Ue: approvati i dazi al 36,6% sulle auto elettriche cinesi

L'UE ha approvato dazi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi per contrastare i sussidi sleali di Pechino, suscitando critiche da Germania e Spagna, che preferiscono evitare una guerra commerciale

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I Paesi dell’Unione Europea hanno approvato dazi aggiuntivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai sussidi considerati sleali concessi da Pechino ai propri produttori. Il voto, avvenuto durante una riunione a Bruxelles, mira a contrastare la concorrenza cinese, ma ha suscitato critiche da parte di alcuni Paesi, tra cui la Germania e la Spagna, che temono una guerra commerciale. La Germania, in particolare, sostiene che negoziare con Pechino sia preferibile ai dazi, mentre la Spagna chiede di mantenere aperti i negoziati per trovare una soluzione di compromesso.

I Paesi Ue approvano i dazi sulle auto elettriche cinesi

Via libera dei Paesi Ue all’introduzione dei dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi sleali elargiti da Pechino. Lo si apprende da fonti europee a margine del voto a Bruxelles.

L’Ue al voto sui dazi sulle e-car cinesi, iniziata la riunione

Si è svolta a Bruxelles la riunione del Comitato di difesa commerciale in cui i 27 Paesi Ue hanno votato per introdurre dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi sleali elargiti da Pechino ai suoi produttori di e-car. Nel corso della riunione, la Commissione europea presenta ai governi la bozza di regolamento che imporrà dazi definitivi, a cui seguirà il voto da parte degli Stati membri. E’ necessaria una maggioranza qualificata – ovvero 15 Paesi che rappresentano almeno il 65% della popolazione Ue – per confermare o respingere la proposta avanzata a luglio da Bruxelles. Nel caso di bocciatura, la Commissione potrà presentare una nuova proposta di regolamento modificata. Se non dovesse formarsi alcuna maggioranza qualificata a favore o contraria alla proposta, l’esecutivo Ue potrebbe comunque decidere di procedere e mettere in atto il regolamento che, di fatto, è approvato. Infine, se a bocciare la proposta fosse una maggioranza semplice di 14 Paesi, la Commissione sarebbe obbligata ad andare in comitato d’appello, entro 30 giorni, dove l’unico modo per respingere la proposta è, di nuovo, a maggioranza qualificata.

Lindner: “I dazi Ue sulle e-car cinesi sarebbero un errore”

Il ministro delle Finanze tedesco, Christian Lindner, ha ribadito la sua contrarietà ai dazi Ue sulle importazioni di e-car dalla Cina. “I dazi sulle auto elettriche cinesi sarebbero un errore. Lo dice la nostra industria automobilistica, che dovrebbe essere protetta. Alcuni politici pensano di saperne di più dei diretti interessati. Con la Cina è necessario parlare chiaro e negoziare, ma le guerre commerciali fanno solo perdenti”, ha scritto il liberale poche ore prima del voto dei Ventisette a Bruxelles attualmente in corso.

Madrid chiede all’Ue di tenere aperto negoziato dazi con Cina

La Spagna chiede di mantenere aperti i negoziati con la Cina per evitare a ogni costo una guerra commerciale: lo comunica in una lettera inviata dal ministro spagnolo all’Economia, Carlos Cuerpo, al commissario Ue al Commercio, Valdis Dombrosvkis, rivela El Pais. Questo anche se Madrid non ha rivelato ancora la sua posizione sul voto decisivo di oggi a Bruxelles per introdurre dazi aggiuntivi definitivi fino al 36,3% sulle auto elettriche cinesi in risposta ai maxi sussidi, ritenuti sleali, elargiti da Pechino ai suoi produttori di e-car. “In questo momento crediamo necessario mantenere aperti i negoziati ed esplorare tutte le vie per una soluzione di compromesso”, segnala Cuerpos nella lettera, senza anticipare il senso del voto. A metà luglio, in un primo voto non vincolante, dodici Paesi – tra cui l’Italia e la Spagna – si erano espressi a favore di un segnale forte contro i sussidi sleali. Undici gli astenuti, guidati dalla Germania, e solo quattro i contrari (Ungheria, Malta, Cipro e Slovacchia). Da allora, e vista la rappresaglia annunciata da Pechino sul comparto agroalimentare europeo, Madrid ha espresso l’intenzione di riconsiderare la sua posizione. Nella lettera Madrid segnala possibili punti di incontro, come “la riduzione dell’impatto nocivo dei sussidi”, segnalato dalla Commissione Europea dopo l’approfondita indagine sui vantaggi competitivi dei veicoli elettrici del gigante asiatico per l’ingente quantità di aiuti ricevuti. E chiede che parte della produzione di batterie sia trasferita in Europa. In Spagna è stata di recente installata una grande fabbrica di veicoli cinesi nell’ex impianto giapponese di Nissan ed è previsto un progetto per la creazione di una produzione di batterie di litio in Estremadura. La lettera allinea la posizione della Spagna con quella della Germania, che ha fatto appello ripetutamente a evitare una guerra commerciale con Pechino.

Fonte: Ansa