A Piacenza il Festival del Pensare Contemporaneo. “Vivere la meraviglia, tra stupore e spavento”

Abbiamo incontrato Alessandro Fusacchia, curatore del Festival che per la seconda edizione ha portato a riflettere relatori di altissimo livello, del mondo della cultura, dello spettacolo, della musica, sul tema dello stupore. Presente anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella che ha dialogato con gli studenti

Piacenza è stata nuovamente protagonista per il secondo anno del Festival del Pensare Contemporaneo. Il tema di quest’anno, “Vivere la meraviglia, tra stupore e spavento” è stato un viaggio emozionale e cognitivo attraverso i sentimenti più profondi che animano l’esperienza umana e si propone di esplorare le dinamiche del meravigliarsi, dello stupore di fronte all’immensità e alla varietà del mondo che ci circonda, e dello spavento che a volte ne deriva e che va affrontato con lucidità perché possa trasformarsi in una potente forza esistenziale.

Alessandro Fusacchia, curatore del Festival, ha raccontato in esclusiva a Interris.it il significato di questa edizione e la serie di incontri che ha portato numerose persone a confrontarsi sul tema della meraviglia e dello stupore. “Tanti i relatori e i panel, forse anche troppi – ha scherzato Fusacchia – ma ogni incontro è stata davvero un’occasione di dialogo e riflessione. La bellezza di questo Festival è che i relatori, protagonisti della kermesse, non vengono solo per se stessi (il loro intervento), ma partecipano anche agli altri panel”.

“Leggere il nostro tempo e quindi il contemporaneo è una condizione indispensabile per chiunque per sentirsi meno vulnerabile e decidere con più consapevolezza della propria vita. Per questo vogliamo fare di Piacenza un’occasione unica per capire il mondo: quello che è, quello in cui rischiamo di ritrovarci tra qualche anno – e soprattutto, quello che ancora potrebbe essere”.

Gli ospiti

Tantissimi gli ospiti, da Samantha Cristoforetti, Dargen D’Amico, Eugenio Coccia fino al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (l’ultimo Capo dello Stato a tornare a Piacenza era stato Ciampi) che ha dialogato con i giovani, circa 350 studenti, e li ha invitati a “esercitare il pensiero, riflettere, farsi sempre una propria opinione e a non lasciarsi omologare“. Gli studenti, provenienti da ogni parte d’Italia, hanno consegnato al presidente quattro lettere con cui hanno espresso le proprie preoccupazioni per il futuro. E la tecnologia, se da una parte è fondamentale, dall’altra solleva non pochi dubbi.

Sergio Mattarella (foto: Festival del Pensare Conemporaneo)

Mattarella ha inoltre sottolineato che “con l’intelligenza artificiale c’è il rischio di omologazione, basta pensare al frequente conformismo dei social, agli sms in forme abbreviate che tagliano l’ espressività o al modo di esprimersi riducendo parole o intere frasi a poche sillabe. E’ il rischio di omologarsi e occorre che il genere umano difenda l’unicità della sua mente”. E poi l’invito a rispettare il proprio tempo, l’unicità e l’irripetibilità della mente mana con l’invito ad “avere rispetto del proprio tempo“, pur senza indugiare nell’inerzia.

Ascolta il Capo dello Stato Sergio Mattarella

 

Il Pubblico in un momento del Festival (foto: Festival del Pensare Contemporaneo)

Cinque giorni, 170 ospiti, 80 incontri che si sono tenuti in 14 location nel centro della città di Piacenza e un totale di 24mila presenze fisiche registrate durante le giornate della manifestazione, a cui si aggiungono le presenze digitali, con 4.5 milioni di impression sui social, oltre 1,6 milioni di account raggiunti fra Facebook e Instagram, e 3000 registrazioni al sito soprattutto da Emilia-Romagna e Lombardia.
E già si guarda alla prossima edizione, dall’11 a 14 settembre 2025.

“Dobbiamo ancora riprenderci – ha commentato Alessandro Fusacchia – ma abbiamo un anno in cui iniziare a pensarci. Mi piacerebbe fare qualche evento di meno (non ci siamo riusciti quest’anno) e investire energie su specifici format per introdurre quell’elemento toccante che porta le persone a vivere meglio il festival. Per il momento ci prendiamo un periodo di (speriamo) meritato riposo”.