La guerra civile in Ucraina si sta trasformando in emergenza umanitaria. Gli scontri con i ribelli filo-russi, secondo quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha portato al collasso del sistema sanitario. Oltre 5 milioni di persone non hanno accesso ai servizi di assistenza sanitaria primari, secondari e di emergenza. Inoltre, cominciano a scarseggiare le medicine. I problemi di salute più gravi riguardano circa 700.000 sfollati all’interno del paese, insieme alla comunità rom, i bambini, le donne, gli anziani, le persone con disabilità e i malati cronici. Critica anche la situazione delle donne in gravidanza, dei malati di cancro e diabete, e di coloro che hanno bisogno di sostegno mentale e psicosociale. C’è anche il rischio di focolai di epidemie, tra cui malattie in larga parte prevenibili con vaccini, come la poliomielite e il morbillo. La copertura media delle vaccinazioni, infatti, è ben al di sotto del 50%, con gravi rischi sulla salute della popolazione.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) ha condannato come “pericolosa” la decisione di Kiev di interrompere i pagamenti di prestazioni sociali e pensioni nelle zone non controllate dal Governo. Secondo i dati delle Nazioni Unite, circa 5,2 milioni di persone in Ucraina vivono nelle zone di conflitto. Di queste, 1,4 milioni necessitano di assistenza medica e umanitaria per affrontare il rigore dell’inverno, la mancanza di lavoro di e di liquidità e l’inefficienza di servizi. Secondo la denuncia dell’Unhcr, “Il tentativo di creare delle condizioni di vita insopportabili – nelle zone contese – costituisce un metodo completamente nuovo”. “Prendersela con i civili come metodo di pressione è un crimine di guerra” ha concluso l’Alto commissario, aggiungendo che eserciti privati e “bande ribelli”, devono essere gestiti e controllati da Kiev.