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Aias Savona, 54 anni di attività per l’inclusione

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Foto di Jon Tyson su Unsplash

L’inclusione delle persone con disabilità, fin dall’infanzia, si esercita anche attraverso la fruizione di cure sanitarie e attività riabilitative di qualità elevata, finalizzate ad incrementare la qualità della vita e le capacità di ognuno nella rispettiva quotidianità.

L’esperienza di Savona

A Savona, oltre 50 anni fa, un gruppo di genitori caregiver, per garantire il diritto alla cura dei loro figli affetti da paralisi celebrale, hanno dato vita alla sezione Aias locale la quale, fin dalla sua fondazione, opera attraverso strumenti di diagnosi, terapia e interventi di tipo sociosanitario. Interris.it, in merito a questa esperienza di inclusione e prossimità alle persone più fragili, ha intervistato Maria Luisa Madini, presidente della sezione Aias di Savona.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

L’intervista

Presidente Madini, come nasce e che obiettivi ha Aias Savona?

“La sezione Aias di Savona è nata nel 1970, grazie all’opera di un gruppo di famiglie di bambini con disabilità, coordinate da Claudio Bertolotto, a sua volta padre di una figlia affetta da paralisi celebrale. Lo stesso quindi, si è rivolto al comune per costruire qualcosa finalizzato alla riabilitazione, il quale ha dato un terreno su cui poi, grazie all’aiuto di diversi imprenditori edili, è stato costruito il nostro centro. A seguito di alcuni problemi, nello scorso mese di settembre ci siamo trasferiti in un altro edificio, per il quale paghiamo l’affitto e ove svolgiamo diverse attività”.

Quali sono le attività che contrassegnano maggiormente la vostra azione di inclusione?

“In principio svolgevamo attività di fisioterapia a cui, in seguito, si sono aggiunte la logopedia, la neuropsicomotricità e, ad oggi, effettuiamo anche trattamenti psicoeducativi. In passato ci occupavamo quasi esclusivamente di malattie neuromuscolari e paralisi celebrali infantili. Ad oggi, fortunatamente, queste ultime, sono in diminuzione e, ad ora, in qualità di Centro ambulatoriale riabilitativo, seguiamo persone affette da disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e del linguaggio, insieme a molti con autismo, non solo da Savona ma anche da altre realtà limitrofe, come ad esempio Finale Ligure e Spotorno, a cui si aggiunge il presidio di Cairo Montenotte, i cui lavori di riqualificazione sono stati effettuati dall’architetto Valeria Pastorino.”

Quali sono i vostri desideri per il futuro in riguardo all’inclusione delle persone con disabilità e allo sviluppo dei vostri servizi?

“Lo sviluppo delle nostre attività di riabilitazione è connesso alla fascia d’età intercorrente tra gli zero e i 18 anni. Inoltre, disponiamo anche di una struttura semiresidenziale con una capienza di dieci posti, in cui vengono svolte diverse attività laboratoriali volte all’inclusione, tra cui danza e teatro. In riguardo a quest’ultimo, pochi anni fa, presso il teatro di Savona e l’ospedale Niguarda di Milano, abbiamo presentato uno specifico spettacolo ideato dai nostri ragazzi. In futuro, quindi, vorremmo portare avanti ed ampliare tutte le attività che oggi svolgiamo.”

Christian Cabello: