Pace nei cuori, quindi. Incluso il rinnovamento ecclesiale Francesco conosce le difficoltà del rinnovamento conciliare. Per dirlo chiaramente: lo Spirito Santo ci dà fastidio perché ci muove, ci fa camminare, spinge la Chiesa ad andare avanti, secondo il Pontefice. Invece vogliamo che lo Spirito Santo si assopisca, vogliamo addomesticare lo Spirito Santo. E questo non va. Perché Lui è Dio e Lui è quel vento che va e viene e tu non sai da dove. Infatti, raccomanda Francesco, è la forza di Dio, è quello che ci dà la consolazione e la forza per andare avanti. Bisogna andare avanti e questo dà fastidio perché la comodità è più bella. Oggi sembra che siamo tutti contenti per la presenza dello Spirito Santo, ma non è vero. Anzi questa tentazione ancora è di oggi. Per Francesco siamo come Pietro nella Trasfigurazione: “Ah, che bello stare cosi, tutti insieme!”, ma che non ci dia fastidio. Di più. Ci sono voci che vogliono andare indietro, ma questo si chiama essere testardi, questo si chiama voler addomesticare lo Spirito Santo, questo si chiama diventare stolti e lenti di cuore. Francesco ricorre a un esempio preciso: il Concilio Vaticano II che si vorrebbe celebrare ma non vivere nelle sue conseguenze. E prende spunto dal martirio di santo Stefano, il quale prima di essere lapidato annuncia la risurrezione di Cristo, ammonendo i presenti con parole forti: “Testardi! Voi opponete sempre resistenza allo Spirito Santo”. Stefano ricorda quanti hanno perseguitato i profeti e dopo averli uccisi hanno costruito per loro una bella tomba e solo dopo li hanno venerati. Il Concilio, a giudizio del papa che vuole una “Chiesa povera per i poveri“, fu un evento straordinario non soltanto per la Chiesa ma anche per il mondo. Poiché cambiò il volto delle gerarchie ecclesiastiche. Ed offrì speranza all’umanità, negli anni della Guerra Fredda e dei blocchi contrapposti.