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“Mi sta a cuore”, il protagonismo giovanile che fa crescere le comunità

Il progetto "Mi sta a cuore", promosso da Caritas Italiana, incentiva il protagonismo dei più giovani attraverso azioni di utilità sociale. Interris.it ne ha parlato con don Antonio De Rosa, responsabile delle attività progettuali

In Italia, secondo gli ultimi dati disponibili, i cittadini di età compresa tra i 18 e i 34 anni, sono pari a dieci milioni e duecentomila. Questi numeri indicano che, la partecipazione attiva delle giovani generazioni alla vita delle comunità, è un tema di notevole importanza che, fin dall’inizio degli anni duemila, sta assumendo una crescente rilevanza ed è fondamentale sia per affrontare le sfide che riguardano coloro che si affacciano alla maggiore età, sia per sviluppare una coscienza civile in grado di apportare un modello di crescita imperniato su più livelli: economico, innovativo e sociale.

L’impegno di Caritas Italiana

Caritas Italiana, da sempre impegnata per favorire il protagonismo giovanile attraverso forme autentiche di impegno sociale nei confronti degli ultimi, ha dato il via al progetto denominato “Mi sta a cuore. Curare il presente per sognare il futuro” il quale, giunto alla sua terza annualità, si rivolge alle ragazze e ai ragazzi tra i venti e i trent’anni, favorendo il loro impegno e, focalizzandosi in particolare per quest’anno, sul tema della tutela dell’ambiente, richiamando fortemente il magistero di Papa Francesco. Interris.it, in merito a questa esperienza di inclusione e prossimità, ha intervistato don Antonio De Rosa, responsabile del progetto “Mi sta a cuore” per Caritas italiana.

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Foto di Duy Pham su Unsplash

L’intervista

Don Antonio, come nasce e che obiettivi ha il progetto “Mi sta a cuore”?

“Il progetto ‘Mi sta a cuore’ nasce dal desiderio e dal bisogno di Caritas Italiana di dare protagonismo ai giovani. Prima di poter dire alle Caritas diocesane e territoriali di impegnarsi per questo obiettivo, ci siamo messi in discussione in prima persona, spinti dal desiderio di dare la parola alle giovani generazioni nell’ambito dei nostri servizi e nella nostra opera, ma anche nella prospettiva di lasciarci mettere in discussione”.

Il tema fondante dell’edizione progettuale di quest’anno sarà l’ecologia. In che modo intendete promuoverla?

“Intendiamo promuovere l’ecologia attraverso le ideazioni e i progetti dei giovani stessi. Loro saranno all’interno di ‘Mi sta a cuore’ proprio perché protagonisti della loro vita, esperienza e giovinezza e non arriveranno alla Caritas Italiana semplicemente per servizi di supporto, ma saranno qui per fare proposte. Quindi, sia l’anno scorso che quest’anno, abbiamo deciso di dare loro uno specifico tema, come ad esempio quello dell’ecologia integrale. Ci aspettiamo quindi che, i quattro giovani che arriveranno a settembre, possano proporci delle progettualità specifiche su questo tema, con la possibilità di realizzarle sui territori”.

Quali sono i vostri desideri per il futuro in merito allo sviluppo di esperienze di vita comunitaria tra i più giovani?

“Il nostro desiderio più grande è che, come già sta avvenendo, è quello di essere contagiosi ed iniziare al livello nazionale affinché, anche sui territori, nelle Caritas diocesane e parrocchiali, possano diffondersi esperienze simili. I giovani devono poter condividere la loro vita, ma anche sogni, idee e talenti”.

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