L’abbraccio è da sempre la manifestazione fisica di affetto per eccellenza, ma le sue implicazioni vanno ben oltre il semplice gesto di tenerezza. A seconda del contesto, infatti, l’abbraccio assume molteplici significati. È anche un potente alleato per la nostra salute: stimola i neurotrasmettitori del benessere, rinforza il sistema immunitario e favorisce lo sviluppo delle connessioni neuronali che influenzano la crescita cognitiva. Tra i numerosi benefici, l’abbraccio è in grado di attenuare l’ansia, aumentare l’autostima e, secondo alcuni studi, persino ridurre la suscettibilità alle infezioni delle alte vie respiratorie.
L’intervista
L’abbraccio ha effetti positivi anche nei bambini. Durante l’età evolutiva, infatti, il contatto fisico – e in particolare l’abbraccio – è una delle forme più significative di stimolazione per lo sviluppo fisico ed emotivo. Il contatto pelle a pelle, infatti, attiva una risposta biologica nel cervello del bambino, favorendo uno sviluppo più rapido e sano. A tal proposito, Interris.it ha approfondito questo tema con la dottoressa Sara Sollai, consigliere nazionale uscente della Società Italiana di Pediatria.
Dottoressa, cosa accade durante un abbraccio?
“Durante un abbraccio vengono attivati alcuni mediatori neurochimici come l’ossitocina, la serotonina e le endorfine, che generano una sensazione di benessere, di rilassamento e di riduzione del dolore. A tal proposito, in molti ospedali, soprattutto quelli con la certificazione ‘Amico dei Bambini’, sono attivi comportamenti che utilizzano il contatto fisico per ridurre il dolore. Un altro aspetto importante dell’abbraccio è la sua capacità di aumentare la fiducia e rafforzare il legame tra le persone coinvolte”.
Perché questi benefici sono più evidenti nei bambini?
“La risposta è semplice: durante l’età evolutiva si sviluppano le connessioni neuronali che sono fondamentali per l’intero processo di crescita. I bambini che subiscono privazioni sensoriali invece, come la carenza di contatti affettivi, rischiano di sviluppare disturbi significativi, come il rallentamento dello sviluppo cognitivo.”
Quali sono gli atteggiamenti che hanno modificato il contatto fisico rispetto al passato?
“Uno dei principali cambiamenti riguarda l’uso dei dispositivi elettronici in famiglia, in particolare degli smartphone. Negli ultimi anni, abbiamo osservato un aumento del fenomeno del phubbing, ossia il comportamento dei genitori che, pur essendo in presenza dei figli, continuano a concentrarsi sui dispositivi elettronici. Questo atteggiamento non solo deteriora la qualità delle relazioni familiari, ma può anche avere gravi ripercussioni sul benessere psicologico dei più giovani, spingendoli verso l’isolamento sociale.”
Nei punti nascita degli ospedali italiani è ormai consolidata la pratica dello skin to skin. Quali sono i suoi benefici?
“Lo skin to skin è una pratica fondamentale che avviene subito dopo la nascita, durante un parto spontaneo e fisiologico. In questa fase, il neonato viene posto sul petto della madre, dando vita a un legame che porta vantaggi sia per la salute fisica che emotiva di entrambi. Negli ultimi anni, numerosi studi hanno evidenziato l’importanza di questa pratica per il benessere del neonato e della madre, favorendo anche un miglior sviluppo della loro relazione. Questa è la prova evidente di come l’abbraccio rappresenti la prima forma di cura, essenziale per il benessere del neonato, una creatura vulnerabile che ha bisogno del contatto affettivo con la propria madre”.