Più filosofia, più condivisione. L’importanza sociale del pensiero

Riflessioni e testimonianze sull'Ia e su"cambiamenti che avverranno in un orizzonte temporale molto breve e daranno un gigantesco impulso al nostro benessere generale"

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Foto di Tony Sebastian su Unsplash

“Vi sono in cielo e in terra, Orazio, assai più cose di quante ne sogna la tua filosofia”, scrive William Shakespeare. Da nord a sud quella che si è appena conclusa è stata anche un’estate all’insegna della filosofia e del suo valore sociale. A Roma, per esempio, sono stati coltre 3000 gli spettatori totali che hanno raggiunto lo Stadio Palatino per decretare il successo di “Filosofie sotto le stelle”, la manifestazione sul pensiero filosofico promossa dal Campidoglio. Una straordinaria partecipazione di pubblico riscontrabile dal numero dei partecipanti nelle tre serate sold out e dal costante interesse nei confronti delle tematiche affrontate e, soprattutto, dei prestigiosi ospiti della manifestazione. A partire da Joyce Carol Oates, che ha ammaliato il pubblico della prima sera con il suo brillante testo e la sua carismatica presenza. Fino ad arrivare all’apporto coinvolgente di tutti gli altri prestigiosi interventi. Da Yuk Hui a David Chalmers, da Maximo Ibarra a Nathalie Tocci, da Maurizio Ferraris e Sofia Bonicalzi a Fabrizia Giuliani, che proprio con la Oates ha condiviso il palco. “Abbiamo voluto fortemente accompagnare – ha detto l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor – il 25° Congresso Mondiale di Filosofia, l’importante evento internazionale che quest’anno ha come sede l’Università La Sapienza di Roma, con il festival ‘Filosofie sotto le stelle‘. Con le tre serate allo Stadio Palatino ci siamo proposti l’obiettivo di portare la filosofia fuori dai confini accademici così da renderla accessibile anche ai non specialisti. Il successo di pubblico della manifestazione ha confermato questa intuizione facendo diventare la città di Roma per una settimana il centro del dibattito filosofico mondiale”.

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Studenti di Uninettuno. Foto: Uninettuno

Filosofia e società

C’erano anche tre docenti del dipartimento di Pedagogia, psicologia, filosofia dell’Università degli Studi di Cagliari tra gli oltre cinquemila filosofi arrivati da tutti il mondo che hanno preso parte al venticinquesimo World Congress of Philoshopy a Roma. Nel corso dell’appuntamento dal titolo Philosophy across Boundaries (La Filosofia oltre i confini) sono state affrontate tematiche come etica, spiritualità, politica, ma anche diseguaglianze, diritti, inclusione e parità di genere. Per l’Università di Cagliari hanno tenuto tre delle 89 sessioni del congresso Francesca Ervas che ha contribuito con un paper per Experimental Philosophy, Roberto Giuntini per Philosophy of Physics ed Elisabetta Gola per Language and Linguistics. “Oltre i confini non è stato solo il titolo del convegno – ha spiegato la professoressa Ervas – la partecipazione di filosofi e filosofe di tutto il mondo ha consentito di superare le barriere linguistiche e culturali che ancora oggi esistono tra differenti approcci alla filosofia”. Elisabetta Gola, componente del direttivo della Società di filosofia del linguaggio, ha partecipato alla tavola rotonda in cui si sono state messe in luce le questioni chiave della filosofia del linguaggio oggi. Gran parte del congresso è stata dedicata alla filosofia al femminile. Lo ha confermato il panel organizzato da Fabrizia Giuliani docente dell’Università di Roma la Sapienza ed esperta in violenza di genere dal titolo “Violenza e linguaggio”. Al quale hanno preso parte Elisabetta Gola e Francesca Piazza dell’Università di Palermo. “Il legame che accosta violenza e linguaggio è connesso al potere e a come si distribuisce in maniera non equa nelle relazioni interpersonali“, ha evidenziato la prorettrice Gola, che ha anche esposto le buone pratiche dell’Università di Cagliari in termini di linguaggio non discriminatorio e non violento.

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Foto di Jaredd Craig su Unsplash

Ia e filosofia

“Potrebbe sembrare strana la partecipazione di un’azienda tecnologica ad un Festival di Filosofia, ma la nostra presenza qui assieme a tanti esperti di livello mondiale è, a mio avviso, naturale. Sono infatti convinto che la tecnologia e il pensiero dell’uomo, e dunque la filosofia, siano strettamente collegati”, ha sottolineato Maximo Ibarra, amministratore delegato di Engineering, digital transformation company leader in Italia, in occasione della serata intitolata “Menti“, con la quale si è conclusa “Filosofie sotto le stelle”. Secondo Ibarra, “l’Intelligenza artificiale può potenziare la creatività umana, fino a realizzare dialoghi inediti con il passato”, come dimostrato nel corso della serata attraverso la simulazione della conversazione con gli avatar di Platone e Confucio. “Con la tecnologia e l’intelligenza artificiale infatti andremo ad incidere sulla qualità della vita delle persone, sul loro benessere e sulla ricchezza che produrranno – spiega Ibarra – E tutti questi aspetti hanno delle implicazioni importanti sulla centralità dell’uomo. Molto spesso poi, si parla anche dell’intelligenza artificiale come sostituto dell’individuo, ma non è così. Piuttosto, è un’amplificazione delle sue capacità che apre la strada ad una modalità di lavoro sempre più collaborativa tra l’essere umano e la macchina”. Per questo motivo, secondo il ceo di Engineering “è necessario far sì che quando si parla di umanità, di futuro della vita sul nostro pianeta e di filosofia, si parli anche con chi si occupa di tecnologia“.

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Foto di Igor Omilaev su Unsplash

Benessere generale

Parallelamente, anche “il fattore umano è fondamentale” nello sviluppo dell’Intelligenza artificiale. “E’ essenziale e l’intelligenza artificiale non sostituirà mai l’essere umano, ma amplificherà le sue conoscenze, la sua creatività e le sue capacità – precisa Ibarra – Quando si parla di sostituzione si parla piuttosto di persone che utilizzano l’intelligenza artificiale che sostituiranno individui che non utilizzeranno l’intelligenza artificiale. Questa collaborazione sempre più forte tra individui e macchine porterà ad un incredibile volume di scoperte e di innovazione. Non sarà quindi una sostituzione, ma una grande collaborazione”. A tale proposito si parla di copilot, che “non è soltanto un software, ma è appunto la capacità di poter fare le cose insieme, delegando alle macchine le attività più ripetitive o quelle che possono essere automatizzate” sottolinea il manager. Tra i numerosi cambiamenti che porterà l’Ia nella vita ordinaria dell’essere umano, prevalentemente positivi, anche qualche minaccia di cui bisogna tenere conto: “Si dovrà quindi intervenire sotto il punto di vista delle normative e della regolamentazione, ponendo anche delle limitazioni tecnologiche. Questa crescita esponenziale, però, ci porterà soprattutto ad un costante miglioramento degli standard di vita. Aiutandoci ad affrontare le emergenze e calamità naturali, a risolvere il cambiamento climatico, a migliorare l’educazione e la sanità. Tutti questi cambiamenti avverranno in un orizzonte temporale molto breve – conclude Ibarra – e daranno un gigantesco impulso al nostro benessere generale”.