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Detaills Living Lab: ecco come cambia la comunità

Nasce all'ateneo di Pisa un laboratorio su Intelligenza artificiale e società. Tra incontri e letture un luogo di confronto promosso assieme ai ricercatori della facoltà di Ingegneria

La comunità come interazione tra innovazione e caratteristiche specifiche di un ambiente. A comporre un “habitat” umano è infatti, un mix di tradizioni e proiezioni future. Nasce a Pisa, in via San Martino, un laboratorio di idee e confronto su Intelligenza Artificiale e società. Un luogo fisico, spiega una nota, dove è possibile confrontarsi, sperimentare e comprendere il futuro dell’innovazione tecnologica. Il Detaills Living Lab apre le sue porte a chiunque voglia partecipare attivamente a questa riflessione per sviluppare nuove prospettive condivise tra accademia, industria e società civile. Il Detaills Living Lab prende vita su iniziativa del gruppo di ricerca Business Engineering for Data Science (B4ds) del Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni (Destec) dell’Università di Pisa, e grazie al progetto europeo Erasmus+ Detaills per la cooperazione tra università. L’obiettivo è creare un ambiente dinamico e interdisciplinare in cui la ricerca sull’Intelligenza Artificiale si intreccia con le implicazioni sociali, economiche ed etiche. “Siamo un gruppo di ricercatrici e ricercatori che lavorano in diversi ambiti dell’Intelligenza Artificiale e della tecnologia – spiega Filippo Chiarello, ricercatore e direttore del laboratorio – Per noi, la possibilità di avere accesso a un ambiente come questo rappresenta un’opportunità unica. E cioè essere immersi in un ecosistema di idee, novità e confronti stimolanti“.

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Foto di Jason Blackeye su Unsplash

Comunità e innovazione

La tecnologia ha sempre avuto un impatto sulla società. E oggi l’Intelligenza Artificiale (Ia) sta ridefinendo le dinamiche organizzative e sociali in modi inediti. Il Detaills Living Lab propone perciò una serie di incontri volti a stimolare un dialogo aperto e interdisciplinare. Con letture e dibattiti che esplorino i molteplici aspetti di questi cambiamenti. “Attraverso le attività proposte, vogliamo approfondire i temi cruciali legati all’Ia non solo negli ambienti accademici, vorremmo avere un impatto significativo anche sulla comunità pisana – afferma Vito Giordano, ricercatore al Destec e vicedirettore del laboratorio – L’obiettivo è rendere il laboratorio un punto di riferimento per chiunque voglia esplorare il ruolo della tecnologia nella società e contribuire alla costruzione di un’innovazione responsabile”. La riflessione prenderà il via con il ciclo di seminari “Programmare, Progettare e Pensare”. Il primo dei quali ha avuto come relatrice Daniela Tafani, ricercatrice del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa che ha spiegato che cos’è l’etica dell’Intelligenza Artificiale. Il ciclo di letture “Intelligenza Artificiale e Società – Ripensare il Domani” ha preso il via ieri con l’appuntamento “Tecnologia e genere”. Diana Domenichini, dottoranda nel Dottorato Nazionale di AI for Society, ha parlato del libro di Laura Tripaldi “Gender Tech”. Tra marzo e aprile inizierà il ciclo di incontri “AIdeando” ideato per creare un network di giovani ricercatrici e ricercatori provenienti da diversi ambiti, stimolando il confronto e la collaborazione.

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Foto di fancycrave1 da Pixabay

Tecnologia e comunità

Sugli scenari del rapporto innovazione-comunità ha sollecitato una riflessione a tutto campo anche papa Francesco. “L’intelligenza artificiale è e deve rimanere uno strumento nelle mani dell’uomo”. E “siamo sicuri di voler continuare a chiamare ‘intelligenza’ ciò che intelligenza non è?”. Sulla questione il Pontefice è intervenuto in più occasioni, incluso il  discorso al G7 in Puglia. E ne ha scritto nella Laudato si’, nella Laudate Deum e nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace. Secondo Jorge Mario Bergoglio “l’ Intelligenza artificiale influenza in modo dirompente l’economia e la società”. E può avere “impatti negativi sulla qualità della vita, sulle relazioni tra persone e tra Paesi, sulla stabilità internazionale e sulla casa comune”. La fondazione Centesimus Annus ha dato ampio spazio a questa materia, coinvolgendo studiosi ed esperti di diversi Paesi e discipline, analizzando le opportunità e i rischi connessi allo sviluppo e all’utilizzo dell’Intelligenza artificaile. Con un approccio trasversale e soprattutto con uno sguardo antropocentrico. E avendo ben presente il pericolo di un rafforzamento del paradigma tecnocratico. Il Papa guarda con favore alla scelta di un approccio all’Intelligenza artificiale multidisciplinare, fondamentale per coglierne tutti gli aspetti. Ribadisce quindi “la necessità di uno sviluppo etico degli algoritmi in cui siano i valori a orientare i percorsi delle nuove tecnologie”. Evidenziando che l’Intelligenza artificiale come altri “utensili-chiave” creati dall’uomo “è e deve rimanere uno strumento” nelle sue mani.

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Potere trasformativo

Il Pontefice sottolinea il potere trasformativo dell’Intelligenza artificiale in positivo e in negativo. In questo secondo senso, l’Intelligenza  potrebbe rafforzare il paradigma tecnocratico e la cultura dello scarto, la disparità tra le nazioni avanzate e quelle in via di sviluppo, la delega alle macchine di decisioni essenziali per la vita degli esseri umani. In occasione del G7, il Papa ha invitato “la politica ad adottare azioni concrete per governare il processo tecnologico in corso nella direzione della fraternità universale e della pace”. Ha citato poi Stephen Hawking, noto cosmologo, fisico e matematico, che in un’intervista alla Bbc aveva sostenuto che “lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale completa potrebbe significare la fine della razza umana”. Quindi il Pontefice si domanda: “È questo che vogliamo?”. Perché l’Intelligenza artificiale possa rappresentare un beneficio per l’umanità è necessario stabilire dei criteri al suo sviluppo. E in questo senso il Papa suggerisce alcuni spunti di riflessione che chiamano in causa “vari rami della filosofia e del diritto, oltre a discipline più specifiche”. Puntano sul senso di responsabilità, su “una efficace regolamentazione”, sul ruolo del mondo dell’educazione e della comunicazione “per accrescere la conoscenza e la consapevolezza di come usare correttamente l’Intelligenza artificiale” e di come trasmetterla ai giovani. Vanno poi esaminate, afferma ancora il Papa, le questioni legate al lavoro, alla sicurezza, agli effetti sulla “capacità relazionale e cognitiva delle persone”. Senza dimenticare il problema del grande consumo di energia richiesta dall’Intelligenza artificiale.

 

 

 

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