L’impegno della Chiesa per la pace

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Il raggiungimento della pace e della giustizia internazionale, attraverso l’importante strumento del dialogo, costituiscono da sempre le azioni fondanti della Chiesa Cattolica. Basti pensare all’enciclica Populorum Progressio di Paolo VI che, nel 1967, in piena Guerra Fredda, Ha saputo lanciare con forza la richiesta di uno sviluppo solidale dell’umanità e di un’economia al servizio dell’uomo che fosse capace di mettere la civiltà dell’amore al primo posto. Oggi, a distanza di molti anni, viviamo in un contesto internazionale profondamente diverso ma, a causa delle tensioni crescenti, molti conflitti impediscono a diversi popoli di vivere con spirito di fraternità e, di conseguenza, la voce della Chiesa per promuovere la pace, continua a levarsi forte e determinata.

Papa Francesco, fortemente preoccupato per le tante guerre che stanno lambendo diverse parti del mondo, nello spirito di Paolo VI, invoca la pace e, come accaduto nell’Udienza Generale dello scorso 21 agosto, ci ha esortato a “realizzare, per quanto possiamo e ognuno nel proprio ambiente, la vocazione sublime di essere il buon odore di Cristo nel mondo”. In qualità di cristiani, quindi, abbiamo il dovere morale di dare seguito a queste parole nella nostra quotidianità. La pace deve partire dalle nostre famiglie e da noi stessi, per poi lambire ogni angolo delle nostre comunità. Così facendo, saremo in grado di creare nazioni fraterne e libere dal giogo inutile della guerra, foriera di lutti, sofferenze e distruzioni che, in una società moderna e avanzata, non si può tollerare e deve essere sostituita dalla diplomazia. Questo però, non potrà essere realizzato fino a quando, ogni singolo cittadino, non si impegnerà in maniera concreta e fattiva per la pace, prima che sia troppo tardi.