La voce degli ultimi

domenica 2 Febbraio 2025
9.9 C
Città del Vaticano

La voce degli ultimi

domenica 2 Febbraio 2025

La necessaria difesa di chi la società scarta e getta via

La vita va difesa sempre: quella dei nascituri come quella degli anziani e dei malati”, insegna Francesco. E’ incentrata sulla speranza la Giornata per la vita che si celebra oggi in tutte le diocesi italiane. Il tema della 47esima edizione è tratto dall’Antico Testamento (“Tu sei indulgente con tutte le cose, perché sono tue, Signore, amante della vita”) e proclama la tutela dell’esistenza in tutte le sue forme. Un appello ancor più forte durante il Giubileo sul cui vibrante inno alla “speranza che non delude” (Rm 5,5) poggia la Bolla di indizione “Spes non confundit”. Il Papa invoca la salvaguardia in particolare della vita di chi non ha voce. C’è un segno, infatti, che non deve mai mancare nella condivisione di valori e visioni del mondo. E cioè l’opzione per gli ultimi, per quelli che la società scarta e getta via. È l’attenzione preferenziale per i più deboli di cui prendersi cura con predilezione, come i bambini nascituri (“i più indifesi e innocenti di tutti”).

A loro si vuole negare la dignità umana “per poterne fare quello che si vuole”. Promuovendo legislazioni che ne calpestano l’inviolabilità, mentre quotidianamente vengono osteggiati, ridicolizzati, derisi coloro che difendono le vite dei nascituri. Da più parti, infatti, si definisce oscurantista, ideologica e conservatrice la posizione di chi lega intimamente la tutela della vita nascente a quella dei diritti umani. “Un essere umano è sempre sacro in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo – sostiene Jorge Mario Bergoglio -. È un fine in sé stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà”. Dobbiamo erigere, quindi, una solida barriera di civiltà per impedire che i diritti umani finiscano in balia delle convenienze contingenti dei potenti di turno. Il concetto fondante del Magistero pontificio della vita è proprio quella stessa dignità che si vorrebbe negare anche alle vittime della tratta, costrette all’abominio della prostituzione dai trafficanti di esseri umani mentre tornano a riecheggiare proposte degradanti di legalizzazione del mercimonio coatto. “Non è progressista eliminare una vita umana”, avverte il Papa. Sta a noi come persone, comunità, istituzioni impegnarci e collaborare per accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure in cui l’aborto si presenta loro come una rapida soluzione a profonde angustie. Soprattutto quando la vita che cresce nel grembo è conseguenza di violenza o scaturisce in un contesto di estrema povertà.

Solo uno sguardo di speranza, secondo il messaggio dell’Anno Santo, è capace di sostenere la difesa della vita e la tutela dei deboli. Altrimenti si rischia di cedere alle logiche ispirate all’utilità immediata, alla supremazia di interessi di parte o all’imposizione della legge del più forte fino a sprofondare inevitabilmente in uno scenario di morte. La “cultura dello scarto” porta a rifiutare i bambini con l’aborto, come pure conduce all’eutanasia nascosta degli anziani, abbandonati invece di essere considerati come nostra memoria, legame con il passato e risorsa di saggezza per il presente. Francesco si chiede quale sarà il prossimo scarto. Ed esorta tutti a fermarsi in tempo, a non rassegnarsi, a non considerare questo stato di cose come irreversibile. Occorre cercare di costruire una società e un’economia dove siano al centro l’uomo e il suo bene, non il denaro. C’è bisogno di etica nell’economia e anche nella politica. Ogni nuova vita è “speranza fatta carne”, come ricorda il documento che istituisce la Giornata odierna. La Scrittura presenta un Dio che ama gli esseri umani, chiamati a condividere la dignità filiale e ad essere partecipi della stessa vita divina.

Tante persone, invece, sono bloccate dalla disillusione e dal cinismo. Eppure, la vita merita di essere vissuta e difesa in ogni istante. In alcuni luoghi, invece, si è prodotta una “desertificazione” spirituale, frutto del progetto di società che vogliono costruirsi senza Dio o che distruggono le loro radici cristiane. Dipende da tutti e da ciascuno porvi rimedio. “Ciò che stiamo facendo è solo una goccia nell’oceano. Ma se quella goccia non fosse nell’oceano, l’oceano sarebbe più piccolo a causa di quella goccia mancante”, dice Madre Teresa di Calcutta. Quella goccia è il nostro impegno per la difesa della vita dal concepimento al suo termine naturale.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

don Aldo Buonaiuto
don Aldo Buonaiuto
Fondatore e direttore editoriale di In Terris, è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da anni è impegnato nella lotta contro la prostituzione schiavizzata

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario