Le immagini come chiave di lettura di un mondo in trasformazione. C’è il ritorno di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, c’è la turbinosa successione di eventi epocali e imprevedibili dinamiche geopolitiche o inesorabili cambiamenti globali. Ci sono le immagini dell’alluvione che ha messo in ginocchio la Spagna, le vittorie di Jannik Sinner ma anche le guerre, da Gaza all’Ucraina, l’addio ad Alain Delon, i 70 anni della televisione. Photoansa è il libro fotografico dell’Ansa. E ha sintetizzato così il 2024 attraverso scatti che hanno fermato il tempo raccontandolo. Il volume è stato presentato a Napoli, alle Gallerie d’Italia. Tra i partecipanti il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. Il sindaco di Napoli e presidente dell’Anci Gaetano Manfredi. L’ex parroco della Sanità e protagonista della rinascita del quartiere don Antonio Loffredo. Il direttore esecutivo Arte, Cultura e Beni storici di Intesa Sanpaolo Michele Coppola. I campioni di pugilato Patrizio Oliva e Irma Testa. Gli ospiti si sono alternati in un confronto sull’attualità. In sala, accanto a esponenti dell’economia, della cultura, delle associazioni, l’ex presidente della Camera Roberto Fico. Dopo Roma e Milano, dunque, è toccato a Napoli, per la prima volta, ospitare Photoansa.
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Immagini-simbolo
L’amministratore delegato dell’Ansa Stefano De Alessandri spiega che il volume è stato presentato anche a bordo della nave Vespucci. Al centro, anche, di un incontro all’ambasciata d’Italia a Bruxelles, per la prima volta all’estero seppur su suolo italiano. Un patrimonio, quello fotografico dell’agenzia, al centro della mostra al Maxxi di Roma in occasione dell’ottantesimo compleanno dell’Ansa. E che, insieme al patrimonio testuale, è stato messo in salvo attraverso la digitalizzazione e ad un vasto progetto di conservazione realizzato grazie a Intesa Sanpaolo. Foto, quelle contenute nel libro, che raccontano gli eventi principali dello scorso anno. E che, come evidenziato dal direttore dell’Ansa Luigi Contu, “consentono, a distanza di tempo, di ragionare sui fatti da una prospettiva diversa”. La presentazione di Napoli è stata anche l’occasione per raccontare le diverse anime del capoluogo della Campania. Come quella del quartiere Sanità dove, ha raccontato don Antonio Loffredo, “i problemi li abbiamo sempre affrontati come risorse e dove la priorità era di riportare la speranza”. Una Napoli che può farcela puntando sulla cultura ma anche sullo sport antidoto alla criminalità, come hanno auspicato i pugili Patrizio Oliva e Irma Testa.
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Tradizione
“Photoansa è un appuntamento che è ormai una rilevante tradizione della comunicazione in Italia. Un’occasione importante di riflessione e di bilancio rispetto a un anno complesso, ma anche denso di novità sia per il nostro Paese che per il mondo intero- sostiene il sindaco di Napoli Manfredi-. È un momento che ci aiuta a fare una riflessione su quello che sta accadendo. Sulle tante incognite che abbiamo davanti e le tante sfide che si devono vincere”. Coppola, invece, ha anticipato un ampio progetto che riguarderà proprio Napoli. Dopo Clichy-Montfermeil, San Francisco, Dallas, New York e Miami, JR – tra i più importanti rappresentanti della scena artistica contemporanea – approderà a Napoli il progetto Chronicles. Una serie di murales partecipati ispirati alle grandi opere di Diego Rivera. Realizzati incollando migliaia di ritratti di persone del luogo, intervistate e fotografate da JR e dal suo team e che finiranno sulla facciata del Duomo di Napoli. Racconti che si intrecciano con la storia dell’Ansa che ha appena compiuto 80 anni. Come ricordato dal governatore De Luca, “sono 80 anni di stile: un’agenzia con una grande storia e anche con tanti anticorpi e dignità“.
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Le origini
“Il bello più bello dell’Ansa è perché nacque e come nacque“, scrive Sergio Lepri nel saggio “Ansa 1961-1990”. La nascita dell’Ansa ha, infatti, per l’Italia un significato e un valore politico nelle drammatiche vicende di quei tempi. Dopo la fine della guerra la Germania fu divisa dalle potenze vittoriose in quattro zone e in ognuna di esse la potenza occupante distribuiva alla stampa un notiziario in lingua tedesca della propria agenzia di informazione. Gli Stati Uniti con l’Associated Press, la Gran Bretagna con la Reuter, la Francia con la France Presse, l’Unione Sovietica con la Tass. Un’agenzia di stampa tedesca – la Dpa, Deutsche Presse Agentur – fu permessa soltanto nell’agosto del 1949. “In Italia, invece, no- racconta Lepri-. Già nel 1944, la guerra non era ancora finita, gli Alleati pensarono a un’agenzia di stampa gestita dagli italiani. Era un evidente privilegio, il riconoscimento delle benemerenze dell’Italia per il contributo dato agli ultimi atti della guerra col Corpo di liberazione, la Resistenza e la lotta partigiana“. L’idea originaria fu del PWB (“Psychological Warfare Branch”, l’organo della propaganda alleata), che – in contrasto con l’ammiraglio Ellery W. Stone, capo del governo militare alleato in Italia (l’AMG), favorevole a una pluralità di agenzie di stampa private – sosteneva l’utilità di creare un’agenzia cooperativa di proprietà dei giornali e da essi gestita.
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Progetto PWB
Ricostruisce Sergio Lepri: “Il progetto del PWB si trasformò in una proposta che il suo ‘news-editor’, il capitano Orville Anderson, presentò al presidente del consiglio Ivanoe Bonomi, il quale la fece sua in una lettera inviata il 29 settembre all’ammiraglio Stone. Proprio negli stessi giorni l’appena nata Associazione italiana degli editori di giornali aveva maturato un analogo progetto e il 7 ottobre illustrò alla presidenza del consiglio un piano per la formazione di un’agenzia cooperativa che doveva sostituire la fascista agenzia Stefani. La nuova agenzia si sarebbe chiamata ARTI, “Agenzia radiotelegrafica
italiana”. L’agenzia americana Associated Press si era già detta disposta a cedere all’ARTI il suo notiziario internazionale. I firmatari della lettera erano Giuseppe Liverani, direttore amministrativo del “Popolo”, Primo Parrini, direttore amministrativo dell’ “Avanti” e Amerigo Terenzi, consigliere delegato dell’”Unità”. Il dibattito pro e contro l’esistenza di una o più agenzie di stampa italiane proseguì fino a dicembre, finché prevalse il punto di vista del PWB. Ossia favorire la nascita dell’ARTI come cooperativa fra i quotidiani italiani, senza che questo potesse rappresentare un monopolio dell’informazione e quindi senza impedire la creazione di altre agenzie private. Data di inizio il 15 gennaio del 1945. In tale data la NNU (“Notizie Nazioni Unite”) che, filiazione del PWB, era l’agenzia che distribuiva l’informazione ai giornali italiani, avrebbe cessato le sue attività in Roma e il 1° marzo nel resto del territorio sotto amministrazione italiana.