Prof. Calabrese: “Vi spiego il significato della Giornata Mondiale dell’Alimentazione”

In occasione della Giornata Mondiale dell'alimentazione Interris.it ha intervistato il professor Giorgio Calabrese, medico specializzato in Scienza dell'Alimentazione, docente universitario e autore di svariate pubblicazioni

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Foto di Jakub Kapusnak su Unsplash

La Giornata Mondiale dell’Alimentazione si celebrata in tutto il mondo, con l’obiettivo di ricordare la fondazione della FAO, ovvero l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, la quale si occupa di temi legati al cibo e all’agricoltura a livello globale, tenutasi il 16 ottobre 1945.

L’importanza dell’alimentazione

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute come uno “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente come l’assenza di malattia o infermità”. Quindi, non si può parlare di buona salute se la nutrizione non è adeguata e, su questo versante, l’educazione alimentare, rappresenta uno strumento di prevenzione efficace a tutela della salute a tutto campo, soprattutto per quanto riguarda le giovani generazioni. Interris.it, su questi temi e in merito alla Giornata Mondiale dell’Alimentazione, ha intervistato il professor Giorgio Calabrese, medico specializzato in Scienza dell’Alimentazione, docente universitario, Consulente Scientifico del Ministero della Salute, giornalista pubblicista e ricercatore, nonché uno dei maggiori esperti mondiali in materia di diete e nutrizione.

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L’intervista

Professor Calabrese, che significato riveste la Giornata Mondiale dell’Alimentazione?

“La Giornata Mondiale dell’Alimentazione ha un significato di proiezione: non è soltanto ciò che stiamo facendo, ma ciò che auspichiamo in riguardo a questo tema. Questo giorno, quindi, non deve essere solamente un riscontro del passato o una valutazione del presente ma, soprattutto un sogno per il futuro. Fare questo però, implica il basarsi sul punto dove ci troviamo. L’Italia, ad esempio, in termini di longevità, fino a pochi anni fa, era il primo Paese al mondo ma, da quando si è iniziata una graduale conversione alle diete iperproteiche di derivazione americana, siamo passati all’ottava e nona posizione in classifica. Quindi, in futuro, più grassi e più proteine nella dieta, daranno meno longevità agli italiani.”

Che importanza ha, soprattutto tra le fasce più fragili della popolazione, la promozione di una dieta corretta?

“Nella mente delle persone, molto spesso, c’è l’idea di dividere il cibo tra buono e cattivo. Personalmente, io lo divido tra buono e ottimo: il cibo cattivo non deve esistere. Ciò deve essere insegnato ai bambini già dalla scuola materna. Sia io che mia figlia, anch’essa medico internista e dietologa, diamo delle consulenze gratuite agli istituti scolastici affinché i bambini possano imparare a mangiare meglio. Dobbiamo far si che loro capiscano l’importanza di mangiare verdura, frutta e altri cibi sani. In particolare, attraverso la Giornata dell’Alimentazione, dobbiamo dare inizio ad un percorso virtuoso in grado di riportare l’Italia ad essere ai primi posti nel mondo per la longevità ma anche, facendo il modo che, anche gli altri Paesi, lo siano sempre di più.”

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Foto di Taylor Flowe su Unsplash

In qualità di medico, dietologo e comunicatore quale messaggio si sente di lanciare in occasione della giornata che stiamo vivendo?

“Vorrei lanciare questo messaggio: cerchiamo di spendere il giusto per alimentarci in maniera corretta e, quando possibile, andiamo dai contadini più vicini a noi, per acquistare prodotti di qualità e, allo stesso tempo, saltare i passaggi della filiera che ne fanno aumentare i prezzi.”