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Il Papa ai Diaconi: “La carità sarà la vostra Liturgia più bella”

L'omelia del Papa è stata letta da S.E. Mons Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l'Evangelizzazione che ha celebrato la Santa Messa per il Giubileo dei Diaconi

Il diacono è chiamato a essere un testimone di perdono, seguendo l’esempio di Gesù che ha amato i suoi nemici.
In un mondo segnato da odio e divisioni, il perdono è essenziale per costruire un futuro di speranza e riconciliazione.
Il diacono, attraverso il suo servizio disinteressato, deve essere un costruttore di ponti tra l’altare e la strada, portando la misericordia di Dio nelle periferie.
La gratuità è una dimensione fondamentale del diaconato, un invito a dare senza aspettarsi nulla in cambio, arricchendo le relazioni umane.
L’ordinazione diaconale è un invito a scendere, a farsi piccoli, a spogliarsi dell’uomo terreno per rivestirsi della carità celeste, diventando un’espressione della Chiesa sinodale

Il perdono

L’annuncio de perdono un compito essenziale del diacono. E’ elemento essenziale per ogni cammino e convivenza umana. Gesù ce ne indica l’esigenza e la portata quando dice “Amate i vostri nemici”.
Per crescere insieme, condividendo luci e ombre, gli uni degii altri, è necessario saper perdonare e chiedere perdono, riallacciando relazioni e non escludendo dal nostro amore nemmeno chi ci colpisce e ci tradisce. Un mondo dove per gli avversari c’è solo odio, è un mondo senza speranza, senza futuro, destinato ad essere dilaniato da queste e divisioni di vendetta senza fine, come oggi vediamo a tanti livelli in varie parti del mondo. Perdonare vuol dire preparare il futuro una casa accogliente, sicura in noi e nelle nostre comunità. E il diacono, investito in prima persona che lo porta verso le periferie del mondo, si impegna a vedere e a insegnare agli altri a vedere in tutti, anche in chi sbaglia, una sorella e un fratello feriti nell’anima e perciò bisognosi più di chiunque di una guida, aiuto e riconciliazione. Gesù è il modello d ogni diaconia che sulla croce, svuotando se stesso fino a dare la vita per noi, prega per i suoi crocifissori e apre al ladrone pentito le porte del Paradiso.

Un momento dell’ordinazione diaconale (foto Vatican Media)

Il servizio disinteressato

Il Signore nl Vangelo lo descrive con una frase chiara: “fate del bene e prestate senza pretendere nulla”.  Per il diacono tale atteggiamento non è accessorio, ma una dimensione sostanziale del suo essere; si consacra ad essere nel ministero, scultore e pittore del volto misericordioso del padre, testimone del mistero di Dio Trinità.
Nei passi evangelici Gesù parla di questo. Il lavoro gratuito che voi svolgete come espressione della vostra missione, fonte di fiducia e di gioia per chi vi incontra, accompagnatelo con un sorriso, senza lamentarvi, senza cercare riconoscimenti, gli uni a sostegno degli altri, anche nei rapporti con vescovi e presbiteri. Il vostro agire concorde e generoso sarà un ponte che unisce l’Altare alla strada, l’Eucaristia alla vita delle persone; la carità sarà la vostra Liturgia più bella e la Liturgia il vostro più umile servizio

La gratuità come fonte di comunione

Dare senza volere nulla in cambio arricchisce e permette il bene delle persone. La comunione si costruisce, dicendo al fratello e alla sorella “per noi tu sei importante, ti vogliamo bene, ti vogliamo partecipe del nostro cammino e della nostra vita”. Questo dovete fare voi, mariti, padri e nonni pronti nel servizio, ad allargare le vostre famiglie a chi è nel bisogno. Così la vostra missione che vi prende dalla società per immettervi in essa e rendervi un logo accogliente è una delle espressioni più belle di una chiesa sinodale e in uscita.
Con l’ordinazione non si sale, ma si scende, si fa piccoli, ci si abbassa, ci si spoglia per usar ele parole di San Paolo, si abbandona ne servizio l’uomo di terra e ci si riveste nella carità del cielo.

Nel corso della celebrazione eucaristica sono stati ordinati 23 nuovi diaconi

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