Tutelare la qualità della vita degli italiani: servono misure adeguate

Foto di Maria Lin Kim su Unsplash

La curva dell’inflazione sta scendendo ma ciò, purtroppo, non si traduce in una diminuzione dei prezzi dei prodotti agroalimentari i quali, invece, continuano ad aumentare. Le conseguenze di questi incrementi quindi, si ripercuotono sulle famiglie italiane e sulla loro quotidianità. A titolo di esempio, basti pensare che, le percentuali di aumento di alcuni dei prodotti alimentari di maggior consumo, nonostante il decremento del costo delle materie prime, hanno raggiunto percentuali molto importanti: il pane più del 30%, il latte oltre il 40%, le mele ad oltre il 100% e le fettine di manzo ad oltre il 90% in più. La somma di queste, complessivamente, si traduce mediamente in duemila euro di aumenti per far fronte alla spesa giornaliera per l’acquisto di generi alimentari, a cui si aggiunge il mancato adeguamento di stipendi e rinnovi contrattuali, unito al taglio delle pensioni rispetto al tasso di inflazione attuale.

Alla luce di ciò, è fondamentale che, le istituzioni preposte, intervengano per fermare la speculazione in atto nella filiera agroalimentare la quale, lo ripeto, va ad incidere in maniera molto negativa sul potere d’acquisto delle famiglie, già lambite molto duramente dai rincari complessivi dell’ultimo biennio. Servono quindi misure adeguate, volte a tutelare la qualità della vita dei cittadini in difficoltà e alla salvaguardia del loro potere d’acquisto.