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“Mani per la preghiera”: il percorso verso l’Anno Santo

Giornata Mondiale dei Poveri: la seconda tappa del “percorso” vincenziano di avvicinamento al Giubileo ordinario del 2025 e al 400° anniversario della Congregazione della Missione

Preghiera e sostegno ai poveri. “Il quarto centenario della fondazione della Congregazione della Missione è, non solo per i Missionari vincenziani ma per tutta la Chiesa, per tutti i credenti un invito alla preghiera, ad avere mani per la preghiera”, afferma padre Salvatore Farì. Il direttore dell’Ufficio Comunicazione della Congregazione della Missione introduce “Mani per la preghiera. La preghiera del povero sale fino a Dio”. La seconda riflessione Vincenziana in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri che si celebra oggi. Padre Farì accompagna anche questa sua seconda riflessione teologica con un’icona, il dipinto su tela “Uomo in preghiera” dell’artista bosniaco, fuggito dall’assedio di Sarajevo, durante la guerra nei Balcani degli anni ’90, Safet Zec. L’artista raffigura un uomo che proprio nella preghiera, trova la luce e la speranza nell’oscurità. Papa Francesco, in occasione dell’ottava edizione della Giornata mondiale dei Poveri ha scritto il messaggio dal titolo “La preghiera del povero sale fino a Dio”: padre Farì ne mette in evidenza un passaggio relativo alla preghiera: “Abbiamo bisogno di fare nostra la preghiera dei poveri e pregare insieme a loro. È una sfida che dobbiamo accogliere e un’azione pastorale che ha bisogno di essere alimentata. In effetti, la peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale. L’immensa maggioranza dei poveri possiede una speciale apertura alla fede. Hanno bisogno di Dio e non possiamo tralasciare di offrire loro la sua amicizia, la sua benedizione, la sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la proposta di un cammino di crescita e di maturazione nella fede. L’opzione preferenziale per i poveri deve tradursi principalmente in un’attenzione religiosa privilegiata e prioritaria”.

preghiera
Foto di John Moeses Bauan su Unsplash

Preghiera e carità

Padre Farì mette in luce” il profondo rapporto che lega la Caritas Christi che ci spinge, l’attenzione alle necessità concrete del prossimo e la preghiera”. Collocandola in una sorta di andata e ritorno: “La relazione con l’uomo ci guida verso la relazione con Dio, e quella con Dio ci guida di nuovo al prossimo”. Il fondatore della Congregazione della Missione san Vincenzo de’ Paoli lo aveva ben compreso: “Vincenzo, toccato dalla vicinanza con i poveri, ebbe su di loro uno sguardo teologico, uno sguardo cioè che Dio, nella storia della salvezza, ha mostrato di avere verso il popolo dell’alleanza, ridotto in miserevoli condizioni” sottolinea padre Salvatore Farì che continua: “lo sguardo onnicomprensivo dell’amore di misericordia, che è stato reso trasparente e inconfondibile dallo sguardo con cui Gesù accarezzava peccatori, sfortunati e deboli”. I poveri erano per san Vincenzo “suoi signori e padroni” per usare l’espressione del biografo Jean Calvet; lo stesso futuro santo scriveva: “Guardate i poveri, osservateli bene. Sono rozzi, abbruttiti dal dolore e dalla fame. Sporchi. Non hanno quasi l’apparenza umana. Eppure, girate la medaglia e vi vedrete l’immagine del Figlio di Dio, che ha assunto nella sua passione in croce quel loro volto sfigurato e umiliato!”. Auspica infine padre Farì che il dono di una preghiera sempre più intensa, come quella di San Vincenzo che mai trascurava nonostante le “tante cose da fare”, possa dunque “rafforzare il nostro rapporto personale con Dio Padre, allargare il nostro cuore alle necessità di chi ci sta accanto e sentire la bellezza di essere “fratelli nel Figlio” per costruire fraternità e amicizia sociale”.

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