Emergenza dark web: il lato inquietante della rete. Ecco perché i sistemi che garantiscono l’anonimato on line devono essere messi al bando. Con il termine “dark” si descrive le caratteristiche di non-visibilità delle informazioni contenute. “Il nuovo anno si apre con un ulteriore incremento del traffico in Rete, già cresciuto in maniera esponenziale durante la pandemia e mai più diminuito. Aumenta, però, in parallelo anche il lato oscuro del web, quello che nasconde il peggio della Rete. L’allarme è arrivato, proprio in questi giorni, da agenzie governative specializzate di diversi stati. Secondo il guru e pioniere del web Jaron Lanier, quello che vediamo in Rete è solo una frazione ridottissima del traffico online. Infatti, l’Internet nascosto (deep web) e cioè la porzione che non viene indicizzata dai nostri motori di ricerca, è ormai nettamente in prevalenza nel web effettivo; e all’interno del deep web cresce il dark web, il lato oscuro e più inquietante della Rete“, scrive il professor Mauro Masi, delegato italiano alla proprietà intellettuale, su Italia Oggi. Il dark web è definito come un insieme di dati/contenuti che vengono resi intenzionalmente invisibili. Inoltre non sono accessibili dai comuni browser che utilizziamo giornalmente, ma dobbiamo utilizzare dei software per la comunicazione anonima, come ad esempio Tor oppure I2P. Questo livello della Rete è utilizzato spesso per attività criminali, traffici illeciti, pornografia e transazioni illegali o per pagare ad esempio attività illecite tramite la valuta virtuale bitcoin. Ovviamente la possibilità di trasmettere informazioni in modo anonimo e non rintracciabile, rende il Dark Web un canale di comunicazione più sicuro anche per utenti che lo utilizzano a scopi non illegali, come ad esempio attivisti, dissidenti di stati totalitari o durante il corso di guerre.
Pericolo globale
L’India nel 2024 è stato la seconda nazione al mondo più colpita da attacchi informatici, secondo il “ThreatLandscape Report 2024” dell’agenzia CloudSek. Lo studio, che si basa sul monitoraggio dei dati del dark web rivela che dopo gli Stati Uniti, che hanno visto attaccare 140 entità, si piazza l’India, con 95 soggetti presi di mira. Il terzo paese è Israele, con 57 aggressioni. In India, paese che ha conosciuto una rapidissima digitalizzazione, i cyber pirati hanno attaccato banche e soggetti che offrono servizi finanziari, istituzioni governative, società di telecomunicazione, e attori dei settori dell’educazione, della sanità e della farmaceutica. Lo studio sottolinea che il furto di dati più serio ha coinvolto 850 milioni di informazioni di cittadini indiani sottratte alle società assicurative Hi-Tek Group, Star Health e Allied Insurance customers data, e i due terabyte carpiti alla Telecommunications Consultants India. Gli incidenti causati da malware infettanti come Lockbit, Killsec e Ransomhub sono stati in India 108 in totale. Intanto Accenture ha annunciato l’espansione della propria offerta di servizi di cybersecurity con soluzioni innovative potenziate dall’intelligenza artificiale (IA) generativa, che includono la protezione contro i deepfake e tecnologie quantum-safe. In un contesto in cui le imprese italiane di diversi settori si trovano a doversi difendere da attacchi informatici sempre più sofisticati, questi nuovi strumenti sono pensati per aiutarle a rafforzare la propria resilienza informatica e a reinventarsi.
Cybercriminali
Un recente studio di Accenture ha infatti evidenziato che i cybercriminali stanno utilizzando sempre più l’IA generativa e i large language models (llm) per lanciare nuove tipologie di attacchi, registrando un aumento del 223% nel commercio di strumenti legati ai deepfake sui forum del dark web nel primo trimestre del 2024 rispetto all’anno precedente. Inoltre, dal lancio di ChatGPT alla fine del 2022, si è registrata una notevole impennata degli attacchi ransomware (+ 76%) . In previsione di un ulteriore crescita degli attacchi informatici guidati dall’IA, è quindi necessario che le organizzazioni adottino misure di sicurezza avanzate, incluse quelle basate sull’AI, per prevedere, prevenire, rilevare e rispondere efficacemente alle minacce in tempo reale. “La cybersecurity – spiega Marco Molinaro, security lead di Accenture per Italia, Centro Europa e Grecia – non è più solo una questione tecnica, ma un pilastro fondamentale della resilienza aziendale. La combinazione di tecnologie di frontiera, come IA, robotica, realtà aumentata e computazione quantistica, comporta non solo un aumento della varietà delle minacce cyber, ma anche una progressione esponenziale della loro efficacia in termini di impatto sui servizi e le infrastrutture. Specie se essenziali o critiche”. Tuttavia, evidenzia Molinaro, “l’IA può essere anche un valido strumento per potenziare le difese, basti considerare che il 71% delle attività svolte dagli analisti della sicurezza informatica possono essere automatizzate o potenziate utilizzando l’IA generativa. Le nostre soluzioni basate sull’IA generativa offrono quindi alle imprese italiane strumenti efficaci per rafforzare la loro resilienza, accelerare la protezione del business e navigare con successo in un panorama in continua evoluzione“.
Rischio-web
Prosegue Masi: “Nel 2015, nel libro che ho pubblicato per Class Editori, Internet ci rende più stupidi, scrivevo: ‘la nascita e lo sviluppo dirompente dei social network, così come la fenomenologia del big data, hanno reso esplicito quello che, fin dagli inizi, era implicito nella tecnologia della Rete e cioè che su Internet non esiste nessuna privacy‘. Ma la realtà supera di gran lunga non solo la fantasia, ma anche la teoria. Cresce un lato oscuro della Rete fatto di violenza, pedofilia, terrorismo, vendita di droga e altre nefandezze che rischiano di divorarsi il lato luminoso della Rete. Quello che ha fatto diventare il web il motore del cambiamento e il faro della modernità. E c’è un prerequisito essenziale di cui si nutre il lato oscuro: l’anonimato. Esistono, infatti, sistemi come Tor (The onion router) che permettono il sostanziale anonimato del traffico di Rete e sono ormai divenuti accessibili a chiunque. E se all’interno di realtà problematiche e particolari possono aiutare a proteggere il dissenso politico e la tutela dei diritti umani (come è effettivamente accaduto in Cina o durante la primavera araba), nei paesi dell’Occidente industrializzato non si vede che senso abbiano”. Aggiunge Masi: “Il funzionamento di Tor si basa su tecniche di triangolazione informatica per cui i dati di qualsiasi comunicazione non transitano dal cliente al server, come avviene normalmente. Al contrario, Tor agisce al pari di un router, costruendo un circuito virtuale crittografato a strati. Per di più i siti web creati per il software (che hanno un’estensione di dominio specifica chiamata onion) sono ospitati direttamente sul computer del loro creatore e sono raggiungibili solo navigando attraverso la piattaforma stessa”. Ma Tor. precisa Masi, “non è l’unico esempio del genere, esistono e sono ancor più facili da trovare in Rete, i sistemi Vnp (Virtual private network; ossia Rete privata virtuale) che,di fatto, creano una Rete privata criptata in una Rete pubblica. Vnp è più veloce di Tor, è facilissimo da ottenere e installare, ma risulta molto più costoso da mantenere e meno efficace in tema di anonimato assoluto. Questi sistemi sono il prerequisito essenziale su cui vive il dark web, con tutto il suo carico di crimini commessi quotidianamente in ogni parte del mondo. Ora più che mai è necessario che tutti gli interessati si impegnino affinché siano messi rapidamente al bando, o quantomeno, regolamentati”.
Web illegale
I pericoli del dark web ispirano anche le trame dei romanzi. Massimiliano Scudeletti torna in libreria con “La Laguna del Disincanto” (Arkadia), in cui il suo protagonista, il reporter disilluso Alessandro Onofri, è un uomo adulto, reporter di guerra disilluso e segnato, molto diverso dal ragazzino protagonista del precedente romanzo, “La laguna dei sogni sbagliati”. Il suo passato è solo un’ombra lontana, dimenticata tra le acque stagnanti della Laguna di Venezia e il buio di Porto Marghera. Ma quando un’amica disperata gli mostra un filmato inquietante del figlio che terrorizza il fratello mimando un rituale scolastico macabro, Onofri è risucchiato in una nuova indagine che lo costringe ad affrontare vecchi demoni. Ciò che scoprirà scuoterà profondamente la sua fragile stabilità. Altri bambini della stessa scuola sulle colline di Fiesole sono vittime di traumi terribili. Le loro foto circolano su Silk Road, il famigerato mercato illegale nel dark web. Un luogo dove antiche credenze trovano nuova vita grazie alle tecnologie moderne. Con il nuovo “La laguna del disicanto”, Scudeletti si cimenta con un intricato noir che si svolge in mezza Italia. Laddove “noir” indica quei romanzi in cui i luoghi sono i protagonisti, in questo caso, tra gli altri, una Venezia non più perla del nord Mediterraneo, ma luogo oscuro tra passato e presente. Dove i feroci fatti del mondo e della cronaca si incrociano con il mistero, l’occulto e tutto quello che cela una natura che non è ciò che appare in superficie. Proprio come Venezia, sempre difficile da decifrare. Scudeletti è nato e vive a Firenze. Dopo gli studi si dedica alla realizzazione di documentari e spot televisivi prima come sceneggiatore, poi come regista, attività che poi abbandonerà. Compiuti i cinquant’anni, decide di dedicarsi completamente alla cultura tradizionale cinese e alla scolarizzazione di adulti immigrati. A febbraio 2018 pubblica il suo primo romanzo, un giallo con protagonista il videoreporter di guerra Alessandro Onofri, Little China Girl (Betti Editrice). Dopo numerosi racconti, alcuni con protagonista Alessandro Onofri, a luglio 2019 pubblica il suo secondo romanzo, L’ultimo rais di Favignana. Aiace alla spiaggia (Bonfirraro Editore), quindi, nel 2022, “La laguna dei sogni sbagliati”.
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