Uno stadio gremito di spettatori, autorità politiche, atleti provenienti da ogni parte del mondo. In alto campeggia il braciere con il fuoco acceso in Grecia. E’ lo scenario che ognuno di noi è abituato a vedere ogni quattro anni durante i Giochi Olimpici. Una manifestazione sportiva alla quale, oggi partecipano sia uomini che donne. Ma non sempre è stato così. Nel 776 a.C., anno della prima Olimpiade, ai piedi del tempio di Zeus non è presente nessuna donna. Le uniche ragazze ammesse alla presenza dei possenti concorrenti sono le sacerdotesse. Non è permesso alle donne non solo di partecipare, ma nemmeno di assistere ai Giochi.
Nemmeno nel 1896, quando si svolse la prima Olimpiade moderna, ad Atene, le donne possono partecipare. La motivazione è semplice: De Coubertin vuole rispettare la tradizione classica. Per avere le prime presenze femminili alla manifestazione a cinque cerchi bisognerà attendere i Giochi di Parigi del 1900. Tra i partecipanti (oltre 600 uomini), solo un paio di donne gareggia. Una di loro è Charlotte Cooper, che diventerà la prima campionessa olimpica, vincitrice di cinque titoli individuali a Wimbledon. La prima folta partecipazione di donne ai Giochi avverrà nel 1908, a Londra.
Altro avvenimento storico per lo sport femminile è l’Olimpiade di Atlanta del 1996, dove vi partecipano le donne musulmane. Per la prima volta, dopo la rivoluzione islamica del 1979, una donna farà parte della nazionale. E’ Lida Fariman, una ragazza che gareggia nel tiro a segno, una delle poche discipline sportive che le iraniane hanno il permesso di praticare all’estero per non violare l’hejab, l’abbigliamento islamico, che impone di coprire tutto il corpo (polsi e caviglie inclusi) e i capelli.
Nel corso degli anni, le donne vennero ammesse a un numero sempre maggiore di discipline fino ad arrivare alle Olimpiadi di Londra 2012, dove, con l’introduzione della boxe femminile, non vi sono più sport che non vedano la partecipazione delle donne.