Papa Francesco fa spesso riferimento alla sua personale devozione per San Giuseppe, uomo “dei sogni di Dio”. Il Vangelo di Matteo descrive l’apparizione dell’angelo al futuro sposo di Maria, il quale “non proferisce parola” davanti a questa manifestazione divina. “Si fida di Dio e obbedisce”, osserva il Pontefice nella sua catechesi. Lui, che “entra in scena nel Vangelo di Matteo come il fidanzato di Maria“, quando “scopre la gravidanza” della donna che ama, “viene messo duramente alla prova”. Di fronte a una situazione simile, ha ricordato Jorge Mario Bergoglio nell’udienza generale, “che avrebbe comportato la rottura del fidanzamento, la Legge suggeriva due soluzioni possibili. O un atto giuridico di carattere pubblico, come la convocazione della donna in tribunale, oppure un’azione privata come quella della consegna alla donna di una lettera di ripudio”. Giuseppe, però, definito come “giusto” dal Vangelo, “seguendo la Parola di Dio, agisce ponderatamente”. E cioè “non si lascia sopraffare da sentimenti istintivi, ma preferisce farsi guidare dalla sapienza divina. Sceglie di separarsi da Maria senza clamori, cioè privatamente. Questa sua saggezza gli permette di non sbagliarsi e di rendersi aperto e docile alla voce del Signore”. Una voce che risuonerà in lui attraverso il sogno, elemento che “richiama alla memoria un altro Giuseppe”, ovvero il figlio di Giacobbe, “soprannominato ‘signore dei sogni’, tanto amato dal padre e tanto odiato dai fratelli, che Dio innalzò facendolo sedere alla corte del Faraone“.
![Giuseppe](https://www.interris.it/wp-content/uploads/2024/05/coronel-gonorrea-g453jQQnJ-U-unsplash.jpg)
L’esempio di San Giuseppe
Davanti alle parole dell’angelo, “Giuseppe non chiede prove ulteriori, si fida di Dio, accetta il sogno di Dio sulla sua vita e su quella della sua promessa sposa. Così entra nella grazia di chi sa vivere la promessa divina con fede, speranza e amore”, ha aggiunto il Papa, concludendo: “Chiediamo anche noi al Signore la grazia di ascoltare più di quanto parliamo, di sognare i sogni di Dio e di accogliere con responsabilità il Cristo che, dal momento del battesimo, vive e cresce nella nostra vita”. Osserva Francesco: “I Vangeli non ci riportano nessuna parola di Giuseppe di Nazaret, niente, non ha mai parlato. Ciò non significa che egli fosse taciturno, no, c’è un motivo più profondo. Con questo suo silenzio, Giuseppe conferma quello che scrive Sant’Agostino: ‘Nella misura in cui cresce in noi la Parola – il Verbo fatto uomo – diminuiscono le parole’. Nella misura che Gesù – la vita spirituale – cresce, le parole diminuiscono“.