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Perché la democrazia ha bisogno dei giovani

Partecipazione e democrazia sono due tematiche fondamentali per ogni cittadino. Le storia delle Acli, nate ottant’anni fa, si fonda su questi due valori e sono figlie della lotta antifascista imperniata su tali principi. In particolare, la nascita dello Stato democratico e della Costituzione repubblicana, tra le più ammirate al mondo, con il grande sforzo di sintesi fatto in quella delicata fase storica all’interno dell’Assemblea Costituente, composta da donne e uomini provenienti da culture politiche diverse ma che, malgrado ciò, hanno saputo scrivere la nostra legge fondamentale. La storia quindi, ci dice che, l’Italia, è una Paese il quale, non può derogare in alcun modo dai principi di democrazia e partecipazione. A tal proposito, giova ricordare che, Achille Grandi, fondatore e primo presidente nazionale delle Acli, insieme a Buozzi e Di Vittorio, in quella stagione straordinaria della democrazia e della libertà, hanno posto le basi di un Paese tra i più osservati all’estero per la capacità di far crescere la sua democrazia interna. Questa scelta originaria, per noi, è identitaria e non possiamo in alcun modo pensarci fuori da questo solco di civiltà.

In questi ottant’anni, ci siamo impegnati affinché, i processi partecipatici e la Costituzione, si rafforzassero sempre di più. La nostra legge fondamentale è talmente lungimirante per i tempi in cui è stata scritta che, alcune sue parti, soprattutto quella riguardante i principi fondamentali, devono ancora essere completamente attuate. Quindi, piuttosto che provare a cambiare la Costituzione, dobbiamo provare a realizzarla nella sua interezza, incarnando i principi in essa contenuti nella nostra vita quotidiana. Pertanto, soprattutto in questa fase della storia, ove c’è un problema in ordine alla qualità della democrazia e della partecipazione, occorre agire con maggiore determinazione. Basta guardare al numero delle elettrici e degli elettori i quali, di volta in volta, si recano alle urne in misura sempre minore, con picchi negativi che, in alcune regioni, hanno raggiunto il 35% e ciò è molto preoccupante.

Non è un caso che, le Acli, abbiano posto alla discussione e al dibattito pubblico due proposte di legge di iniziativa popolare, una sulla partecipazione dei cittadini attraverso assemblee di quartiere, provinciali, regionali e anche nazionali, al fine di sottoporre alla politica le questioni ritenute più cogenti. Ciò potrà dare un contributo fondamentale per questi temi ai cittadini che, ad oggi, percepiscono la politica sempre più lontana da loro e, questa distanza, deve essere colmata. La seconda proposta di legge di iniziativa popolare invece, intende agire sui partiti e, a tal proposito, chiediamo che sia ripristinato il contributo pubblico agli stessi in quanto riteniamo che, la democrazia, si sostanzia anche dando la possibilità, a tutte le parti in campo, di partire dalla stessa posizione. In altre parole, chiediamo una riforma dei partiti e del loro finanziamento perché, i soldi spesi per la democrazia, sono sempre giusti. I luoghi di discussione e partecipazione democratica e politica devono essere sempre più tutelati. Occorre però introdurre maggiori spazi per i giovani e le donne e, se così non sarà, i partiti, rischiano di avvitarsi su se stessi. Ciò è un problema non da poco e servono riforme adeguate, in grado di coinvolgere le giovani generazioni nei processi decisionali perché, senza di loro, senza di loro, la democrazia, è destinata al fallimento. Dobbiamo percorrere delle strade nuove per valorizzare la partecipazione di tutti i cittadini.

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