Dall’inferno di Gaza agli ospedali italiani. Don Aldo Buonaiuto racconta a In Terris la via del dialogo che ha consentito di far uscire dalla Striscia l’infanzia colpita da tumore per curarla nel nostro Paese. Oggi è la Giornata Internazionale contro il Cancro Infantile finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche dei bambini e degli adolescenti affetti da tumore e delle loro famiglie. Per l’occasione abbiamo intervistato don Aldo Buonaiuto da sempre in prima linea accanto agli ultimi con la Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi. Don Buonaiuto è stato accanto per molti anni al Servo di Dio e da sempre si occupa del recupero delle donne vittime di tratta e prostituzione e del vasto mondo dell’emarginazione. “Con i bambini malati di Gaza soccorriamo l’umanità ferita“, spiega don Buonaiuto.
Don Aldo anche in questo caso lei si è prodigato a mediare per salvare la vita di questi bambini arrivati da Gaza. Ci spieghi quale è stato il suo ruolo?
“Innanzitutto noi come Comunità Papa Giovanni XXIII siamo da oltre trent’anni presenti negli scenari di conflitti e di tensioni internazionali attraverso un nostro settore dedicato che si chiama ‘operazione colomba’ e che consiste nel vivere concretamente la nonviolenza in zone di guerra. Inizialmente si è operato nella ex-Jugoslavia contribuendo a riunire famiglie divise dai diversi fronti, proteggere minoranze, creare spazi di incontro, dialogo e convivenza pacifica. Dal 1992 siamo stati in moltissimi Paesi dove c’erano conflitti e continuiamo ad operare in luoghi molto difficili e anche rischiosi”. E in Palestina da quanto tempo operate?
“In Palestina e in Israele siamo presenti dal 2002 in modo continuativo e nonostante le non poche difficoltà con dei progetti straordinari di cui già don Oreste ne andava tanto fiero”.
Ritorniamo allora a questa nuova iniziativa umanitaria e di soccorso sanitario, come si è realizzato?
“Si è realizzato innanzitutto grazie alla straordinaria umanità del ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha accolto le istanze arrivate sia da me per i bambini con problemi oncologici e di leucemia e anche per l’altro canale attivato dal cardinale Pizzaballa con bambini ustionati e altre problematiche. La Farnesina con l’unità di crisi, e la Protezione Civile e le tante altre realtà a loro collegate hanno fatto un lavoro di squadra fenomenale”.
![Gaza](https://www.interris.it/wp-content/uploads/2024/12/Don-Aldo-Buonaiuto.jpg)
Il Ministero degli Esteri spiega che “la richiesta di evacuazione da Gaza e l’auspicio di un’accoglienza dei minori malati in Italia erano stati formulati anche dal cardinale Pierbattista Pizzaballa e da don Aldo Buonaiuto (della Comunità Papa Giovanni XXIII), in occasione della visita del Ministro Tajani in Israele lo scorso 6 febbraio”. Come sono stati individuati gli ospedali?
“Inizialmente, per ciò che mi riguarda, avevo condiviso questa richiesta urgente da due luminari del nostro Paese le dottoresse Maura Massimino e Sabina Vennarini dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano che erano già in contatto con dei medici in Medio Oriente impegnati a soccorrere questi piccoli. Grazie al loro interessamento mi hanno condiviso questo desiderio attivandomi così con il Ministro Tajani che conosco da tanti anni, e trovando in lui e nel suo staff una grandissima disponibilità”.
Quindi un vero lavoro di squadra. Quali sono state le emozioni nell’accogliere a Ciampino questi bambini?
“E’ stata una fortissima emozione vedendoli nei loro volti così provati da queste malattie gravissime. Però abbiamo visto anche volti pieni di speranza e di gratitudine, le mamme e i fratellini sfiniti anche loro ma con grandi sorrisi. Grande però è stato anche il dolore di saperli così malati e bisognosi di un urgentissimo intervento che i nostri ospedali sapranno affrontare con il massimo delle attenzione e che voglio ringraziare per la loro grande disponibilità di tante realtà ospedaliere, le migliori sul campo della pediatria”.
E prossimamente ci sarà qualche altro salvataggio?
“Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare un altro piccolo e poi, come ho chiesto al ministro, spero che riusciremo a portarne altri sempre con patologie gravissime che non potrebbero sopravvivere tra quelle macerie di Gaza. Sicuramente l’Italia è ancora una volta in prima linea per l’aiuto umanitario e questi gesti così concreti dimostrano lo spessore umano e professionale che ci caratterizza unendoci come nazione per l’unito scopo di soccorrere e salvare. Come ho detto all’aeroporto, ora questi bambini sono anche i nostri figli, i nostri bambini andando oltre ogni nazione o cultura o religione lo dobbiamo tutti sentire come i nostri figli da amare e curare nel migliore dei modi. Grazie agli italiani che stanno operando, al Governo e a tutta la grande rete di medici e di volontari”.