Ottobre Rosa 2024: tra prevenzione e innovazione nella lotta al tumore al seno

In occasione della Giornata Mondiale per la prevenzione del tumore alla mammella, Interris.it ha intervistato la dottoressa Maria Chiara Salzani; l’intervista approfondisce l'importanza della prevenzione e delle tecniche diagnostiche avanzate disponibili oggi

A sinistra: dottoressa Maria Chiara Salzani. Foto gentilmente concessa. A destra: Foto di Angiola Harry su Unsplash

Ottobre è riconosciuto a livello internazionale come il mese della prevenzione del tumore al seno, un’iniziativa che ha lo scopo di sensibilizzare le persone sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del cancro al seno. Interris.it ha intervistato la dottoressa Maria Chiara Salzani, specializzata in radiologia e radiodiagnostica, che ha lavorato presso la Breast Unit dell’Ospedale Santo Spirito di Roma (ASL RM1) e che continua a effettuare consulenze nell’ambito dello screening mammografico per le ASL. L’ospedale Santo Spirito è un centro di eccellenza per la prevenzione oncologica femminile, che si impegna quotidianamente nel garantire diagnosi tempestive e trattamenti avanzati, grazie a un team multidisciplinare e all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia.

Alcuni dati

Nel 2023, in Italia, sono stati diagnosticati circa 55.900 nuovi casi di tumore al seno, che rappresentano il 30% di tutte le neoplasie femminili. Nonostante il numero di nuovi casi sia in aumento, c’è una notizia positiva: tra il 2015 e il 2020, il tasso di mortalità è diminuito del 6%, grazie ai progressi nella diagnosi precoce e nelle terapie oncologiche avanzate. La sopravvivenza a cinque anni ha raggiunto l’88%, e nei casi diagnosticati in fase precoce supera il 90%. Questi miglioramenti sono dovuti soprattutto all’ampliamento dei programmi di screening mammografico, che coprono ormai circa IL 50% della popolazione target in Italia, anche se permangono forti disparità tra Nord e Sud.

La prevenzione del tumore al seno è fondamentale perché consente di diagnosticare la malattia nelle sue fasi iniziali, aumentando significativamente le possibilità di successo del trattamento. Attraverso esami regolari, come la mammografia, è possibile individuare eventuali anomalie prima che si manifestino sintomi evidenti, migliorando le percentuali di sopravvivenza e riducendo la necessità di trattamenti invasivi.

L’intervista

Quali sono gli esami di screening raccomandati per la diagnosi precoce del tumore al seno e a che età è consigliato iniziare a farli?

“Lo screening mammografico pubblico regionale in Italia viene offerto alle donne tra i 50 e i 74 anni, su chiamata della ASL, e si effettua con una mammografia ogni due anni. Questo programma è fondamentale per la diagnosi precoce del tumore al seno, poiché permette di individuare eventuali anomalie prima che si manifestino sintomi evidenti. Per le donne più giovani, a partire dai 30 anni, si consiglia di eseguire un esame ecografico su indicazione del ginecologo ogni due o tre anni”.

Perché è stata introdotta l’iniziativa “Ottobre Rosa”

“Recentemente, le regioni italiane hanno introdotto l’iniziativa “Ottobre Rosa”, dedicata alla prevenzione nelle donne tra i 45 e i 49 anni, che non rientrano ancora nel programma di screening standard. Durante questo mese, le pazienti di questa fascia d’età possono accedere gratuitamente a una mammografia e, se necessario, a un’ecografia nella stessa giornata, previa prenotazione. Questa iniziativa rappresenta un’importante opportunità per individuare precocemente eventuali tumori anche in una fascia di età più giovane”.

Questo vale anche per chi ha familiarità per il tumore al seno?

“Per le pazienti con una familiarità per il tumore al seno, ovvero con più di un parente che hanno avuto questa malattia, le cose cambiano. Queste donne vengono inserite, previa consulenza genetica, in un programma di sorveglianza più stretta, con esami più ravvicinati che possono includere, oltre alla mammografia ed ecografia, anche la risonanza magnetica. Questo tipo di monitoraggio è cruciale per chi presenta mutazioni genetiche (come BRCA1 o BRCA2), che aumentano il rischio di sviluppare il tumore al seno”.

Quali abitudini di vita quotidiana possono ridurre il rischio di sviluppare un tumore al seno?

“Adottare uno stile di vita sano può aiutare a ridurre significativamente il rischio di sviluppare un tumore al seno. In particolare, la dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e olio d’oliva, ha dimostrato effetti protettivi. Anche mantenere un peso corporeo adeguato è cruciale, poiché l’obesità può inflluenzare lo sviluppo del tumore al seno. Il tessuto adiposo è coinvolto nel metabolismo degli ormoni e può influire sulla crescita di cellule tumorali. Un altro aspetto fondamentale è mantenere uno stile di vita attivo, praticando regolarmente attività fisica, come camminare o fare sport. Il movimento non solo aiuta a mantenere il peso corporeo, ma anche a ridurre il rischio di sviluppare un tumore al seno e migliorare la salute generale. Infine, l’uso di terapie ormonali sostitutive deve essere sempre monitorato da un medico, poiché in alcuni casi possono aumentare il rischio di tumore alla mammella”.

Quali sono i segnali e i sintomi più comuni a cui prestare attenzione per individuare eventuali anomalie nel seno?

“I segnali e sintomi più comuni da monitorare per individuare potenziali anomalie nel seno includono: noduli o tumefazioni: una massa o indurimento nel tessuto mammario, spesso non doloroso, è un sintomo più frequente. Modifiche della pelle: cambiamenti come la pelle a ‘buccia d’arancia’ o l’ispessimento del tessuto cutaneo possono indicare un’anomalia; Retrazione del capezzolo: la retrazione del capezzolo è un segno che merita attenzione. Secrezioni dal capezzolo: in particolare, la secrezione di sangue può essere un campanello d’allarme. Linfoadenopatie ascellari: l’ingrossamento dei linfonodi sotto l’ascella può essere un altro segno di un processo tumorale. Purtroppo, il tumore al seno può essere insidioso: esistono tumori che non sono rilevabili attraverso la palpazione ma sono visibili tramite esami diagnostici come la mammografia o l’ecografia, e viceversa. Per questo motivo, è importante monitorare regolarmente il seno e sottoporsi a una combinazione di esami diagnostici per una valutazione accurata”.

Come ha migliorato l’intelligenza artificiale nel 2024 la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore al seno rispetto agli anni passati?

“Nel 2024, l’intelligenza artificiale (IA), ancora non entrata di routine nella diagnosi di tumore mammario, potrebbe migliorare la diagnosi precoce del tumore al seno. Attualmente sono utilizzati sistemi di  rilevamento automatico delle anomalie nelle mammografie, come il CAD (Computer-Aided Detection). Questi sistemi sono in grado di analizzare le immagini mammografiche, individuando delle aree di sospetto e indicando così ai radiologi di porre l’attenzione su di esse. Sebbene questi strumenti siano già in uso, l’evoluzione dell’IA richiede enormi quantità di dati di qualità per allenare i modelli e migliorare ulteriormente la loro accuratezza”.

L’IA potrebbe essere una rivoluzione nel campo della diagnosi?

“Nel tempo, l’IA sarà in grado di fare diagnosi sempre più precise, con meno intervento umano, ma al momento resta fondamentale la supervisione dei radiologi. Si tratta di un processo lungo che, con il continuo aumento dei dati disponibili e lo sviluppo di algoritmi più sofisticati, potrà rivoluzionare il campo della diagnosi oncologica, portando a una riduzione significativa dei falsi positivi e negativi. Nonostante questi progressi, l’integrazione completa dell’IA nella diagnostica oncologica richiederà ancora tempo e ulteriore sviluppo per essere messa pienamente in pratica​. Per concludere, è importante sottolineare che il tumore al seno, in molti casi, progredisce lentamente. Questo significa che una diagnosi precoce offre la possibilità di intervenire prima che il tumore si diffonda o provochi danni più gravi, aumentando enormemente le probabilità di guarigione. Questo cambiamento ha trasformato il panorama degli interventi chirurgici, che sono ora spesso risolutivi nelle fasi iniziali della malattia”.

Quali sono le opzioni di cura?

“Dopo la diagnosi, le terapie sono adattate alle caratteristiche del tumore. La terapia ormonale è spesso utilizzata per quei tumori sensibili agli ormoni, bloccando l’azione degli estrogeni che possono favorire la crescita delle cellule tumorali. A seconda dei casi, si ricorre anche alla radioterapia e alla chemioterapia, per assicurare la completa eradicazione delle cellule tumorali residue. Sebbene esistano forme più aggressive di tumore al seno, la loro incidenza è in diminuzione grazie ai progressi nelle terapie e nei programmi di prevenzione. L’attenzione alla diagnosi precoce e all’uso di trattamenti personalizzati ha contribuito a migliorare significativamente la sopravvivenza e a ridurre la gravità degli interventi necessari”.

Il ruolo cruciale della prevenzione nel tumore al seno: il 19 ottobre come giornata mondiale di sensibilizzazione

“Durante tutto il mese di ottobre vengono organizzate diverse attività di sensibilizzazione, come eventi, campagne di raccolta fondi e illuminazione di monumenti in rosa, simbolo della lotta contro il tumore al seno. Questa giornata mira a educare il pubblico sull’importanza degli esami regolari, come la mammografia, e a diffondere informazioni su come ridurre i fattori di rischio. Molte organizzazioni offrono anche screening gratuiti per incoraggiare le donne a sottoporsi ai controlli di prevenzione. Il cancro al seno è una delle forme tumorali più comuni tra le donne, ma grazie ai progressi nella diagnosi precoce e ai trattamenti, la sopravvivenza è migliorata significativamente. La consapevolezza e l’autoesame regolare possono fare una grande differenza nella prevenzione. Le iniziative di ottobre non sono solo focalizzate sulle donne, ma anche sugli uomini, che pur in misura minore, possono essere colpiti dal tumore al seno. Il nastro rosa è il simbolo internazionale di queste campagne di sensibilizzazione. La continua ricerca e i miglioramenti nelle tecniche diagnostiche, come la tomosintesi e l’uso della risonanza magnetica mammaria, stanno contribuendo a una diagnosi sempre più accurata, riducendo l’incidenza di falsi positivi  e falsi negativi e migliorando il trattamento complessivo​”.