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Sarti (ACS): “Vi racconto come vive la comunità cristiana di Gaza”

Sandra Sarti, presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS Italia), racconta su Interris.it la drammatica situazione dei cristiani a Gaza allargando lo sguardo ai Paesi del mondo dove i cristiani vengono perseguitati per la loro fede

E’ ogni giorno più difficile la vita dell’esigua comunità di fedeli cristiani a Gaza. Da quando è scoppiata la guerra tra Israele e Hamas, a seguito degli attacchi terroristici avvenuti il 7 ottobre 2023, la quotidianità degli abitanti è stata stravolta. Manca tutto: dal cibo ai medicinali, dal vestiario all’acqua potabile. Come se ciò già non bastasse, l’esercito di Israele ha emanato un ordine di evacuazione per la parte nord-ovest della città. Nonostante la vicinanza del Papa – che chiama ogni giorno la parrocchia latina di Gaza per incoraggiare e assicurare la sua preghiera – la comunità vive nel terrore e nello sconforto. Interris.it ha intervistato Sandra Sarti, presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS Italia), che ha testimoniato sia la drammatica situazione a Gaza, sia i dati dell’ultimo rapporto ACS sui cristiani perseguitati nel mondo intitolato “Perché la fede dà speranza”.

Sandra Sarti, presidente di Aiuto alla Chiesa che Soffre – Italia. Foto: Acs Italia

L’intervista alla presidente Sarti di ACS

Qual è la situazione attuale dei cristiani a Gaza e quali sono i rischi principali per la loro sicurezza nell’immediato?

“All’inizio del conflitto i cristiani a Gaza erano poco più di mille. Dopo i primi bombardamenti, si sono rifugiati principalmente in due chiese: la cattolica della Sacra Famiglia, che ha subito gravi danni, e la greco-ortodossa di San Porfirio. Qui vivono accampati in condizioni estremamente precarie, con carenze di cibo, acqua ed elettricità, e sotto un costante pericolo. Si stima che, dall’inizio del conflitto, circa trenta cristiani abbiano perso la vita”.

Come si sta muovendo ACS per assistere le comunità cristiane in Terra Santa, ispirandosi a Papa Francesco?


“ACS ha stanziato circa 700 mila euro per sostenere i cristiani di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est. Grazie alla collaborazione con il Patriarcato, sono stati forniti pacchetti di aiuti contenenti kit igienici, alimenti e farmaci salvavita, nonché supporto per spese abitative e borse di studio per studenti di ogni grado”.

L’ultimo rapporto Perseguitati più che mai individua l’Africa occidentale come nuovo “epicentro della violenza islamista”. Quali sono le cause di questo cambio di scenario?


“In Africa occidentale, gruppi terroristici prendono sempre più di mira i cristiani. In Mali, gli estremisti rapiscono e convertono forzatamente le persone; in Burkina Faso, impongono regole con minacce ed esecuzioni. In Nigeria, Boko Haram e le milizie Fulani hanno causato massicci sfollamenti. Anche in Mozambico, i jihadisti devastano le vite dei credenti, considerati ostacoli al loro progetto di stato islamico”.

In quali altre nazioni i cristiani sono maggiormente perseguitati e perché?

“La situazione è peggiorata ovunque, eccetto in Vietnam, dove ci sono lievi miglioramenti nei rapporti tra Stato e Chiesa. In Asia, Paesi come India, Pakistan, Myanmar e Corea del Nord vedono persecuzioni legate a nazionalismo religioso ed estremismo ideologico. Anche in America Centrale i cristiani affrontano discriminazioni. La fede cristiana è forza, è resilienza, è speranza, è vita e perciò in molti Paesi essa è combattuta perché con i suoi alti valori è capace di ostacolare l’annullamento della dignità e l’appiattimento della personalità attraverso il quale i governi autoritari tendono ad assoggettare la popolazione. Non bisogna dimenticare infatti che la libertà di religione, che riguarda tutte le religioni, è per sua stessa natura profondamente legata alle altre libertà come quella di pensiero, di espressione, di aggregazione e di culto il cui complessivo esercizio garantisce il riconoscimento della piena dignità di ciascun essere umano e sostiene lo sviluppo della sua personalità”.

Come possono i cristiani preservare identità e fede in situazioni di costante tensione?


“Il Rapporto evidenzia purtroppo come, al di là di ogni retorica, i cristiani che vivono in terre di persecuzione sopportino un’oggettiva condizione di sofferenza e come per moltissimi nostri fratelli il Venerdì Santo si ripeta in ogni giorno dell’anno. Il compito di cui si fanno carico è pesantissimo e la forza per affrontarlo deriva loro dalla Fede e dalla Speranza. Ma hanno bisogno di sentire la vicinanza dell’intera comunità cristiana perché certo non possono farcela da soli. Papa Francesco ha più volte affermato che ‘in un mondo in cui varie forme di tirannia moderna cercano di sopprimere la libertà religiosa o di ridurla a una sottocultura senza voce nella piazza pubblica, o di usare la religione come pretesto per l’odio e la brutalità, è necessario che i fedeli delle varie tradizioni religiose uniscano le loro voci per gridare pace, tolleranza, rispetto della dignità e dei diritti degli altri’. Per questo ACS aiuta le comunità cristiane maggiormente perseguitate o discriminate e, per farlo, monitora anche i territori del mondo attraverso una capillare ricerca finalizzata a predisporre e pubblicare il Rapporto biennale sulla libertà religiosa che viene sempre più limitata”.

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