Le pensioni di vecchiaia, nonostante gli aumenti generali del costo della vita, in base alle ultime decisioni dell’autorità di governo, sono state aumentate solamente di tre euro e ciò è totalmente insufficiente per coloro che, purtroppo, percepiscono una pensione minima e stentano ad arrivare a fine mese. Occorre poi ricordare che, negli ultimi anni, la perequazione delle pensioni, ovvero quel meccanismo che permette di rivalutare gli importi dei trattamenti pensionistici in base al tasso di inflazione rilevato per adeguarle al costo della vita, è stata tagliata da tutti gli esecutivi e, di conseguenza, il potere d’acquisto dei pensionati, ha fatto registrare una progressiva riduzione nel suo complesso. Tutto ciò ha avuto un riflesso negativo nella quotidianità di molte persone, andando a rendere più difficile la fruizione di alcuni diritti fondamentali, come ad esempio quello alla cura che, purtroppo, a causa delle liste d’attesa sempre più lunghe per svolgere visite mediche ed esami strumentali, è messa a dura prova. Inoltre, sul fronte dei consumi, a causa di un correlato aumento dei prezzi per la spesa quotidiana, c’è stato un peggioramento generale della qualità della vita dei nostri anziani.
Questa situazione ci deve far riflettere in maniera approfondita. Occorre introdurre misure di tutela all’altezza dei bisogni dei nostri anziani, tra cui una perequazione in grado di far fronte agli aumenti dei tassi di inflazione degli ultimi anni. Guardando soprattutto ai redditi più bassi di coloro che si trovano a vivere nella Terza e nella Quarta età, servono strumenti adeguati al fine di preservarne il potere d’acquisto e, di conseguenza, tutelare i diritti fondamentali e preservare l’intero ciclo economico del Paese. Occorre ricordare che, gli anziani, rappresentano le nostre radici e devono essere tutelati attraverso una forma di welfare adeguato e all’altezza dei bisogni emergenti, tutelando il potere d’acquisto e la dignità delle persone.