro i file. Per i sistemi di Apple, è sufficiente cliccare sul simbolo della mela, selezionare “Preferenze di sistema” e poi “Time Machine”. In quest’area possiamo scegliere ogni quanto tempo avviare il salvataggio dei file e, soprattutto, quale sarà il disco di backup. Con Windows 10, invece, è necessario andare su “Impostazioni”, cliccare su “Aggiornamento e sicurezza” e selezionare “Backup”. Dunque, scegliere la voce “Altre opzioni”, dove potremmo scegliere quali file salvare. Il grande vantaggio di questa operazione è che possiamo conservare tutte le versioni di ogni singolo documento, cosa da poter sempre recuperare le modifiche precedenti apportate a quel documento. O, in caso di un attacco hacker, ci sarà possibile tutti i dati. La frequenza delle copie non deve essere più lunga di una settimana, altrimenti i nostri file risulteranno troppo vecchi. E’ poi preferibile salvare il tutto su una memoria esterna che si può scollegare e conservare in un posto sicuro.
3. Il principio del “3-2-1”
La regola d’oro del backup è denominata “3-2-1” e si articola in tre passi:
- Conservare sempre tre copie dei propri dati (una alla quale accedere sempre e due di riserva);
- Salvare i file sempre su due dispositivi d’archiviazione separati: in questo modo, se un hard disk dovesse rompersi o essere infettato, ci sarà sempre un’altra memoria dalla quale attingere;
- Tra i due dispositivi di archiviazione scelti, uno dev’essere posizionato il più lontano possibile da quello principale, per evitare che eventi non proprio fortunati (tipo un furto o un incendio) ci tolgano entrambi i salvataggi contemporaneamente. Volendo, una delle due si può salvare in un cloud.
4. Usare software specifici
Alla regole del “3-2-1”, da qualche tempo, è stata aggiunta la norma “0”, che sta per “zero errori”. In sostanza, si tratta di controllare periodicamente che i nostri dati si ripristinino correttamente. In effetti, salvare i dati, senza averne la certezza di poterli recuperare quando ne abbiamo bisogno, non serve a niente. Per questo motivo è sconsigliabile usare supporti che si degradano con il tempo o con la luce solare, come i cd, i dvd e dischi blu-ray.
5. Nas e Glacier, sistemi avanzati
Infine, se si vuole mettere alla prove le proprie abilità informatiche, possiamo creare un nostro piano di backup. Per farlo possiamo usare programmi come Sagu, Glacier Uploader o Fast Glacier (solo Windows) e comprare uno spazio online con Amazon Glacier. Così avremo la certezza che i nostri documenti vengano salvati in uno spazio online protetto ad un costo molto basso. Infatti, i servizi web di Amazon si pagano in base al traffico e allo spazio richiesto. Ad esempio, per un backup di circa 250 giga si spende poco più di un dollaro al mese. Tuttavia, non sono “velocemente” recuperabili. Su Glacier, infatti, i file si devono “scongelare” prima di essere ricevuti sul nostro pc: è un’operazione che richiede dalle 5 alle 12 ore. In alternativa, possiamo usare un altro servizio di Amazon Web Services: S3, dedicato alla conservazione dei file. È più costoso (circa il triplo di Glacier) ma permette il recupero immediato dei dati. Un’altra opzione, se abbiamo tanti file a cui teniamo, è acquistare un Nas, ovvero un hard disk connesso in rete che distribuisce i nostri file tra tutti i nostri dispositivi e può essere configurato per ricevere backup e inviarli online. In questo caso, l’investimento è più elevato (varia dai 150 agli 800 euro per le unità domestiche, più il costo degli hard disk, che vanno comprati a parte). Tuttavia, dovremmo assicurarci di aggiornare questo dispositivo in maniera tale da non attivare configurazioni troppo “aperte”, facilmente intercettabili dai cyber-criminali che vogliono impossessarsi dei nostri dati.