Il Giubileo, nella sua origine ebraica, era un momento di straordinario rinnovamento sociale e spirituale. Prescritto nel Levitico 25, si celebrava ogni cinquant’anni come un tempo dedicato alla giustizia e alla misericordia. Durante questo “anno santo”, i debiti venivano rimessi, gli schiavi liberati e le terre restituite ai proprietari originari. Non si trattava soltanto di un reset economico e sociale, ma di un profondo richiamo alla sovranità di Dio, alla solidarietà tra gli uomini e alla fiducia in un ordine fondato sull’equità.
Con l’apertura della Porta Santa che avverrà nella vigilia del Natale del redentore, si avrà l’inizio del Giubileo 2025. Siamo tutti chiamati a riflettere sul significato spirituale e concreto di questo evento nel mondo contemporaneo. Esso ci chiama a far della speranza il mezzo per ripristinare le garanzie naturali per la convivenza in un contesto segnato da conflitti, crescenti disparità e crisi sistemiche. Il Giubileo può rappresentare un’occasione per ripensare i pilastri della nostra società e delle istituzioni internazionali.
A livello internazionale, il senso del Giubileo può ispirare una nuova visione per la pace, il commercio e l’uguaglianza. Sul piano della pace, sarebbe necessario l’impegno collettivo per ridare senso al ruolo dell’ONU, eliminando i privilegi di veto di alcuni Stati, e accettando solo membri che rispettano trattati e convenzioni internazionali. Decisioni prese a maggioranza potrebbero favorire interventi a tutela di Stati sovrani vittime di aggressioni illegali, fungendo da deterrente e promuovendo il dialogo come strumento per risolvere i conflitti.
Sul fronte economico, il Giubileo richiama a un sistema commerciale più giusto, capace di ridurre le disuguaglianze e favorire uno sviluppo sostenibile, con particolare attenzione ai Paesi più vulnerabili. Per quanto riguarda l’uguaglianza, è essenziale combattere le disparità globali, garantendo accesso equo a risorse essenziali e opportunità di crescita personale di ciascuno.
Anche in Italia il Giubileo può essere un’occasione di rinnovamento, ispirando una rigenerazione nei settori chiave per il benessere e lo sviluppo sociale: sanità, istruzione, lavoro e istituzioni.
La sanità, oggi afflitta da disuguaglianze territoriali e carenze di personale, deve ritrovare il suo ruolo di diritto universale. Sono necessari investimenti che assicurino cure accessibili a tutti, riducendo i divari tra le regioni. L’istruzione, pilastro di ogni democrazia, richiede un rinnovamento profondo per superare il divario educativo e tornare a essere luogo di crescita culturale e civile.
Per quanto riguarda il lavoro, è cruciale superare il precariato, che nasce spesso dalla mancanza di competitività e dalla deresponsabilizzazione verso i fattori di sviluppo. Serve un modello che valorizzi la dignità del lavoratore, promuovendo occupazioni stabili e di qualità. Infine, le istituzioni devono riscoprire la loro missione di servizio, ricostruendo la fiducia dei cittadini attraverso trasparenza, partecipazione e responsabilità.
Il deterioramento di questi pilastri è il risultato di egoismo, irresponsabilità e mancata partecipazione, non solo dei governanti, ma anche di ampie fasce di cittadini. Tuttavia, il Giubileo è un messaggio di speranza: non come attesa passiva, ma come capacità di agire per un cambiamento concreto. Esso ci richiama alla responsabilità di costruire una società più giusta, dove le ingiustizie siano sanate e la dignità di ogni persona rispettata.
Il Giubileo ebraico, con la sua visione di remissione dei debiti e liberazione degli oppressi, non è solo un evento del passato, ma un modello per il futuro. Ci invita a trasformare le realtà politiche, sociali ed economiche, riportandole in armonia con i valori di giustizia e solidarietà. Questo messaggio universale di speranza può guidarci oggi più che mai verso un nuovo inizio.