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La carezza di papa Francesco a chi non vede e non sente

La Lega del Filo d'Oro in udienza privata dal Pontefice: una tappa significativa nelle celebrazioni per i 60 anni della fondazione che si prende cura delle persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale

Il sostegno, la vicinanza e l’incoraggiamento del Papa al servizio dei più fragili. Francesco benedice una fase significativa per la Lega del Filo d’Oro che il 20 dicembre celebrerà i 60 anni dalla sua fondazione. Era il 20 dicembre 1964, infatti, quando una caparbia donna sordocieca, un giovane sacerdote e a un piccolo gruppo di volontari diedero vita a un’organizzazione in grado di tessere il “filo aureo della buona amicizia” per aprire al mondo la condizione delle persone sordocieche e fare in modo che la società si accorgesse di loro. Il Pontefice ha ricevuto in udienza privata una delegazione della Fondazione Lega del Filo d’Oro, dal 1964 punto di riferimento in Italia per le persone sordocieche e con pluridisabilità psicosensoriale. Oggi la Lega del Filo d’Oro è presente in undici regioni e segue oltre 1200 utenti provenienti da tutta Italia svolgendo le sue attività di assistenza, educazione e riabilitazione delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali nei Centri e Servizi Territoriali di Osimo (Ancona), sede principale dell’ente, Lesmo (Monza Brianza), Modena, Molfetta (Bari) e Termini Imerese (Palermo) e nelle Sedi Territoriali di Novara, Padova, Pisa, Roma, San Benedetto dei Marsi (L’Aquila) e Napoli. Già in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità il Papa aveva richiamato l’apostolo Paolo: “Portiamo il tesoro della vita in vasi di creta“. E la nostra fragilità non offusca in alcun modo “lo splendore del glorioso vangelo di Cristo”. Anzi rivela che “questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi”.

Papa
Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Magistero della fragilità

Papa Francesco testimonia un vero e proprio magistero della fragilità che, “se venisse ascoltato, renderebbe le nostre società più umane e fraterne. Inducendo ognuno di noi a comprendere che la felicità è un pane che non si mangia da soli. La consapevolezza di aver bisogno l’uno dell’altro ci aiuterebbe ad avere relazioni meno ostili con chi ci sta accanto. E la constatazione che neanche i popoli si salvano da soli spingerebbe a cercare soluzioni per i conflitti insensati che stiamo vivendo”. L’udienza si è tenuta per iniziativa di un membro del Comitato dei Familiari della Fondazione. A pochi giorni dal sessantesimo anniversario dell’ente che ricorre sabato prossimo. E ha rappresentato un importante riconoscimento per l’impegno profuso in questi 60 anni di attività. All’udienza hanno preso parte il presidente della Fondazione, tutti i membri del Comitato dei Familiari, insieme ad una rappresentanza di utenti, dipendenti e volontari della Lega del Filo d’Oro. Un bambino seguito dall’ente ha consegnato al Papa un cestino e una natività in ceramica realizzati rispettivamente dai ragazzi del Centro Nazionale di Osimo e della Sede Territoriale di Napoli. Oltre agli atti dell’ultima Assemblea Nazionale delle Famiglie della Fondazione.

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Foto di Nadine Shaabana su Unsplash

La vicinanza del Papa

Grande gioia e profonda commozione hanno accompagnato l’udienza. “Questo incontro rappresenta un momento di grande significato per tutta la Lega del Filo d’Oro – spiegano alla Fondazione– Le parole di Papa Francesco ci hanno profondamente commosso e ispirato, ricordandoci quanto sia importante mettere la tenerezza accanto alle azioni quotidiane. Desideriamo esprimere la nostra più sincera gratitudine al Santo Padre per averci accolto e per il suo messaggio di vicinanza. È un incoraggiamento a proseguire con determinazione nel nostro impegno e guardare avanti alle nuove sfide che ci attendono“. In questi sessant’anni di attività al fianco di chi non vede e non sente la Lega del Filo d’Oro ha investito sulla crescita capillare a livello territoriale, arrivando ad essere presente in 11 regioni italiane con i suoi Centri Residenziali, Centri Diurni, Servizi e Sedi Territoriali. Triplicando il numero di utenti seguiti negli ultimi vent’anni. E seguendo oggi oltre 1.200 utenti che hanno beneficiato di uno o più servizi nelle diverse modalità, garantendo loro interventi diagnostici, educativo-riabilitativi e socio-educativi. Nel 2023 è stato raggiunto il numero più alto mai registrato.

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Foto di Rivage su Unsplash

Al servizio della disabilità

Il magistero della fragilità, secondo Francesco, è un carisma “del quale voi – sorelle e fratelli con disabilità – potete arricchire la Chiesa. La vostra presenza può contribuire a trasformare le realtà in cui viviamo, rendendole più umane e più accoglienti. Senza vulnerabilità, senza limiti, senza ostacoli da superare, non ci sarebbe vera umanità” Ed è per questo che il Papa che si rallegra che il cammino sinodale si stia dimostrando un’occasione propizia per ascoltare finalmente anche la voce delle persone con disabilità. E che l’eco di tale partecipazione sia giunta nel documento preparatorio per la tappa continentale del Sinodo. In esso si afferma: “Numerose sintesi segnalano la mancanza di strutture e modalità di accompagnamento appropriate alle persone con disabilità, e invocano nuovi modi per accogliere il loro contributo e promuovere la loro partecipazione. A dispetto dei suoi stessi insegnamenti, la Chiesa rischia di imitare il modo in cui la società le mette da parte”. Sono varie le  forme di discriminazione elencate. E cioè la mancanza di ascolto, la violazione del diritto di scegliere dove e con chi vivere, il diniego dei Sacramenti, l’accusa di stregoneria, gli abusi. Esse, insieme ad altre, descrivono la cultura dello scarto nei confronti delle persone con disabilità. “Non nascono per caso, ma hanno in comune la stessa radice. L’idea che la vita delle persone con disabilità valga meno delle altre“, sottolinea il Pontefice. Il Sinodo, soprattutto, con il suo invito a camminare insieme e ad ascoltarsi a vicenda, ci aiuta a comprendere come nella Chiesa – anche per quello che riguarda la disabilità – non esista un noi e un loro, ma un unico noi. Con al centro Gesù Cristo, dove ognuno porta i propri doni e i propri limiti.

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Foto © Livio Anticoli

Testimonianza del Papa

“Questa consapevolezza è fondata sul fatto che siamo tutti parte della stessa umanità vulnerabile assunta e santificata da Cristo – evidenzia Jorge Mario Bergoglio-. Ciò elimina qualsiasi arbitraria distinzione e apre le porte alla partecipazione di ciascun battezzato alla vita della Chiesa. Ma, ancor più, laddove il Sinodo è stato davvero inclusivo, esso ha permesso di sfatare pregiudizi radicati. Sono infatti l’incontro e la fraternità ad abbattere i muri di incomprensione e a vincere la discriminazione“: Per questo il Papa auspica che “ogni comunità cristiana si apra alla presenza di sorelle e fratelli con disabilità. Assicurando sempre ad essi l’accoglienza e la piena inclusione”. Osserva il Pontefice: “Che si tratti di una condizione che riguarda noi, non loro, lo si scopre quando la disabilità, in maniera temporanea o per il naturale processo di invecchiamento, coinvolge noi stessi o qualcuno dei nostri cari. In questa situazione si inizia a guardare alla realtà con occhi nuovi. E ci si rende conto della necessità di abbattere anche quelle barriere che prima sembravano insignificanti“. Tutto questo, conclude papa Francesco, “non scalfisce la certezza che qualsiasi condizione di disabilità – temporanea, acquisita o permanente – non modifica in alcun modo la nostra natura di figli dell’unico Padre e non altera la nostra dignità. Il Signore ci ama tutti dello stesso amore tenero, paterno e incondizionato”.

 

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