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“Fieno solidale”: una raccolta fondi per salvare le stalle del Sud Italia

L'intervista di Interris.it a Renato Maunero promotore dell'iniziativa "Fieno solidale", lanciata per evitare la chiusura delle stalle del Sud Italia

La prolungata siccità dell’anno in corso ha provocato, purtroppo, ingenti danni alle imprese agricole e agli allevamenti del Sud Italia. Gli allevatori non hanno potuto stoccare il fieno, necessario ad affrontare l’inverno e gli animali rischiano di non avere il foraggio necessario all’alimentazione. Davanti a questo triste scenario c’è chi ha deciso di attivarsi offrendo il proprio contributo con un gesto di solidarietà. Uno di questi è Renato Maunero – di professione allevatore di capre e casaro, a Cherasco, e ideatore di una filiera a km zero che parte dal pascolo, passa dal banco del mercato e arriva in tavola sotto forma di robiola – che ha promosso una raccolta fondi per acquistare il fieno per gli animali dei pastori del Sud Italia.

Quali fattori l’hanno determinata ad intraprendere questa iniziativa solidale e sociale?

“Sono rimasto molto colpito dalla visione dei filmati che riportavano la gravosa situazione di siccità di questa estate. Vedere gli animali che non avevano la razione di cibo, né tanto meno quella di acqua, mi ha riportato alla forte siccità che – tra l’autunno 2022 e la primavera 2023 – colpì il Piemonte e, in particolare, la provincia di Cuneo. Ho ripensato, non solo al danno economico per i colleghi pastori, ma soprattutto allo straziante dolore che si prova nel vedere i propri animali soffrire in quel modo. Mi sono messo nei loro panni, purtroppo senza fatica alcuna, visto che conoscevo molto bene quella drammatica situazione, avendola vissuta in prima persona. E’ stato per me facile immedesimarmi, capire la disperazione che si prova e individuare il loro bisogno primario: l’acqua. Non potendo mandare dell’acqua ho pensato di fornire il fieno per sfamare gli animali ed evitare il danno economico (se non mangiano non producono latte) ed emotivo: vedere i propri animali in sofferenza è molto brutto. Ciò mi ha sensibilizzato a dare una mano”.

A sinistra: la locandina dell’iniziativa.
A destra: Foto di G.C. da Pixabay

Come nasce l’idea di questo progetto solidale?

“Gli allevatori del Sud non hanno trascorso un’estate bella, spero che almeno possano trascorrere un inverno più dignitoso. Decido, allora, che voglio aiutarli e ritengo che sia giusto farlo. Sono un testone di natura, fortunatamente molto credibile! Così, ad ottobre a Cherasco, in occasione della manifestazione ‘Gusta Cherasco’, lancio l’idea di una raccolta fondi. Durante questa kermesse, esprimo il mio desiderio di aiutare i colleghi in difficoltà e ricevo immediatamente tanti consensi e adesioni”.

L’essersi sempre confrontato in modo onesto e serio sul territorio, lavorando dapprima nell’ambito del commercio ed ora come pastore e casaro, le è stato d’ausilio per far decollare subito l’iniziativa?

“Sicuramente mi ha aiutato ad essere subito credibile nel mio spirito solidaristico di dare una mano a chi ha bisogno. Mi sono affidato alle mie doti di comunicatore riuscendo, subito, a fare squadra con i miei colleghi e amici per raccogliere i fondi. Inizialmente, ho chiesto individualmente, alle persone che conosco da tempo, un’offerta libera da effettuare tramite bonifico bancario su Iban o tramite Satispay inquadrando il codice QR-code. Ho praticamente sfruttato la mia fidelizzazione con la gente. Ben presto, con immenso piacere, l’iniziativa è stata accolta su tutto il territorio di Cherasco. Dato l’input, il progetto è sato sposato anche dalla condotta Slow Food Bra nonché dalle amministrazioni comunali di Cherasco e Bra, con le quali abbiamo organizzano, nel mese di dicembre, cinque iniziative per la raccolta fondi: la castagnata alpini; il convegno “Pascoli, prati stabili, pastorizia e lattiero caseario. Progetto Fieno Solidale”; la cena solidale: capra stufata con fagioli; il concerto solidale Nui Dui; la tombolata solidale (rispettivamente nei giorni: 1, 5, 6, 15 e 27)”.

In questa avvincente iniziativa solidale si occupa di tutto: della raccolta fondi, dell’acquisto del fieno buono e della spedizione?

“Fin da subito, ho ritenuto che siccome il fieno è un dono, lo voglio scegliere io, perché se regalo qualcosa lo scelgo e prediligo il meglio. Così anche per il fieno: voglio essere io ad acquistare il fieno che poi dono perché deve essere fatto come se lo facessi per me stesso: deve provenire da un tipo di raccolto che privilegia la qualità alla quantità così da mantenere inalterate tutte le sostanze nutritive. Per la spedizione, mi piacerebbe puntare sul trasporto di ritorno, utilizzando il vettore con un carico di fieno durante l’inevitabile strada di ritorno. Così, ad esempio chi porta arance al Nord quando scende trasporta il fieno. In questo modo, non solo spero di riuscire a far diminuire i costi del prezzo del trasporto, ma perfino, a ridurre le emissioni di carbonio, minimizzando anche l’impatto sull’ambiente”.

Ha già trovato chi le darà una mano a trasportare il fieno con la pratica del backhauling?

“Su questo punto sono ancora aperte le candidature per trasportatori che, con un prezzo equo, possono a loro volta essere anche un po’ solidali. Anzi, ne approfitto per rinnovare l’appello a livello nazionale a chiunque debba tornare al Sud vuoto dopo aver scaricato al Nord. Conto di iniziare il trasporto nei primi mesi del 2025, al termine della campagna raccolta fondi”.

L’obiettivo che si augura di raggiungere con questa iniziativa?

“Come quando ho cambiato mestiere e ce l’ho fatta, la mia speranza è che la mia iniziativa venga emulata, che la mia idea venga copiata e magari migliorata. Il mio auspicio è quello di infondere il coraggio di impegnarsi per qualcosa in cui si crede, anche perché la fortuna aiuta gli audaci, sempre. A volte basta solo iniziare per avere, come la chiamo io, ‘la fortuna di avere coraggio’ accompagnata da una grande dose di umiltà per copiare le cose belle dai più bravi, metterle tutte insieme e fare il tuo. Il mio desiderio è che questo progetto sia da esempio per chi vuole fare il solidale reciproco. Del resto, potrebbe accadere in futuro, chissà, già il prossimo anno, che potremo essere noi al Nord ad aver bisogno, se il clima non ci dovesse essere favorevole. E questo non lo possiamo né sapere né prevedere, perché non dipende da noi. Possiamo però attivarci tutti insieme e provare a costruire una rete solidale tra noi allevatori”.

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