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Inizio nuovo anno scolastico: agiamo per il bene dei giovani

Si avvicina l’inizio di un nuovo anno scolastico e, come sempre, si tratta di un momento ricco di attese, di propositi, di progetti e, perché no?, anche di qualche preoccupazione. I fronti aperti, come sempre, sono tanti: le difficoltà nel completare l’organico e i veloci cambiamenti della nostra società cui ogni scuola è chiamata a fare fronte sulla base dei propri progetti educativi. Eppure, proprio questo è il bello del fare scuola, da sempre, ma, soprattutto, in questa nostra epoca caratterizzata da tante contraddizioni. Se guardiamo, infatti, alla nostra società cosa pare prevalere? La guerra in Ucraina, in Terrasanta e nei tanti altri luoghi spesso dimenticati, perché non rientranti nelle sfere degli interessi dei potenti, il dilagare della violenza fra le mura domestiche e, non ultimo, pure fra i giovani. In mezzo a tutto questo la scuola rimane oggi uno, forse l’unico, presidio presso il quale i nostri bambini, ragazzi e giovani possono trovare risposte diverse e sperimentare dimensioni altre e alte del vivere. Questo chiama tutti coloro che lavorano nella scuola ad un maturo senso di responsabilità perché la posta in gioco è davvero alta.

Mi sia concesso un rapido sguardo sulla scuola italiana: non possiamo non registrare i passi positivi compiuti per volontà del Ministro Valditara a favore della scuola pubblica italiana, statale e paritaria: i corsi abilitanti per i docenti delle paritarie, l’apertura dei bandi PNRR anche alle scuole paritarie, tutte le misure introdotte per innalzare gli standard di apprendimento, soprattutto per i territori a più forte tasso di dispersione scolastica. Confidiamo che anche le misure economiche volte alla garanzia del diritto alla libertà di scelta educativa già introdotte evolvano sino ad arrivare all’introduzione del buono scuola, così come proposto dalla Presidente del Consiglio, on. Giorgia Meloni. Insomma, i motivi per essere fiduciosi ci sono e sono tanti: occorre insistere e dare tutto il nostro supporto.

Tutti, dunque, siamo chiamati a compiere il nostro dovere, nella nostra quotidianità fatta di lavoro denso e silenzioso, perché il cambiamento, in meglio, della nostra società è possibile solo se ne siamo convinti e ne siamo convinti in primis noi che lavoriamo nella scuola. Diversamente ci dovremmo accontentare di una scuola considerata mera erogatrice di competenze tecniche e non ispiratrice di pensiero e di positiva responsabilità.

Mi fermo qui. Chiudo con una breve citazione tratta dalle Imitazioni di Cristo, un testo che ho ripreso in mano nei giorni scorsi, quando il lavoro si è fatto meno intenso. L’autore medievale del trattatello così scrive: “Molto fa chi molto ama. Molto fa chi agisce bene. E agisce bene chi si mette a servizio del bene comune più che del proprio volere (…) Chi ha vera e perfetta carità non ricerca se stesso in alcuna azione ma desidera che in tutto si manifesti la gloria di Dio”. Sono parole che hanno un valore universale, indipendentemente dalle proprie convinzioni personali, perché invitano ad agire bene per il bene comune. Se non fosse questa l’ispirazione dominante, il nostro impegno non avrebbe alcuna logica e tutto sarebbe vano. Agiamo, dunque bene per il bene di tutti, in particolare dei nostri giovani. Questo è il mio augurio per voi tutti all’inizio del nuovo anno scolastico.

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