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Siria, attendismo e cautela per il dopo-Assad

Dopo la fuga del dittatore, appelli e preghiere di vescovi e patriarchi per una gestione pacifica della fase di transizione

Incognita Siria. Nella fase che si è aperta dopo la fuga di Bashar al Assad in Russia, le dichiarazioni ufficiali delle Chiese esprimono attendismo e cautela, in attesa di decifrare lo sviluppo degli aventi, e tenendo conto della affermazioni pubbliche “rassicuranti” dei gruppi di matrice islamista che hanno un ruolo chiave nel determinare il crollo del regime siriano. Preghiere e suppliche per chiedere che in Siria “Questa fase di transizione trascorra in modo sicuro e pacifico. Lo ha chiesto anche il patriarca siro cattolico Ignace Joussif III Younan, nella liturgia dal lui presieduta nel Santuario dedicato ai santi Behnam e Sarah, in Libano e rilanciata dall’agenzia missionaria vaticana Fides. Nella omelia, il Patriarca ha fatto riferimenti a “quest’ondata di rivoluzione contro il governo e il regime che continuava da molti anni” e che si era trasformata in “guerra te una guerra terrificante, il cui impatto sulla sicurezza e sull’economia è stato terribile su tutti”.

Siria
Foto di 652234 da Pixabay

Sos Siria

Il patriarca Younan, dal Libano, ha riferito di essere stato in contatto in questi giorni con i vescovi di Aleppo, Homs, Damasco e Qamishli. Per avere informazioni e assicurare la sua vicinanza “nella preghiera e nella richiesta della pace, di cui tutti abbiamo bisogno”.
Anche il Patriarcato siro ortodosso, guidato dal patriarca Mor Ignatios Aphrem II, ha diffuso un comunicato invocando il dono della “saggezza divina” per trovare “ispirazione, forza e fermezza nell’amare la Patria”. E rivendicando la missione abbracciata dalla Chiesa “di diffondere i valori di giustizia, pace e armonia tra tutti i cittadini”, nel rispetto dell’identità culturale e della lunga storia della Siria. “Invitiamo tutti” si legge nel comunicato del Patriarcato siro ortodosso “a esercitare il proprio ruolo nazionale nel preservare la proprietà pubblica e privata. Evitando di utilizzare armi e praticare violenza contro chiunque”. I vescovi del patriarcato siro ortodosso chiedono anche “uguaglianza tra tutti i gruppi sociali e per tutti i cittadini siriani, indipendentemente dalle loro appartenenze etniche, religiose e politiche, sulla base di una cittadinanza che deve garantire la dignità di ogni cittadino”. Nelle città di Qhamishli e Hassakè, nel nord-est della Siria – riferisce il sito d’informazione SiriacPress – anche decine di militanti legati a formazioni politiche locali guidate da cristiani sono scesi nelle strade per celebrare la fine del regime di Assad. Intonando slogan a sostegno di un auspicato “nuovo inizio” della nazione siriana.

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