Gli otto punti della “Carta di Solfagnano”

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

In Umbria, al termine del G7 “Inclusione e Disabilità” è stata sottoscritta da ministri presenti la “Carta di Solfagnano”: attraverso otto punti, sono stati messi nero su bianco gli impegni concreti dei grandi della Terra in riguardo alla quotidianità delle persone con disabilità e al loro diritto alla partecipazione nella società a tutto campo. La finalità di questo documento sancisce ufficialmente la volontà globale di garantire una piena ed effettiva inclusione nella vita civile, sociale, economica, culturale e politica per tutte le persone con disabilità. In particolare, gli otto punti, riguardano nel dettaglio i temi dell’accesso e accessibilità, della vita autonoma e indipendente, della valorizzazione dei talenti nonché dell’ inclusione lavorativa, la promozione delle nuove tecnologie la pratica dell’attività sportiva in correlazione alle dimensioni ricreative e culturali della vita, la prevenzione e gestione delle emergenze o situazioni post-emergenziale, legate anche alle crisi climatiche, ai conflitti armati e alle crisi umanitarie e, infine, su tutti questi temi, è prevalsa la forte affermazione della dignità della vita e dei diritti di cittadinanza globalmente intesi.

Alla luce di quanto descritto, nella “Carta di Solfagnano”, si intravedono vividi riferimenti culturali Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, soprattutto al principio chiave “Nothing About Us, Without Us” che, in italiano, si traduce con “Nulla su di noi, senza di noi”. Questa affermazione, inoltre, richiama il Progetto di Vita individuale e personalizzato, ovvero il centro della riforma in materia di disabilità che, l’Italia, negli ultimi anni, sta cercando di realizzare. Si può notare anche lo sguardo proteso verso i principi fondamentali tratteggiati dalla Costituzione. Penso in particolare all’articolo 3, il quale sottolinea che “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.” In altre parole, la “rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana”, costituisce la base del nuovo paradigma di protagonismo attivo che, la “Carta di Solfagnano”, racchiude in sé. Questo, quindi, dovrà rappresentare la nuova linfa per favorire l’autonomia, l’indipendenza e la realizzazione delle persone con disabilità ad ogni latitudine del nostro pianeta.