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Nadef 2024: cosa aspettarsi

Il Piano strutturale di bilancio lascerà invariata per il 2024 la crescita del Pil indicata nella Nadef, ovvero l’1%. Nel Consiglio dei ministri di quest’oggi, come spiegano fonti di Palazzo Chigi, il responsabile dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, farà il punto sul Piano struttuale e legge di Bilancio, già illustrato al Cdm lo scorso 17 settembre. Il ministro porterà anche i numeri di deficit, debito e Pil aggiornati anche alla luce della revisione dei conti che l’Istat ha presentato lunedì scorso. Dalla Nadef emergeranno i numeri concreti delle risorse finanziarie a disposizione per la prossima legge finanziaria, quest’anno legata a doppio nodo al Piano di rientro dal deficit di bilancio.

Secondo le nuove regole del Patto di Stabilità, l’Esecutivo Meloni deve concordare entro novembre con la Commissione Europea un Piano Strutturale di Bilancio su base pluriennale, che inevitabilmente impatterà sulla Legge di Bilancio 2025. Quanto alla manovra si parla di più soldi per il Fondo sanitario nazionale, ma anche l’aumento del contributo delle Regioni alla finanza pubblica. Sarebbero queste le ipotesi emerse dall’incontro sulla Manovra tra le Regioni al ministero delle Finanze. L’ipotesi sarebbe quella di aumentare il Fondo sanitario nazionale per non ridurre il rapporto tra spesa sanitaria e Pil: al momento si parla di 900 milioni al netto degli aumenti contrattuali, ma – viene fatto notare- bisognerà attendere a quanto si attesterà il valore del Pil.

Inoltre verrebbe mantenuto il contributo delle Regioni alla Finanza pubblica che potrebbe arrivare per il 2025 fino a 350 milioni, dunque con una previsione di aumento visto che nel 2024 si era partiti da 305 per arrivare però a 350 milioni. Su questo ultimo punto le Regioni chiedono di tenere aperto il confronto per arrivare ad una cifra più contenuta. Sul piano delle entrate resta il nodo delle banche. “Sono allo studio possibili misure suscettibili di confronto con le categorie interessate per valutare il contributo che il settore può dare al bilancio dello Stato”. Lo ha detto il sottosegretario del ministero dell’Economia e delle Finanze Federico Freni durante il question time in commissione Finanze alla Camera, rispondendo a un’interrogazione di Alleanza Verdi e Sinistra sul tema di una potenziale tassazione degli extraprofitti su alcuni comparti dell’economia.

“L’articolo 26 del decreto 104 del 2023 ha previsto un prelievo straordinario a carico delle banche calcolato sull’incremento del margine di interesse. L’imposta è stata determinata applicando un’aliquota del 40% dell’ammontare del margine. In luogo del versamento dell’imposta è stato consentito di destinare a riserva non distribuibile l’importa per una quota non inferiore a due volte e mezzo l’imposta dovuta per rafforzare la struttura patrimoniale”, ha spiegato Freni, riassumendo le iniziative prese. “Contribuisca chi può permetterselo”, dice il responsabile del Tesoro. “Non esistono extraprofitti o extraperdite. Veniamo da un decennio di crisi, con le banche salvate dei dai contributi di istituti concorrenti”, precisa il presidente dell’Abi, Patuelli.

Coldiretti, dal canto suo, ritiene importante l’iniziativa del governo di illustrare e condividere i contenuti del documento di bilancio, introdotto dalla riforma delle regole del patto di stabilità e crescita. “I nuovi parametri di riferimento che orienteranno la prossima manovra di bilancio e che sono definiti dal piano devono tenere conto delle stime dell’Istat relative alle dinamiche del Pil che consentono di prospettare una manovra utile per il sostegno delle imprese, pur nel rispetto della riattivazione dei vincoli europei contenuti nel patto di stabilità. Il settore agricolo, che ha sempre dimostrato responsabilità nell’affrontare le tematiche della spesa pubblica, è al tempo stesso pienamente consapevole del proprio ruolo per il raggiungimento di obiettivi di crescita che non si limitano ad un incremento del Pil ma tendono ad una crescita coerente con le esigenze di sostenibilità delle dinamiche economiche. Coldiretti ritiene, quindi, che la manovra di bilancio che sta per essere varata dal governo debba consolidare le misure per il settore agricolo già vigenti ed allo stesso modo incentivare, ad esempio, l’occupazione giovanile nel settore, intervenire a sostegno delle imprese colpite da calamità naturali e dalla oramai gravissima diffusione di malattie infettive che colpiscono gli allevamenti, senza dimenticare il sostegno alle famiglie più vulnerabili tramite politiche di garanzia del diritto al cibo e le misure per incentivare le agroenergie”.

Dunque le forze in campo sono tante e con tante voci, armate di numerose domande, anche se le risorse sono quelle che sono. Ragione per la quale il lavoro del governo non sarà affatto facile, ma di necessità dovrà fare virtù, considerando anche un contesto europeo di grandi fibrillazioni. Giorgetti quindi è chiamato ad una prova del nove, dalla quale dipendono le scelte economiche dell’esecutivo. Sbagliare ora sarebbe un duro colpo, per questo il Consiglio dei ministri dovrà svolgere i compiti assegnati con grande impegno

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