C’è in tutti noi un desiderio di emergere, di essere riconosciuti: non ci deve dunque meravigliare se Giacomo e Giovanni chiedono a Gesù un posto d’onore. Anche in loro, che sono insieme a Gesù e lo hanno visto che compie miracoli e guarigioni, ma che sempre fugge quando lo vogliono portare in trionfo, emerge questo desiderio di realizzarsi.
È necessario conoscerci nel profondo, perché questa tentazione al piacere e all’autoaffermazione, oggi accolta e giustificata, c’è sempre, per tutti: fa parte dell’uomo. Per questo abbiamo bisogno di incontrare Cristo, proprio là, nel profondo del nostro cuore, dove Lui solo può colmare questo desiderio di essere amati.
L’uomo che non si conosce, si illude di poter colmare da solo questo istinto. Così, non solo non si pone tanto il problema della salvezza dell’anima, ma è costretto a vivere cercando in tutti i modi di godersi la vita come può, di realizzarsi in qualsiasi modo, elaborando le proprie regole di vita e costruendosi una morale che più è adatta a questo scopo.
Si è così portati a preferire e a scegliere per il “cogli l’attimo”; all’amore che viene dall’alto, si preferisce il potere, che porta poi a voler soddisfare il piacere ad ogni costo, senza limiti o frontiere. Così, l’onesta, la fedeltà e l’amicizia, sono considerate cose da uomini deboli o stupidi. Ma tutto questo, lo vediamo ogni giorno, genera conseguenza devastati e talvolta drammatiche: non si tratta di essere buoni o cattivi, ma di aver perso la strada della vita.
Per questa ragione la volontà di “essere”, di “sentirsi qualcuno” se non incontra l’amore di Cristo che soddisfa questo desiderio profondo, ci porta ad allontanarci da Dio e se non lo abbiamo davvero incontrato e accolto, cerchiamo in tutto di realizzarci, di essere qualcuno, forse anche nel nostro impegno in parrocchia.
A questo “vuoto interiore”, a questa tentazione, è una sola la strada che può salvarci: riconoscere che abbiamo bisogno d’Amore e andare a cercarlo dall’unico che può colmare questo nostro desiderio, Cristo. Lui non ci giudica, sa comprendere le nostre debolezze e per questo, come ascoltiamo oggi nella lettera agli Ebrei: “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno”.