Il matrimonio: immagine concreta dell’amore di Dio

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La Grazia di aver incontrato Cristo, averlo accolto e ascoltato, si diffonde in tutta la nostra vita e permette alla nostra risposta alla Sua chiamata di dare frutti meravigliosi, qualsiasi sia la vocazione, come nel matrimonio cristiano, di cui ci parlano le letture di questa domenica.

Nella vita di ogni cristiano si realizza sempre qualcosa di incomprensibile per la nostra natura: riceve la capacità di amare fino a donarsi, può accettare le ingiustizie e perdonare, comprende la povertà e gli errori degli altri senza giudicare, cercando invece di comprendere e aiutare. È l’uomo rinato nella Grazia di Gesù, qualcosa che gli scribi, che parlano a Gesù dell’atto di ripudio della moglie concesso da Mosè, non comprendono: perché sono ancora schiavi della legge.

Soltanto quando abbiamo conosciuto Cristo, sperimentato la Sua misericordia infinita, nasce in noi questa “natura celeste”, ci viene dato un cuore nuovo; è questo che permette agli sposi di amarsi senza pretendere dall’altro, ma donandosi reciprocamente. Il matrimonio diviene così l’immagine concreta dell’Amore di Dio, manifestato in Cristo: così come Lui li ha amati, anche loro si possono amare. La debolezza e i difetti, che comunque non ci abbandonano, divengono l’occasione per testimoniare questo amore infinito.

L’incontro con Gesù trasforma tutto, così come scriveva Simone Weil, filosofa e mistica francese: «Nell’animo in cui è avvenuto un tale contatto con la purezza, tutto l’orrore per il male che porta in sé si trasforma in amore per la purezza divina. Per questo motivo Maria Maddalena e il buon ladrone furono dei privilegiati dell’amore» (in Pensées sans ordre concernant l’amour de Dieu, tr. L’Amore di Dio).

«Colui che santifica e coloro che sono santificati, provengono tutti da una stessa origine» (Ebrei2, 11), ascoltiamo oggi nella seconda lettura: il matrimonio non ha altra legge che quella dell’Amore che Gesù ci ha donato assumendo su di Sé la morte per donare a noi la vita.