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Furio Colivicchi, vicepresidente Fism, la Federazione delle società medico-scientifiche italiane è intervenuto a margine dell’incontro “Ripensare le cronicità: l’impatto dell’innovazione per un Ssn sostenibile”, promosso da The European House Ambrosetti a Roma. “Ricordo molto bene quello che è successo con il Covid nel 2020: il primo paziente con il virus era un cittadino cinese in vacanza a Roma – sottolinea Colivicchi – Quindi il rischio è concreto e richiede un’attività di sorveglianza da parte della sanità pubblica molto forte. Sicuramente faremo tesoro di quello che è già successo. Oltre alla sorveglianza ai confini, sarà attivato tutto il servizio sanitario che si occupa dell’attività negli aeroporti e in generale della sorveglianza dei flussi turistici dei viaggiatori. Poi c’è un altro aspetto. Le strutture sanitarie di pronto soccorso e di primo soccorso dovranno essere allertate come fu fatto a suo tempo per la pandemia da Covid. Quindi dovranno essere dotate delle capacità diagnostiche per questi casi. Ci aspetta un momento difficile, la situazione è critica”. Per Colivicchi fondamentale è “il contributo delle società scientifiche”. La Fism, “che raggruppa oltre 200 società medico-scientifiche e decine di migliaia di specialisti, può fare molto in termini culturali, quindi di sensibilizzazione rispetto a questo problema. Tutti quanti devono fare la loro parte. Non a caso l’ultimo G7 della Salute che si è tenuto a Bari si è focalizzato sulla antimicrobico resistenza, un altro tema che riguarda le malattie infettive“, aggiunge. “Con l’apertura del Giubileo arriveranno in Italia 35 milioni di pellegrini da tutto il mondo in un anno. Sappiamo bene che quando si muovono grandi masse di persone il rischio di diffusione di infezioni è sempre presente. Per questo motivo la sorveglianza sanitaria deve iniziare già ai confini italiani. Troppe le incognite. Non sappiamo, per esempio, per l’aviaria e per il vaiolo delle scimmie“, oggi Mpox, “quale sia l’effettiva diffusione in questo momento. E visto che milioni di persone arriveranno nel nostro Paese da zone dove aviaria e Mpox sono già state segnalate e presenti, come Sud America e Nord America, occorre molta cautela. L’allarme c’è, noi medici siamo preoccupati perché parliamo di un tema di sanità pubblica che va affrontato con la massima sorveglianza“, conclude Furio Colivicchi.