Quando si parla di cristiani perseguita il pensiero vola alle comunità delle origini, agli Atti degli Apostoli e al martirio di massa perpetrato duemila anni fa per fermare la trasmissione e la diffusione della fede nel Risorto. In realtà mai tanti cristiani sono stati vittime di stragi e persecuzioni come nell’ultimo secolo. Una spietata e sistematica violazione dei diritti dei cristiani principalmente nelle terre in cui essi sono minoranza. La Red Week della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) si è aperta domenica scorsa e troverà oggi il suo momento centrale nel Red Wednesday o Mercoledì Rosso. Il 20 novembre, infatti, è il giorno in cui si concentrano le iniziative più rilevanti e i momenti di preghiera più intensi e partecipati. Dal 2016 Acs organizza l’iniziativa #RedWednesday, parte integrante della “Red Week”, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulla libertà religiosa calpestata.
#RedWednesday
Per richiamare l’attenzione su questo diritto umano troppo spesso violato, ogni anno, in tutto il mondo, vengono illuminati di rosso luoghi di culto ed edifici istituzionali, organizzati convegni e momenti di preghiera. Tutto ha avuto inizio in Brasile nel 2015, quando il segretariato brasiliano della fondazione pontificia ha illuminato di rosso il monumento del Cristo Redentore per richiamare l’attenzione a livello globale sulla persecuzione dei cristiani in Iraq. Nel 2016, Acs Italia ha seguito l’esempio, illuminando la Fontana di Trevi a Roma. Successivamente, la Sezione di Acs del Regno Unito ha lanciato il #RedWednesday per commemorare tutti i cristiani perseguitati in uno specifico mercoledì di novembre. L’iniziativa si è poi estesa a un’intera settimana, chiamata Red Week, in molti Paesi. L’evento al Colosseo ha attirato l’attenzione dei mass italiani e internazionali. Nel mondo il rosso del sangue dei martiri è giunto sino al New York Times. Ma non ci sono soltanto gli Stati Uniti nella lunga lista di Paesi che hanno parlato dell’iniziativa di Acs di cui è giunta notizia addirittura nelle Isole Fiji.
Nel segno dei martiri
Sei anni fa Aiuto alla Chiesa che Soffre ha illuminato di rosso il Colosseo, in ricordo del sangue versato ancora oggi da tanti cristiani in tutto il mondo. L’evento è stato arricchito da testimonianze straordinarie. Il primo momento ha avuto come protagonisti Ashiq Masih e Eisham Ashiq, rispettivamente il marito e una delle figlie di Asia Bibi, la donna cattolica pachistana condannata a morte e incarcerata dal 2009 per l’ingiusta accusa di aver insultato il profeta Maometto. A seguire il drammatico racconto di Rebecca Bitrus, una donna nigeriana che rimase ostaggio per due anni del gruppo islamista Boko Haram. Un’esperienza terribile, fatta di fede imposta e violenze, dalla quale riuscì a fuggire, portando in grembo il figlio di uno dei suoi carcerieri.
In soccorso dei cristiani
“Con questa iniziativa internazionale intendiamo sensibilizzare l’opinione pubblica, i mass media e le istituzioni circa le violazioni della libertà religiosa e le persecuzioni ai danni dei cristiani- spiegano gli operatori Acs-. A tal fine in tutta Europa, nelle Americhe e in Oceania durante questa settimana vengono illuminati di rosso luoghi di culto ed edifici civili, organizzati convegni e momenti di preghiera. Il colore rosso richiama quello del sangue versato da tanti nostri fratelli e sorelle, oppressi e troppo spesso colpevolmente ignorati. In Italia si terranno eventi in 35 città”. L’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e il Sovrano Militare Ordine di Malta ha espresso l’adesione all’iniziativa della fondazione pontificia, dimostrando ancora una volta la sensibilità di questa Istituzione alle violazioni del diritto fondamentale della libertà religiosa, a cominciare da quella delle comunità cristiane. Queste ultime, infatti, secondo quanto emerge da “Perseguitati più che mai–Rapporto sui cristiani oppressi per la loro fede 2022-24″, stanno subendo una crescente e sempre più insidiosa persecuzione”. Da qui la promozione di un evento unico con l’intento di sconfiggere l’indifferenza, innanzitutto della comunità internazionale. E fare in modo che nessuno possa più ignorare la persecuzione dei cristiani.