Due esempi, nelle Marche e in Abruzzo, di quanto la grafologia possa aiutare a conoscerci meglio. Un corso di grafologia, che si terrà a Jesi dal 31 marzo al 3 aprile, presso l’ex
seminario. L’obiettivo è quello di fornire ai partecipanti le competenze necessarie per interpretare la scrittura in vari ambiti, dalla consulenza familiare alla comprensione delle nuove generazioni e delle loro modalità di comunicazione. Il corso si articolerà in quattro appuntamenti, dalle 17,30 alle 19,15, con una partecipazione richiesta di 40 euro, da versare al primo incontro. Le iscrizioni sono aperte fino al 20 marzo. Il programma prevede il 31 marzo, alle 17,30, un incontro con padre Fermino Giacometti, direttore dell’Istituto grafologico Moretti di Urbino, che tratterà della grafologia familiare. Questo incontro si concentrerà su come la grafologia può essere utilizzata per analizzare le dinamiche familiari e relazionali, aiutando a comprendere meglio le caratteristiche individuali e a favorire l’integrazione armoniosa tra i componenti di una famiglia o di una coppia. Dal 1° al 3 aprile, sempre alle 17,30, Alessandra Cervellati, consulente grafologo specializzata in ambito professionale, counselor relazionale del gesto grafico e presidente di Agi – sezione Emilia Romagna, e suor Anna Maria Vissani, teologa, consulente grafologo della personalità, counselor relazionale del gesto grafico e direttrice del centro di spiritualità “Sul Monte” di Castelplanio, guideranno gli incontri sul tema della scrittura giovanile, con particolare attenzione al modo in cui i giovani scrivono nell’era dei social media. Si esploreranno le difficoltà nella scrittura e nel pensiero critico, evidenziando anche i segnali di allarme e il ruolo dei genitori nel sostenere i giovani nella costruzione di una comunicazione più consapevole. Gli incontri saranno così suddivisi: il 1° aprile “I giovani scrivono”; il 2 aprile “I segnali di allarme”; il 3 aprile “I nuovi genitori”.

Grafologia-programma
Il 31 marzo padre Fermino Giacometti approfondirà il tema della grafologia familiare. La consulenza delle relazioni di coppia e familiari, infatti, individua le caratteristiche di ciascuno al fine di mettere a fuoco le qualità portanti di ogni componente, le rispettive risorse ed i limiti personali. Lo scopo è quello di avere una maggiore consapevolezza della propria irrinunciabile unicità e favorire, attraverso la comprensione delle peculiarità di ogni membro, lo sviluppo delle potenzialità per una migliore integrazione nel sistema e per la realizzazione personale. Ma anche di migliorare la qualità della comunicazione e una relazione più consapevole tra gli individui parte del sistema. Suor Anna Maria Vissani e Alessandra Cervellati, invece, analizzeranno la scrittura giovanile. Come possiamo definire la scrittura, come scrivono i giovani nell’epoca social? Da più parti sentiamo dire che non sono più capaci di utilizzare l’italiano corretto, non sanno fare un tema ben strutturato, hanno carenze, nella scrittura, nell’associazione di idee e nei collegamenti per argomenti.

Tracce nel tempo
La Treccani definisce la grafologia “studio della scrittura quale rivelatrice del carattere e delle condizioni psichiche e morali di una persona“. Tra i primi che considerarono la scrittura atta a rivelare aspetti della personalità fu l’abate J.-H. Michon, che fondò la Société de graphologie. Al sistema di Michon, basato sulle corrispondenze dei “segni fissi”, si oppose sia quello di J. Crépieux-Jamin, per cui le qualità psichiche si manifestavano attraverso un insieme di “proprietà grafiche” (velocità, forma, direzione, dimensione, continuità, ordine), sia l’opera del fisiologo W. Preyer, che fondò le sue indagini su quattro leggi. Variazioni della direzione, della lunghezza, della larghezza e delle interruzioni. Ripetizione dei segni. Relazione tra movimenti involontari di espressione e moti della scrittura. Stimolo inconscio all’imitazione e modellazione della scrittura in base a determinate immagini mentali. “Tracce dell’uomo nel tempo. Scrittura e grafologia tra arte, storia e musica” è stato il primo di una serie di incontri sull’importanza della scrittura a mano promossi dall’Associazione Grafologica Italiana (Agi), sezione Abruzzo-Molise. L’appuntamento è stato organizzato con l’intento di riportare l’attenzione sull’importanza di salvaguardare la scrittura in corsivo. Tema al centro della proposta di legge per l’istituzione della Giornata nazionale della scrittura a mano (primo firmatario la deputata Monica Ciaburro). Il testo è andato all’esame della Commissione Cultura della Camera nel febbraio 2023. “L’importanza della tutela e del ripristino della scrittura a mano è condivisa anche da tanti dirigenti scolastici – sottolinea il direttivo dell’associazione grafologica – che a partire da gennaio ci hanno aperto le porte dei loro istituti per spiegare a studenti e insegnanti i numerosi benefici connessi all’uso della scrittura a mano, appunto”.

Gesto grafico
Dopo i saluti del presidente della sezione Agi Abruzzo-Molise, Andrea Di Luzio, il presidente dell’Agaf (Associazione grafologi aternini forensi), Maurizio Biondi, ha fatto un’incursione nella storia della scrittura e della grafologia e la giornalista Daniela Peca ha illustrato il binomio tra arte e scrittura. Massimo Pamio, direttore del Museo delle lettere d’amore di Torrevecchia Teatina, ha parlato de “L’amore manoscritto”. Mentre Grazia Di Roio, grafologa e filologa, e Diana Di Roio, pedagogista, musicoterapista e cantante lirica, hanno presentato un’analisi dei tracciati grafici e musicali di Giuseppe Verdi. Nell’ultimo secolo, evidenzia la Treccani, si è cercato di portare la grafologia al livello di una scienza obiettiva, interpretando il rapporto fra scrittura e individuo alla luce della psicologia. L’obiettivo è stato ottenuto da M. Pulver (1889-1952), polarizzando l’apporto della psicanalisi e precisando il riflesso dell’inconscio. L’affermazione scientifica della grafologia è, tuttavia, attribuita al francescano conventuale G. Moretti (1879-1963), che mise in correlazione il movimento scrittorio alla dinamica interiore dello scrivente, favorendo così l’individuazione della singolarità di ognuno attraverso il “gesto grafico”. I segni nel suo metodo (Trattato di grafologia, 1914) sono precisati nella loro dimensione qualitativa e quantitativa. Grazie a questa impostazione scientifica la grafologia ha trovato riconoscimento a livello universitario (Scuola superiore di studi grafologici dell’università di Urbino, 1977).