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Il Giubileo delle vittime della tratta e gli ambasciatori di speranza del Papa

L’undicesima edizione dell’appuntamento coordinato da Talitha Kum,, la rete internazionale che conta più di 6mila suore, amici e partner in tutto il mondo

Il Papa riceve oggi la rete internazionale anti-tratta che conta più di 6mila suore, amici e partner in tutto il mondo. “Quando in uno dei Venerdì della Misericordia durante l’Anno Santo Straordinario sono entrato nella casa di accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII, non pensavo che lì dentro avrei trovato donne così umiliate, affrante, provate. Realmente donne crocifisse – scrive Francesco nella prefazione al libro “Donne crocifisse. La vergogna della tratta raccontata dalla strada” (Rubbettino) di don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII-. Nella stanza in cui ho incontrato le ragazze liberate dalla tratta della prostituzione coatta, ho respirato tutto il dolore, l’ingiustizia e l’effetto della sopraffazione. Un’opportunità per rivivere le ferite di Cristo”. Prosegue il Pontefice: “Dopo aver ascoltato i racconti commoventi e umanissimi di queste povere donne, alcune delle quali con il bambino in braccio, ho sentito forte desiderio, quasi l’esigenza di chiedere loro perdono per le vere e proprie torture che hanno dovuto sopportare a causa dei clienti, molti dei quali si definiscono cristiani. Una spinta in più a pregare per l’accoglienza delle vittime della tratta della prostituzione forzata e della violenza”. Inoltre, sottolinea il Pontefice, “una persona non può mai essere messa in vendita. Per questo sono felice di poter far conoscere l’opera preziosa e coraggiosa di soccorso e di riabilitazione che don Aldo Buonaiuto svolge da tanti anni, seguendo il carisma di Oreste Benzi. Ciò comporta anche la disponibilità ad esporsi ai pericoli e alle ritorsioni della criminalità che di queste ragazze ha fatto un’inesauribile fonte di guadagni illeciti e vergognosi“.

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Il Presidente Sergio Mattarella in occasione della celebrazione della Giornata Internazionale della Donna, dal titolo “Mai più schiave” (foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Stop alla tratta

E’ iniziata domenica e si conclude domani una ricca settimana di iniziative (formazione, preghiera e riflessione)  verso la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone, che si celebra ogni anno l’8 febbraio. La Chiesa domani ricorda santa Bakhita, donna e suora sudanese vittima di tratta e simbolo universale dell’impegno della Chiesa contro le nuove forme di schiavismo. “Ambasciatori di speranza. Insieme contro la tratta di persone” è il tema scelto per l’11ª edizione dell’appuntamento, istituito nel 2015 da Jorge Mario Bergoglio. Che ne ha affidato la promozione all’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg) e all’Unione dei superiori generali (Usg). Con il coordinamento di Talitha Kum, la rete internazionale anti-tratta. In continuità con il Giubileo della speranza in corso, dunque, le iniziative a Roma hanno preso il via domenica 2 febbraio, con la partecipazione alla preghiera dell’Angelus in piazza San Pietro insieme a Francesco. Martedì 4 febbraio nella basilica di Santa Maria in Trastevere si è svolta una veglia ecumenica di preghiera in inglese e italiano.

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Foto di Priscilla Du Preez 🇨🇦 su Unsplash

Contro lo sfruttamento

Gli organizzatori hanno invitato tutti a dedicare un post sui social e condividerlo usando gli hashtag ufficiali #PrayAgainstTrafficking, #iubilaeum2025. La tratta è un fenomeno che, secondo i dati delle Nazioni Unite, colpisce a livello globale 50 milioni di persone. A soffrirne maggiormente le conseguenze, donne, bambini, migranti e rifugiati. “Una vittima su tre è un bambino, mentre il 79% delle vittime dello sfruttamento sessuale a livello globale è costituito da donne e ragazze – riferisce RomaSette.it-. Le persone costrette alla migrazione forzata sono circa 120 milioni. Guerre, conflitti, violenze, povertà e catastrofi ambientali li portano ad abbandonare le proprie case, rendendoli particolarmente vulnerabili alla tratta e allo sfruttamento, per la pericolosità delle rotte. E perché spesso si fa ricorso a trafficanti o al mercato nero per spostarsi da un Paese all’altro. A questo si aggiunge anche lo sfruttamento online: un’altra forma di tratta“. Un gruppo di ambasciatori di ragazzi provenienti da tutti i Paesi si è poi fatto promotore di speranza “armato2 dell’App Walking in Dignity per dire no alla tratta. Vengono da Australia, Camerun, Giappone, Albania, Romania, Ucraina, Kenya, Messico, Uruguay, Perù. “Hanno unito le loro forze con quelle di Talitha Kum, la rete internazionale di religiose che combattono la tratta di esseri umani, come ambasciatori dei giovani”, racconta Vatican News. Gli ambasciatori dei giovani sono diventati pellegrini della speranza. Dirigendosi verso la Basilica di San Pietro, camminando fisicamente ma anche digitalmente ‘armati’ dell’App Walking in Dignity, che ha contato ogni loro passo. Passi che hanno varcato la soglia della Porta Santa. E che contribuiscono alla lotta contro la tratta di esseri umani e andranno a beneficio delle numerose iniziative di Talitha Kum sparse in tutto il mondo“.

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Foto di Stefano Carofei (Imagoeconomica)

Porta Santa

Dopo quella della basilica di San Pietro, i giovani hanno attraversato anche le Porte Sante di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore. Ieri, invece, hanno attraversato la Porta Santa della Basilica di San Paolo fuori le Mura. Suor Abby Avelino, coordinatrice internazionale di Talitha Kum, spiega che i giovani ambasciatori hanno colto l’occasione dell’Anno giubilare e del pellegrinaggio della speranza “per invitare molte persone a camminare con noi, con dignità”. Utilizzando l’App Walking in Dignity, i giovani ambasciatori possono promuovere l’applicazione mobile, aumentare la propria consapevolezza sulla tratta di esseri umani e allo stesso tempo contribuire ai progetti che le religiose hanno intrapreso. Aggiunge suor Abby ai media vaticani: “Le nostre suore stanno lavorando a livello di base con 6.000 membri di Talitha Kum. Mentre camminiamo nella dignità con la gente, siamo ancora consapevoli di quante persone vivono ancora in condizioni di schiavitù moderna: 50 milioni è la stima. Camminando insieme, quindi, possiamo sognare e sperare di porre fine alla tratta di esseri umani”. L’applicazione Walking in Dignity è stata lanciata dai giovani ambasciatori di Talitha Kum. Attraverso di essa, invitano i loro coetanei a impegnarsi nella cura delle vittime della tratta camminando insieme. Man mano che i loro passi vengono contati e donati, possono sbloccare contenuti e scoprire come Talitha Kum svolge la sua missione. Inoltre, i passi che gli utenti dell’App donano sono compensati da donatori che sostengono la missione di Talitha Kum.

Il cardinale vicario Reina apre la Porta Santa in San Giovanni in Laterano (fonte: Vatican News)

Tratta da eliminare

Suor Mary Barron presiede l’Unione internazionale delle superiore generali. E ha fondato Talitha Kum quasi 16 anni fa. L’App Walking in Dignity rende le informazioni su questa insidiosa realtà più accessibili alle giovani generazioni. Ciò è importante perché li coinvolge rendendoli partecipi e sensibili al fine di prevenire ed eliminare la tratta nel mondo. Dal lancio, gli utenti di 95 Paesi hanno donato circa 200 milioni di passi, pari a 200.000 gettoni, coprendo una distanza di 52 milioni 120.000 chilometri. Nove progetti associati a Talitha Kum hanno raggiunto l’obiettivo di 150.000 gettoni.

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