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SSN, attualità e cambiamenti per i medici ospedalieri

Un sondaggio promosso da Cimo-Fesmed ha rilevato che, il 76% dei medici ospedalieri, ritiene che il Servizio sanitario nazionale sia peggiorato

La Federazione Cimo-Fesmed pubblica il dossier “Dimenticati – Ritratto dei medici ospedalieri a cinque anni dall’inizio dell’emergenza Covid-19” con i risultati di un sondaggio a cui hanno aderito 2.168 camici bianchi: il 72% lavora più di 38 ore a settimana, il 38% ha più di 50 giorni di ferie accumulati. Crollate le aspettative di crescita professionale, di carriera e retributive nutrite durante la pandemia.

Il sondaggio

A cinque anni dall’inizio dell’emergenza Covid-19 in Italia, il 76% dei medici ospedalieri ritiene che il Servizio sanitario nazionale sia peggiorato e il 58% che il proprio lavoro abbia subito dei cambiamenti negativi. Sono due tra i dati che emergono da un sondaggio promosso dal sindacato Cimo-Fesmed (a cui aderiscono le sigle Anpo, Ascoti, Cimo, Cimop e Fesmed) a cui hanno risposto 2.168 medici dipendenti del Ssn e che consente di dipingere il ritratto dei medici ospedalieri, rappresentato nel dossier ‘Dimenticati’. Un ritratto che lascia intravedere medici sempre più stanchi e disillusi: se durante la pandemia il 77% riteneva che a fine emergenza la professione sarebbe migliorata, il 74% pensava che avrebbe avuto maggiori opportunità di carriera e l’83% immaginava che avrebbe guadagnato di più, oggi solo il 15% giudica molto positivamente la propria professione, l’8% la propria carriera e il 2% il proprio stipendio.

Le cause

Tra le cause principali di tale insoddisfazione ci sono le condizioni in cui i medici sono costretti a lavorare, spesso a causa della carenza di personale: il 76% ha infatti dichiarato di lavorare in un reparto con l’organico incompleto. E per coprire i turni, devono lavorare oltre il dovuto e rinunciare a ferie e permessi: il 28% dei medici che hanno risposto al sondaggio lavora 38 ore a settimana come previsto dal contratto; il 52% ne lavora spesso 48 e il 20% supera le 48. Inoltre, il 45% ha tra gli 11 e i 50 giorni di ferie residui, il 23% tra i 51 e i 100 giorni e il 15% ne ha più di 100. Otre la metà dei medici, il 57%, ritiene di essere molto stressato. Il 38% ritiene pessima la qualità della propria vita e il 57% considera alto il rapporto tra il carico di lavoro e il rischio di commettere errori. Il 94% pensa che il proprio lavoro non sia sufficientemente valorizzato dalla propria azienda, inoltre il 33% crede che all’estero il lavoro del medico sia valorizzato molto di più che in Italia, il 18% che il modo migliore per svolgere il proprio lavoro sia la libera professione, il 10% pensa che sarebbe più gratificante lavorare in una struttura privata e, infine, il 7% come medico a gettone. Solo il 32% dei camici bianchi ritiene l’ospedale pubblico il luogo in cui è più gratificante lavorare.

Fonte: Ansa

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