Sos-cibo tra i giovanissimi. Circa 3 milioni e mezzo di persone, in Italia, convivono con un disturbo della nutrizione e dell’alimentazione, secondo le ultime stime. Non solo anoressia, bulimia, disturbo di alimentazione incontrollata (Binge eating disorder). Sono diffuse anche patologie meno note, come l’ortoressia, ossia la ricerca ossessiva di una dieta sana, o la vigoressia, l’eccessiva attenzione per la forma fisica. I numeri, ripetono da anni ormai le associazioni sono in aumento. Il Covid lo ha reso ancora piรน evidente con il suo effetto “detonatore” che ha fatto registrare, secondo gli esperti, un incremento dei casi intorno a un terzo. E a preoccupare รจ l’abbassamento dell’etร di esordio, come evidenziato in piรน occasioni anche dal ministro della Salute Orazio Schillaci, invitando a riflettere sul fatto che “ci sono segnali di allarme anche in bambini prima degli 8 anni“. Sui disturbi del comportamento alimentare ha acceso nuovamente i riflettori Ambra Angiolini. L’attrice ha rilasciato un’intervista all’Adnkronos in occasione della presentazione della campagna “Non รจ il cibo il mio disturbo alimentare”. E ha evidenziato come non esista “una soluzione valida per tutti”. Ma, ha aggiunto, “dobbiamo prenderci cura della mente e delle emozioni”. E insegnare ai ragazzi il valore della medietร . L’artista ha raccontato del suo passato di lotta contro la bulimia in un libro. Ed รจ molto impegnata in un’attivitร di sensibilizzazione dei giovanissimi. I disturbi del comportamento alimentare sono un nemico insidioso e multifattoriale, rilevano gli esperti, e colpiscono persone di tutte le etร . Sui numeri pesa tanto anche il sommerso.
Sos cibo
Come ogni anno, in occasione della Giornata nazionale del Fiocchetto lilla, si รจ fatto il punto. Allarma soprattutto la situazione dei giovani fino a 25 anni (triennio 2019-2021). Dal Sistema Emur che monitora gli accessi in pronto soccorso รจ emerso un aumento degli ingressi per disturbi dell’alimentazione: da 3.023 del 2019 a 3.245 del 2021. In particolare, gli accessi riferibili alle donne sono passati dal 61,1% del 2019 al 72,7% del 2021. E c’รจ un numero degli accessi in crescita nelle classi di etร 11-13 e 14-17. Dallo stesso focus emergeva anche come la diagnosi di anoressia nervosa avesse avuto un’impennata (dal 48,3% del 2019 al 58,7% del 2021).ย Intanto รจ sos per una tendenza di ritorno al prototipo delle modelle ultra magre sulle passerelle della moda viene rilanciato dalla direttrice dell’edizione britannica di Vogue, Chioma Nnadi in un’intervista alla Bbc. Il fenomeno รจ stato denunciato in passato come pericoloso. E come un incoraggiamento a comportamenti destinati a sfociare nell’anoressia soprattutto fra le ragazze e le donne piรน giovani. Nnadi, si dice “molto inquieta”. E spiega: “Siamo in un momento in cui vediamo la magrezza tornare alla moda”. A sostenere questo trend, aggiunge, รจ la promozione generalizzata di farmaci anti-obesitร . La 44enne responsabile di Vogue Uk รจ salita alla direzione del magazine un anno fa. E condivide gli stessi timori con diverse colleghe del mondo del giornalismo del settore moda, britannico e di altri Paesi. Viene citato l’esempio dell’Ozempic, popolare medicina nata per il trattamento del diabete e rivelatasi poi efficace anche contro certe forme di obesitร . Viene usata ormai e propagandata pubblicamente “da molte celebritร ”. Nnadi pensa sia “il segnale di un cambiamento di cultura sul modo in cui noi concepiamo e trattiamo il nostro corpo”.
Allarme anoressia
Chioma Nnadi รจ impegna la testata da lei diretta a continuare a mostrare in copertina e altrove l’immagine di modelle di tutte le taglie. Ma nota come gli sforzi fatti in questa direzione non garantiscano ancora sulle passerelle dei grandi eventi fashion “una sufficiente rappresentazione della diversitร dei corpi femminili“. Mentre si continuano a vedere “modelle particolarmente magre”. E avverte che i magazine da soli non possono cambiare la situazione finchรฉ gli stilisti seguiteranno a disegnare “vestiti su una taglia standard” tipicamente small. Il quadro generale non rassicura. Isolamento, difficoltร nel relazionarsi, apatia e attacchi di panico. Questi sono solo alcuni dei disagi che, secondo l’indagine di mUp Research e Bilendi, colpiscono in Italia oltre 2,7 milioni di giovani con etร compresa tra i 10 e i 20 anni. Eppure, quasi una famiglia su due sceglie di non ricorrere a cure specialistiche adeguate, spesso anche per ragioni di natura economica. L’indagine รจ stata realizzata su un campione rappresentativo della popolazione nazionale. E dimostra come i disagi giovanili siano un fenomeno che colpisce ormai una fetta ampissima della popolazione. Dalla pandemia ad oggi ben 4 ragazzi su 10 con etร compresa tra i 10 e i 20 anni hanno manifestato una o piรน problematiche di natura psicologica. Una vera e propria impennata di casi. Analizzando piรน da vicino le fasce anagrafiche, emerge che i disagi si cominciano a manifestare in maniera evidente sin dai 10 anni di etร . Ma i piรน colpiti da questi problemi sono i ragazzi con etร compresa tra i 15 e i 17 anni (46,3%) e quelli nella fascia 13-14 anni (44,6%).
Isolamento
Isolamento nella propria stanza (20,3%, pari a piรน di 1,2 milioni di ragazzi), difficoltร nelle relazioni con i coetanei (17,1%) e diverse forme di apatia (11,7%), come detto, sono risultati essere i problemi psicologici piรน diffusi tra i giovani con etร compresa tra i 10 e i 20 anni. Ma la lista รจ lunga. Il 9,4% dei ragazzi, pari a circa 588.000 individui, soffre di attacchi di panico (percentuale che cresce fino a sfiorare l’11% tra i 18-20enni). Mentre sono quasi 530.000 (8,5%) quelli che manifestano disturbi alimentari (fenomeno particolarmente diffuso nella fascia 13-17 anni. La depressione colpisce 335.000 ragazzi (con un’incidenza che arriva addirittura al 7% tra i giovani con etร 18-20 anni). Sono, invece, almeno 94.000 i giovani che fanno abuso di alcol o usano sostanze stupefacenti. Sebbene si tratta di un comportamento diffuso maggiormente nella fascia 18-20 anni, preoccupa vedere come questo fenomeno inizi a manifestarsi giร a partire dai 10-12 anni. Colpisce, infine, vedere come si diventi bulli molto presto. E, addirittura, circa 40.000 bambini abbiano iniziato ad avere atteggiamenti di violenza verso altri prima ancora di aver compiuto i 12 anni. Fa riflettere vedere che, a fronte di una situazione di disagio, quasi 1 famiglia su 2 (42%) abbia scelto di non fare ricorso ad un medico specializzato per affrontare la situazione. Tra questi, il 70% dei genitori intervistati ha detto di aver preso la decisione perchรฉ “riteneva non necessario l’intervento di un medico“. Il 12,5%, invece, ha dichiarato di non poterselo permettere economicamente, dato equivalente a 133mila ragazzi non curati per questa ragione. Ma nell’1,7% dei casi la famiglia ha preferito tenere la problematica confinata tra le mura domestiche perchรฉ non voleva si sapesse in giro del disagio vissuto dal figlio.
Sos sanitario
Rivolgersi ad uno specialista ha costi che non sempre รจ facile affrontare. Tra gli intervistati che hanno fatto ricorso all’aiuto di un medico, il 33,4% ha optato per la sanitร privata, con una spesa media pari a 1.826 euro. Cifre importanti che nell’80% dei casi sono state sostenute con risparmi personali. Mentre il 7,7% ha detto di aver chiesto un prestito ad una societร di credito. Marginale l’intervento delle assicurazioni private, usate solo dal 4,4% delle famiglie. “In generale – chiariscono gli esperti- la copertura assicurativa per questo tipo di spese รจ ancora molto rara. Nella maggior parte dei casi il rimborso avviene solamente per sedute di psicoterapia a seguito di grave infortunio o invaliditร . C’รจ sempre e comunque necessitร di una prescrizione medica, che certifichi un disturbo (esempio anoressia). Senza di questo, non รจ mai possibile farsi rimborsare. Va valutato caso per caso se la polizza, sia essa una sanitaria individuale o un fondo a cui contribuisce il proprio datore di lavoro, tuteli il sottoscrittore. Tutti, comunque, possono chiaramente ricorrere ad un prestito personale. In maniera tale da non dover rinunciare per ragioni economiche ad un aiuto fondamentale per la serenitร psicologica dei propri figli”