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Papa Francesco: “Riscoprire la gioia dell’incontro con Gesù”

Il Santo Padre, recitando l’Angelus, ha sottolineato l'importanza del dialogo per giungere alla pace tra i popoli

Papa Francesco si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano e ha recitato l’Angelus con i pellegrini e i fedeli riuniti in Piazza San Pietro.

Le parole del Santo Padre

Il Vangelo della liturgia odierna ci narra il primo segno che Gesù ha compiuto, trasformando l’acqua in vino durante una festa di nozze a Cana di Galilea. Si tratta di un racconto che anticipa e sintetizza tutta la missione di Gesù: nel giorno della venuta del Messia – così dicevano i profeti – il Signore preparerà «un banchetto di vini eccellenti» e «i monti stilleranno il vino nuovo»; Gesù, dunque, è lo Sposo che è venuto a portare il “vino buono” del suo amore, per rinnovare il patto nuziale tra Dio e l’umanità.

La mancanza e la sovrabbondanza

In questo Vangelo possiamo notare due cose: la mancanza e la sovrabbondanza. Da una parte il vino viene a mancare e Maria dice a Suo Figlio: «Non hanno vino» (v. 3); dall’altra parte, Gesù interviene facendo riempire sei grandi anfore e, alla fine, il vino è così abbondante e squisito che il maestro del banchetto loda lo sposo per averlo conservato fino alla fine. Dunque, «il segno di Dio è la sovrabbondanza» e «la sovrabbondanza di Cana è segno che la festa di Dio con l’umanità è cominciata». Alla mancanza dell’uomo, Dio risponde sempre con la sovrabbondanza del suo amore.

La speranza

Anche nel banchetto della nostra vita a volte ci accorgiamo che il vino viene a mancare. Succede quando le preoccupazioni che ci affliggono, le paure che ci assalgono o le forze dirompenti del male ci tolgono il gusto della vita, l’ebbrezza della gioia e il sapore della speranza. Ma, dinanzi a questa mancanza, il Signore ci dona con sovrabbondanza il suo amore, portando nella nostra vita il vino dello Spirito Santo, che è il vino della gioia e della speranza. E ce lo dona in abbondanza perché non venga mai meno, perché “la nostra festa non abbia fine”, come scriveva frère Roger di Taizé.

La domanda da farci

E allora possiamo chiederci: quando nella mia vita viene a mancare il vino della gioia e dell’amore, mi rivolgo a Gesù, attraverso Maria, oppure mi chiudo in me stesso? E quando il Signore mi dona in abbondanza il suo amore, so conservarlo nel cuore per condividerlo con chi è nella tristezza e nella rassegnazione? Ricordiamoci questo: il Signore viene anche oggi a fare festa con noi e, se a volte dobbiamo fare i conti con le nostre mancanze, Egli ci dona con abbondanza lo Spirito Santo, che sempre ci rinnova.

La preghiera

Preghiamo allora la Vergine Maria. Lei, che è la “Donna del vino nuovo” interceda per noi e, in questo anno giubilare, ci aiuti a riscoprire la gioia dell’incontro con il Signore Gesù.

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