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Disabilità e anziani: i servizi sociali a misura di caregiver

L'Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico (Domina) accoglie con favore il Decreto Flussi 2025: "Una misura sperimentale per contrastare il traffico di esseri umani e l’illegalità nel settore dell’assistenza familiare"

I caregiver al centro del welfare. L’Associazione nazionale famiglie datori di lavoro domestico (Domina) accoglie con favore il Decreto Flussi 2025. Si tratta di “una misura sperimentale per contrastare il traffico di esseri umani e l’illegalità nel settore dell’assistenza familiare”. Un intervento che risponde alle reali necessità delle famiglie italiane. Il settore domestico ha bisogno di manodopera qualificata. Nel click day del 2024, sono state presentate oltre 110.000 domande per lavoro domestico, ma solo 9.500 ingressi sono stati autorizzati. Il comparto è dominato da lavoratori stranieri, che rappresentano il 70% del totale, con prevalenza di cittadini provenienti dall’Est Europa (35,7%). Questo nuovo canale sperimentale risponde a una crescente necessità, permettendo alle famiglie di accedere a personale specializzato per l’assistenza ai propri cari, garantendo un servizio sicuro e legale. Il decreto, che autorizza il rilascio di nulla osta al lavoro, visti d’ingresso e permessi di soggiorno per lavoro subordinato nel settore domestico, offre una soluzione regolamentata alle difficoltà del settore, garantendo un accesso legale e immediato alla manodopera necessaria per l’assistenza familiare. Le richieste di nulla osta potranno essere presentate tramite le agenzie per il lavoro (APL) e le associazioni datoriali firmatarie del CCNL del settore domestico, con l’obiettivo di garantire un processo trasparente e controllato. L’Ispettorato Nazionale del Lavoro sarà incaricato di verificare il rispetto delle normative. Riducendo così irregolarità, abusi e caporalato. Proteggendo sia i lavoratori che le famiglie.

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Foto di 🆓 Use at your Ease 👌🏼 da Pixabay

Modello-caregiver

Il decreto prevede l’ingresso di un massimo di 10.000 lavoratori stranieri, al di fuori delle quote stabilite, per impieghi nell’assistenza a persone con disabilità e grandi anziani, rispondendo alle urgenti esigenze delle famiglie italiane, anche in considerazione del crescente invecchiamento della popolazione. Secondo Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina, “il governo ha mostrato attenzione e lungimiranza nel recepire le nostre proposte. La sperimentazione del 2025 è un passo decisivo per garantire un flusso di lavoratori qualificati, necessari per l’assistenza a persone anziane e disabili, tutelando al contempo famiglie e lavoratori dall’illegalità e dagli abusi.” Una risposta concreta alle criticità del settore domestico. Formazione e sicurezza, infatti, sono le basi per un sistema di assistenza più efficiente. Domina ha da tempo sostenuto l’importanza di percorsi di formazione nei Paesi d’origine e di un sistema di regolarizzazione per i lavoratori già presenti in Italia. Il Decreto Flussi 2025 rappresenta un passo avanti in questa direzione, ponendo al centro l’ingresso legale e la sicurezza dei lavoratori. “Questo decreto – sottolinea Gasparrini – pone l’accento non solo sull’ingresso regolare, ma anche sulla formazione e sicurezza dei lavoratori. È un segnale positivo per il nostro sistema di welfare, che necessita di operatori qualificati e capaci di instaurare rapporti di fiducia con le famiglie. Il Governo ha accolto una delle nostre principali proposte, contribuendo a costruire un sistema di assistenza più equo ed efficiente, pronto a rispondere alle sfide future”.

Foto di micheile henderson su Unsplash

Assistenza domiciliare

Dunque Domina, associazione firmataria del CCNL di settore, condivide l’approvazione del Decreto Flussi 2025, che introduce una misura sperimentale mirata a contrastare l’illegalità e il traffico di esseri umani nel settore dell’assistenza familiare e sociosanitaria.  Intanto il welfare familiare moltiplica sul territorio le iniziative. Nuovo bando relativo al servizio di assistenza domiciliare per persone ultra 65enni in condizioni di parziale o totale autosufficienza affette da Alzheimer, o altre forme di demenza, residenti in uno nei nove comuni dell’Ambito Territoriale Sociale 15 (Appignano, Corridonia, Macerata, Mogliano, Montecassiano, Petriolo, Pollenza, Treia e Urbisaglia). Il servizio di assistenza domiciliare SAD in questione è finalizzato a favorire la permanenza dell’anziano nel proprio ambito familiare e sociale, Migliorando la sua qualità della vita e quella della famiglia e a evitare rischi di ricoveri impropri in strutture sanitarie o in case di riposo e residenze protette. “Mantenere le persone affette da demenza nel proprio domicilio, valorizzando le risorse della rete parentale e sociale, significa rispondere ai bisogni sia degli anziani ma anche dei caregiver scongiurando allo stesso tempo il ricovero in strutture residenziali. Significa offrire un sostegno prezioso per aiutare sì i pazienti, ma anche dare un sostegno concreto alle loro famiglie a gestire la malattia, migliorare la qualità della vita di entrambi offrendo un senso di sicurezza e tranquillità. L’assistenza domiciliare, inoltre, consente ai pazienti di rimanere il più a lungo possibile in un ambiente familiare, circondati da oggetti e ricordi significativi, un senso di continuità e benessere emotivo”, spiega il vice sindaco e assessore ai Servizi sociali del comune di Macerata, capofila dell’Ambito Territoriale sociale numero 15, Francesca D’Alessandro.

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Foto di Sabine van Erp da Pixabay

Visione accessibile

Intanto Ierfop ha partecipato al G7 sui temi dell’inclusione e della disabilità. Ad Assisi e a Solfagnano, frazione di Perugia. L’invito, per l’ente di alta formazione guidato da Roberto Pili, è arrivato dalla ministra Alessandra Locatelli. “Una preziosa occasione per offrire anche il nostro contributo verso una visione accessibile e inclusiva della vita di tutti gli individui, dal punto di vista sociale, culturale, politico, economico – sottolinea Pili – Un percorso di autonomia e indipendenza e di costruzione di un sistema che riconosca e valorizzi i talenti e le competenze di ogni persona, condizioni per il diritto alla piena partecipazione alla vita delle comunità”. C’è ancora molto da fare soprattutto in settori cruciali come l’integrazione socio-sanitaria, l’istruzione, l’occupazione e il supporto ai caregiver familiari. Per il numero uno di Ierfop, “un passo fondamentale verso questo obiettivo può compierlo il G7 con la promozione di un ecosistema globale inclusivo per le persone con disabilità, che metta a disposizione le tecnologie avanzate e le politiche inclusive”.

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Foto di Manuel Alvarez da Pixabay

Inclusione

In concreto la strada verso l’inclusione piena passa attraverso l’accesso equo a beni e servizi digitali, piani di educazione continua e alfabetizzazione digitale, incentivi all’occupazione inclusiva, accesso universale a trasporti intelligenti per promuovere la mobilità e l’inclusione sociale. E ancora: ambienti lavorativi che possano garantire sicurezza e indipendenza nelle attività quotidiane, comunità interconnesse e supporto sociale virtuale per combattere l’isolamento e offrire sostegno emotivo. Strumenti preziosi anche la telemedicina e la teleriabilitazione. “Ierfop è in linea con questa visione – chiarisce Pili – Da trent’anni promuove percorsi formativi inclusivi e innovativi, che non solo aprono le porte al mondo del lavoro. Ma permettono a ogni individuo di esprimere appieno le proprie capacità. Per noi non è solo un tema di diritti, bensì una necessità strategica per lo sviluppo economico e sociale che renda sostenibile il livello di civiltà del paese”. Un welfare basato sui caregiver. Con i caregiver al servizio dei fragili. 

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