Il 2024 è l’anno della geopolitica. Guerre, cadute repentine di dittature come quella di Assad in Siria ma anche riorganizzazione “glocal” della criminalità organizzata. Ad Aosta, per esempio, l’attività di sensibilizzazione e divulgazione antimafia è svolta dall’Osservatorio regionale permanente sulla legalità e sulla criminalità organizzata e di tipo mafioso. In collaborazione con il Consiglio regionale della Valle d’Aosta si è tenuto ieri un importante forum. Il titolo: “Dal locale al globale, la geopolitica delle mafie“. Nella Biblioteca regionale Bruno Salvadori di Aosta, l’incontro è stato aperto dal presidente del Consiglio regionale Alberto Bertin e moderato dalla giornalista Cristina Porta. Sono intervenuti Tommaso Pastore, capocentro della Direzione investigativa antimafia di Torino e Fabrice Rizzoli, docente di geopolitica delle criminalità a Sciences Po, Istituto di studi politici di Parigi. L’evento si è occupato della geopolitica delle mafie intesa come la capacità delle organizzazioni criminali di adattarsi ai contesti locali e globali. Sfruttando le vulnerabilità economiche, sociali e istituzionali per consolidare il proprio potere. “Da multinazionali del crimine, le mafie – precisa il presidente del Consiglio regionale, Alberto Bertin – gestiscono giri di affari internazionali dai contorni molto ambigui. Ma il loro potere si alimenta del radicamento nei territori che sono tutti potenzialmente attrattivi. Il successo dei mafiosi dipende dal loro grado di organizzazione e dai rapporti che riescono ad intrattenere. Per poter contrastare queste relazioni è importante dare una risposta coordinata partendo dal livello locale, con istituzioni vigili e cittadini consapevoli“.
Anno geopolitico
Dall’ambito locale a quello internazionale. I ministri delle Finanze europei si sono riuniti a Bruxelles. E per la prima volta dalla Brexit c’era anche la cancelliera dello Scacchiere del Regno Unito, Rachel Reeves, alla ricerca di uno storico “reset” nelle relazioni con l’Ue. Sullo sfondo, l’urgenza dei finanziamenti per la sicurezza e alla difesa, grande sfida del quinquennio von der Leyen bis. E già il commissario europeo all’Economia Valdis Dombrovskis punta sul “notevole” aumento del fondo europeo per la difesa. Intanto, il Regno Unito, chiarisce Reeves, non torna indietro sulle “linee rosse” poste sull’Ue. Ma avverte che vanno costruite “relazioni commerciali più strette“, assieme appunto a “una cooperazione nella sicurezza e nella difesa“. L’incontro della cancelliera con i ministri Ue all’Eurogruppo, che nel formato “inclusivo” si allarga da 20 a 27, è stato altamente simbolico di una ripartenza: Un’ora e mezza per ritrovarsi e guardarsi negli occhi, in un clima che i presenti definisco “molto positivo”. La geopolitica però incombe, e sia nel “dialogo economico” con Londra e sia nel formato ristretto a 20, le riflessioni sui finanziamenti alla difesa rimbalzano a più riprese e a più livelli. La Germania si schermisce rifiutando gli eurobond senza però dir davvero che ne pensi dell’idea di un fondo europeo per la difesa. “Al posto di parlare di concetti astratti difficili da implementare, dovremmo parlare di proposte concrete”, afferma il ministro delle Finanze tedesco Jörg Kukies.
La nuova Ue
“Non ho visto alcuna proposta concreta” su un fondo europeo per la difesa, sottolinea da parte sua il ministro olandese Eelco Heinen. Il commissario Ue all’Economia Valdis Dombrovskis, invece, non ci gira attorno: “Abbiamo creato di recente il Fondo europeo per la difesa e, con ogni probabilità, durante il prossimo quadro finanziario pluriennale questo fondo verrà notevolmente aumentato”, evidenzia. “Le discussioni sul Fondo europeo per la difesa e altre voci di spesa relative alla difesa nel bilancio dell’Ue apparteranno alle nostre discussioni per il prossimo quadro finanziario pluriennale“, rimarca comunque. Mentre a margine della riunione il nuovo commissario per la Difesa Andrius Kubilius, ha visto il ministro delle Finanze polacco Andrzej Domański, per discutere “le priorità della prossima presidenza polacca dell’Ue”, spiega. Lodando la Polonia per “l’esempio in materia di spesa per la difesa” con la “cifra record del 4,7% del Pil nel 2025. Dobbiamo spendere di più, meglio, insieme ed in modo europeo”. Nell’incontro, per il resto, si temporeggia sui nuovi documenti programmatici di bilancio, nell’inusuale “interregno” creatosi con il nuovo Patto di stabilità. Alcuni piani pluriennali di spesa e bozze di manovra, come nel caso dei Paesi Bassi, “non sono in linea” con la raccomandazione della Commissione o sforano il tetto di spesa chiesto. Ma, riferisce l’Ansa, il Consiglio non ha ancora adottato le raccomandazioni e così in questo primo “giro” il semestre europeo finisce per apparire molto meno stringente del solito, a dispetto di ben due crisi di governo legate ai budget (Germania e Francia). Quanto alla crisi a Parigi, “in Francia la situazione è impegnativa – sostiene il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe -. Siamo fiduciosi che i leader politici francesi agiranno per stabilizzare la situazione e che vareranno le misure necessarie per dare stabilità”. Dombrovkis, intanto, lascia intendere che la Commissione sta trattando una modifica del piano pluriennale di spesa dell’Ungheria (Paese in procedura per deficit eccessivo). La valutazione “è ancora in corso” e “stiamo ponendo al Paese alcune domande di follow-up e ulteriori chiarimenti, di cui avremo bisogno per finalizzare la nostra valutazione”.
L’anno globale
Donald Trump che indica il suo popolo, riunito nel quartier generale di West Palm Beach, in Florida, consegnandogli simbolicamente la vittoria nella corsa alla presidenza degli Stati Uniti. Si apre con questa immagine il libro Photoansa 2024, che racconta, attraverso le foto dell’agenzia di stampa, gli eventi principali dell’anno che sta finendo. Ci sono la sofferenza e la distruzione provocate dalle guerre, da Gaza all’Ucraina, che fanno ormai parte del nostro quotidiano e sembrano allontanare sempre più il sogno di pace inseguito dal dopoguerra. C’è l’Europa al voto, divisa, smarrita, che prova a fatica a riaffermare il proprio ruolo nel panorama mondiale. Ci sono le nostre città, come Valencia, che non appaiono più in grado di reggere la forza d’urto di un clima che cambia. Alcune di queste immagini sono state proiettate al Maxxi, dove si è svolta la presentazione del volume con i vertici dell’agenzia. Il presidente Giulio Anselmi, l’amministratore delegato Stefano De Alessandri e il direttore Luigi Contu. E rappresentanti del mondo della politica, della scienza, dello sport e dello spettacolo. A partire dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha parlato del ruolo dell’Italia nel nuovo contesto internazionale. Puntualizzando che raggiungere il 2% di spese per la difesa sul Pil “non è una scelta politica, ma un obbligo“. Il premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, in una videointervista trasmessa nel corso dell’evento, non ha nascosto la preoccupazione per i cambiamenti climatici. Invitando i governi a fare sempre più la propria parte.
Immagini del mondo
Tra le immagini, contenute nel libro e mostrate nel corso dell’evento, anche quelle dei Giochi Olimpici, che svelano la grinta, la delusione e la gioia degli atleti impegnati a Parigi. A raccontarle sono stati Martina Caironi e Giacomo Perini, due dei principali rappresentanti del movimento paralimpico italiano. “La realtà non è inclusiva – ha detto Martina Caironi -. Milano-Cortina è un’occasione per fare un passo in avanti e portare atleti con disabilità da tutto il mondo in Italia”. Spazio anche ai 70 anni della tv, da Indietro Tutta a Ballando con le Stelle. A parlarne è stato Renzo Arbore che ha ricordato alcuni dei suoi storici programmi, tra radio e tv. Precisando che nella televisione di oggi è difficile trovare trasmissioni che facciano ridere come quelle di un tempo e annunciando che dal 9 gennaio andrà in onda ogni giovedì in seconda serata su Rai2, in un programma pensato insieme a Gegè Telesforo, dal titolo “Come ridevamo“. Poi lo showman ha elencato alcuni dei talenti che ha lanciato, tra cui Milly Carlucci che in un video di saluto ha augurato a tutti un 2025 di belle notizie. Per la ventesima edizione la raccolta Photoansa 2024 regala anche alcuni scatti iconici di questa prima parte di millennio. Da Aylan Kurdi, il bambino spinto dalle onde su una spiaggia turca, simbolo delle migliaia di morti nel Mediterraneo, al fulmine che sfiora la cupola di San Pietro nel giorno della rinuncia al pontificato.