Il 17 marzo si celebra San Patrizio patrono dell’Irlanda, il cui vero nome era Maewyin Succat, proprio questo giorno è l’occasione di celebrazione della cultura irlandese in tutto il mondo. La festa è si svolge in molti paesi, specialmente in quelli con una forte presenza della comunità irlandese, come gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia. Egli nacque nella Britannia, che all’epoca era una provincia dell’Impero Romano, nel 389 e morì nel 461 a Saul. In quel periodo l’Impero Romano d’Occidente, stava entrando in un forte periodo di declino, soprattutto a causa delle continue invasioni barbariche, era anche il V secolo d. C. mentre avvenivano grandi cambiamenti in tutta l’Europa.
Le “Confessioni”, un suo scritto, furono dettate da Patrizio, ormai anziano e vescovo, ad un suo segretario, forse ispirandosi a quelle di S. Agostino, egli inizia a raccontarsi dicendo: “Io, Patrizio, rozzo peccatore, l’ultimo di tutti i fedeli, spregievolissimo per molti”. Egli stesso nelle “Confessioni”, una specie di autobiografia, aveva scritto che suo padre possedeva una terra vicino a un paese che forse si chiamava Bannhaven, dove i romani costruirono la prima strada in Britannia, o Taberniae, ma sembra che sia stato identificato in Kilpatrick, una località della Scozia.
A sedici anni fu rapito dagli uomini del re d’Irlanda Niall, e successivamente fu venduto come schiavo a Muirchu, re del Dalriada, un regno gaelico che occupava la costa occidentale della Scozia fino alle coste nord-orientali dell’Irlanda. Qui lavorò come pastore. Durante il periodo della schiavitù, sviluppò una profonda fede cristiana, e scoprendo così che Dio gli era vicino anche in quei momenti. A quel tempo l’Irlanda era un’isola abitata da popolazioni celtiche, con una cultura e una religione pagana. Patrizio, fuggito dalla corte del re, riuscì nel 407 a farsi ordinare diacono, e recatosi in Gallia, divenne sacerdote e poi il vescovo Germano d’ Auxerre (378-448) lo consacrò vescovo.
Completati gli studi, Patrizio si ritirò nel monastero di Lerins, in Provenza, con lo scopo di conoscere la vita monastica. In seguito Papa Celestino I (422-432) gli affidò il compito di evangelizzare le terre irlandesi e nel 432 d.C. torna in quelle zone per convertire i pagani. In Irlanda Patrizio predicherà in gaelico, una lingua molto diversa dal nativo britannico, che egli aveva imparato durante gli anni della sua prigionia. L’isola, a quel tempo era suddivisa in regni tribali, occorreva il consenso del re di ogni singola regione per ottenere il permesso di predicare, e per usufruire della protezione ufficiale durante i viaggi missionari, Patrizio riusciva ad ottenere il favore dei re e della classe dei nobili, tramite l’elargizione di doni.
Egli percorse l’isola di villaggio in villaggio, anche da vescovo della cittadina di Armagh, e tra l’altro trovò un modo pratico per cercare di spiegare il mistero della SS.ma Trinità. La tradizione narra che San Patrizio utilizzasse il trifoglio, con le sue tre foglie unite da un unico stelo, per illustrare il mistero della Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo, tre persone in un unico Dio. Questo simbolo ha reso il trifoglio un’icona associata a San Patrizio e all’Irlanda.
Patrizio morì nel 461 a Saul, nella contea di Down ed è sepolto nel terreno della Cattedrale a Downpatrick. Sicuramente S. Patrizio è una figura che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia e nella cultura irlandese, e la sua eredità continua a essere celebrata in tutto il mondo.