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11 MAGGIO: LA GIORNATA DEI PRESIDENTI

Anni diversi, lo stesso giorno: lā€™11 maggio ĆØ una giornata particolarmente importante per la democrazia del nostro paese. Ā LunedƬ 10 maggio 1948 ĆØ il primo giorno in cui le Camere si sono riunite in seduta comune per eleggere il primo Presidente della Repubblica. I candidati sono Carlo Sforza, Benedetto Croce, Vittorio Emanuele Orlando, Ivanoe Bonomi, Cipriano Facchinetti e il conte Alessandro Casati. Il favorito ĆØ Sfoza, imposto da Alcide De Gasperi. La prima votazione si conclude con De Nicola ā€“ presidente uscente ā€“ che riceve 396 voti e Sforza 353.Ā  A quel punto De Gasperi riunisce il gruppo democristiano per scatenare le sue ire, dicendo che ā€œciĆ² che ĆØ successo ĆØ grave perchĆ© significa che in avvenire non ci si potrĆ  fidare nemmeno tra di noiā€.

I comunisti, nel frattempo, fanno sapere che lā€™unico nome a cui sono contrari ĆØ proprio quello di Sforza, invitando la Dc a indicarne un altro. De Gasperi capisce che deve tornare sui suoi passi; incarica, quando ĆØ da poco passata la mezzanotte, AttilioĀ Piccioni, GuidoĀ GonellaĀ e GiulioĀ AndreottiĀ di comunicare a Sforza la decisione del partito di rinunciare alla sua candidatura. Alla una la delegazione rientra e, immediatamente, si riuniscono la direzione democristiana e i comitati direttivi dei due gruppi parlamentari in una sala del Viminale. Lo scontro ĆØ acceso a tal punto cheĀ De GasperiĀ rinuncia ad avanzare unā€™alternativa. Terminata la riunione, quando sono oramai le tre, gli unici a rimanere sonoĀ De GasperiĀ eĀ Andreotti. Dopo un lunghissimo silenzio, il leader alza lo sguardo e dice:Ā ā€œCi vuole Einaudi! Ci vuole Einaudi!ā€Ā Ā Poi ordina adAndreottiĀ di andare immediatamente a parlargli.Ā ā€œMa sono le 4 del mattino!ā€Ā ĆØ la flebile e inutile risposta. Il giovane onorevole si rimette in macchina e raggiunge la residenza di LuigiĀ EinaudiĀ nei pressi di CinecittĆ . La reazione dellā€™esponente liberale ĆØ:Ā ā€œMa De Gasperi lo sa che io sono zoppo?ā€

Ma non solo: il 11 maggio ĆØ anche la giornata in cui altri due Presidenti della Repubblica, ovvero Gronchi e Segni hanno fatto il loro solenne giuramento per il Quirinale. Giovanni Gronchi pronuncia il suo discorsoĀ  dallā€™aula del palazzo di Montecitorio lā€™11 di questo mese nel 1955. Inizia con un omaggio ai predecessori Einaudi e De Nicola, e al popolo italiano. Poi ringrazia il contributo Americano alla ripresa economica del nostro Paese e lancia un importante appello alla solidarietĆ  dei popoli per una pacifica convivenza, necessaria per fondare i presupposti di un nuovo sviluppo civile, basato sulla collaborazione. ƈ del 1962 invece il giuramento di Segni.

Tre grandi uomini che hanno saputo tutelare e difendere una democrazia appena rinata nel nostro Paese e che proprio nello stesso giorno si sono ritrovati davanti ad eventi cruciali per la loro vita che in quel momento si sarebbe intrecciata per sempre alle sorti dellā€™Italia. Speriamo che questa giornata possa farci fermare un momento per riflettere sui grandi valori che da loro, e dagli altri grandi personaggi politici della storia, sono riusciti a trasmettere e a portare avanti con tenacia.

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